OMS dopo il covid: chi non ha il vaccino per la polio lo faccia. I dati lecchesi di somministrazioni obbligatorie e 'consigliate'

“Tutti coloro che non sono vaccinati, o i cui figli hanno saltato le vaccinazioni programmate, dovrebbero vaccinarsi prima possibile". La considerazione-invito è di Hans Kluge, il direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a commento dei recenti casi di poliomelite registrati a New York,  "geneticamente legati ai virus rilevati in Israele e nel Regno Unito". Secondo l’OMS infatti "il virus ha trovato la sua strada verso individui suscettibili nelle comunità poco vaccinate. Questo è un campanello d'allarme per tutti noi. È nostra responsabilità condivisa eradicare la polio a livello globale”. E per ricordare come anche un problema di salute pubblica solo apparentemente lontano da noi sia in realtà “affare anche nostro”, il funzionario, giusto una settimana fa, ha ricordato quella che dovrebbe essere la lezione imparata dalla pandemia ma anche (più in piccolo) dalla diffusione del vaiolo delle scimmie in più Paesi.  “Hanno dimostrato ripetutamente – ha asserito - come una minaccia di malattia in un luogo sia una minaccia di malattia ovunque. Una lezione che saremmo davvero sciocchi a ignorare, tanto più nel mondo di oggi”.

Ma il nostro territorio come è messo a copertura vaccinale? Lo abbiamo chiesto a ATS della Brianza allargando ovviamente lo sguardo, senza limitarci alla sola poliomelite, dopo aver invece più volte sottolineato la straordinaria partecipazione della popolazione lecchese alla campagna contro il covid che ci ha visti primeggiare a livello nazionale.
Partiamo dalle vaccinazioni obbligatorie per la coorte 0-24 mesi. Per l’esavalente (tetano-difterite-polio-pertosse-epatite B- haemophilus) e MPRV (morbillo-parotite-rosolia-varicella) l’obiettivo prefissato è il raggiungimento del 95% dell’utenza, sempre centrato nell’ultimo triennio e dunque anche nel pieno della pandemia che, evidentemente, non ha influito sulle scelte delle famiglie lecchesi, che in massa hanno aderito anche vaccinazione antipneumococcica, pur essendo la stessa solo consigliata.
Per l’esavalente la copertura era del 96,9 % nel 2019 ed è rimasta stabile con un 97% nel 2021. Idem per MPR. Stabile anche l’antivaricella (dal 96,3 % del 2019 al 96,6% nel 2021).
L’Antipneumococcica – facoltativa come detto – ha superato nel triennio, per la coorte 0-24 mesi, il 95%.
Sempre per queste vaccinazioni, è buona anche la copertura per le coorti 5 e 6 anni per il richiamo (4° dose) contro difterite-tetano-pertosse-polio e per il richiamo (2° dose) per morbillo-parotite-rosolia, in aumento negli ultimi anni. La prima è salita da 92,9 % e  a 94,8 % ; la seconda da 93,5 % e a 95,9 %.
Tornando ai piccolissimi,  le altre vaccinazioni raccomandate  - antirotavirus e antimeningococco B – hanno mantenuto nel tempo un’elevata percentuale di somministrazioni. La prima al 79,8% e la seconda la 90%.
“Ottime”, per ATS, infine anche le coperture vaccinali degli adolescenti: alta nel 2019 l’adesione al vaccino del Papilloma virus, coorte 12 anni, (86,4 % femmine, 83,1 % maschi) e al richiamo (5° dose) per Difterite-tetano-pertosse-polio, coorte 15-16 anni, (87,3 %) nonchè per l’Antimeningococcica quadrivalente, coorte 15-16 anni, (84,8 %).
A.M.
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