PAROLE CHE PARLANO/128

Effimero

Di sicuro, non è una parola molto utilizzata. Possiede in effetti molti possibili sinonimi come breve, momentaneo, passeggero, tuttavia è dotata di una certa eleganza che ci suggerisce di farne un uso più frequente. La sua origine è greca: ephémeros, composto da epí (sopra, in) ed heméra (giorno), quindi letteralmente della durata di un giorno. Effimera, per estensione, è quindi la giovinezza, così come lo sono la bellezza, il successo, il fiore di un cactus, una bolla di sapone.
Esistono alcuni insetti che allo stadio adulto hanno una vita così breve (anche di poche ore!) che gli entomologi hanno loro assegnato il nome di effimere (Ephemera): chi non le ha mai viste volare nelle sere d'estate attorno alle luci dei lampioni e nelle vicinanze di specchi e corsi d'acqua? Create nell'antichità, le effemeridi erano libri in cui venivano registrati giorno dopo giorno gli atti dei re. Gli astronomi, poi, costruirono tabelle, chiamate anch'esse effemeridi, contenenti valori calcolati, nel corso di un particolare intervallo di tempo (anche un giorno), di diverse grandezze astronomiche variabili relative a pianeti, asteroidi, comete, satelliti naturali e artificiali ecc.
 In fondo, questa nostra esistenza, insignificante già nei confronti del tempo dell'universo, ci porta a nutrire una forte attrazione per l'effimero. Non per niente Charles Baudelaire affermava che il compito dell'ar­te consiste nell'estrarre l'eterno dall'effimero e Eugène Ionesco che solo l'effimero dura, affermazione, quest'ultima, solo apparentemente contraddittoria perché ogni giorno porta con sé l'effimero ed è solo praticandolo che si può tentare di raggiungere l'eterno.


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Rubrica a cura di Dino Ticli
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