PAROLE CHE PARLANO/74

Maggio

Ci troviamo in uno dei mesi più piacevoli dell'anno, né troppo caldo né troppo fresco, il periodo della piena ripresa vegetativa e riproduttiva di uccelli e altri animali. Non dovrebbe quindi sorprendere che la sua etimologia ci porti al latino maius, mese dedicato a Maia, madre di Mercurio, ma soprattutto dea della terra e dell'abbondanza.
 Interessante notare che maius si riallaccia probabilmente alla radice indoeuropea magh- (o mah-) con i significati "grande" o "colui che può fare". Ecco allora due altre parole che mai avremmo accostato al mese di maggio: mago, colui che possiede il dono o la capacità di modificare il reale, di piegarlo alla propria volontà, e maggiore, chiaramente il più grande.
Ma esiste un altro derivato dell'attuale mese, poco utilizzato, che è contemporaneamente aggettivo e sostantivo: maggese.
Come aggettivo, significa semplicemente "di maggio" (come marzolino e settembrino lo sono di marzo e settembre). Se lo usiamo invece come sostantivo, ci riferiamo a una attività agricola praticata soprattutto in maggio, che consisteva nel mettere a riposo un terreno divenuto povero per eccessivo sfruttamento, in modo da renderlo pronto per successive coltivazioni. Questa pausa agricola che dà la possibilità ai terreni di tornare "grandi", capaci nuovamente di funzionare a pieno regime, ci permette di pensare che anche ciascuno di noi, dopo un lungo periodo di fatica ed esaurimento delle proprie risorse, avrebbe bisogno di mettersi a maggese, e non solo a maggio.


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Rubrica a cura di Dino Ticli
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