Lecco: l'ex Poli è stato in messo in alienazione, ma sullo studentato ci crede solo la maggioranza


“Sicuramente è una decisione dettata dai tempi, ma faccio l’invito a prendere in considerazione questa come un’opportunità di futuro e di crescita per i giovani, per le aziende e per tutta la comunità”. Con queste parole il sindaco Mauro Gattinoni lunedì sera ha chiesto ai consiglieri comunali di sostenere la delibera con la quale l’immobile in via Marco d’Oggiono (ex politecnico, ex designato nuovo municipio) è stato inserito nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari 2023/2025 col valore di 6.116.131,76 euro per poterlo candidare entro il 4 agosto alla Offerta di pubblico acquisto indetta da Invimit, un fondo di partecipazione pubblica nazionale incaricato di reperire immobili per farne uno studentato. L’edificio, della superficie di 6.500 metri quadrati, permetterebbe la realizzazione di 200 posti letto che andrebbero a rendere più attrattiva l’università e ad aumentare l’offerta su un mercato che oggi ha raggiunto prezzi di 750 euro a posto letto. “Un passaggio fondamentale per il radicamento dell’università nella nostra città e per offrire servizi ai circa 1.200 studenti fuori sede che frequentano il Politecnico e che vengono da tutto il mondo per frequentare corsi che solo la sede lecchese offre”.

Una lettura non condivisa dalle forze di opposizione che non hanno raccolto l’invito dell’amministrazione di sostenere in maniera congiunta l’iniziativa. Emilio Minuzzo (Lecco ideale - Lecco merita di più) ha definito questo un “provvedimento ambulanza” nato di corsa, presentato il 24 luglio in vista della scadenza del 4 agosto, chiedendosi dove stia la programmazione nel “rincorrere un bando del Pnrr per togliere le castagne dal fuoco di un immobile che ci è rimasto sul groppone”. Una riflessione condivisa dalla capogruppo della Lega Cinzia Bettega: “Non prendiamoci in giro, questa proposta è nata perché c’è un bando del ministero e avete visto la possibilità di trovare una soluzione onorevole a quella che poteva essere l’ennesima iattura immobiliare. Una decisione presa però senza avere una visione più ampia”. E la visione più ampia è quella che necessariamente dovrebbe porre il tema del nuovo municipio che avrebbe dovuto trovare casa proprio in via Marco d’Oggiono: “Nel 2020 avevamo uno spazio dove fare il nuovo comune, oggi non ce l’abbiamo più e dobbiamo prendere in affitto spazi privati” ha commentato il leghista Stefano Parolari al quale ha fatto eco Filippo Boscagli (Fratelli d’Italia): “Non condirei eccessivamente questa operazione che lascia due grossi problemi aperti. Il primo è quello di far quadrare i bilanci comunali con operazioni immobiliari che non sempre funzionano come ci ha insegnato l’annosa vicenda di via Roma; il secondo è che oggi vendiamo quella che doveva essere la sede del comune per andare in affitto in diverse strutture, un vulnus grave che l’amministrazione non ha risolto”.

Molto compatta invece la maggioranza che ha difeso la scelta dell’amministrazione comunale: “La proposta di uno studentato è coerente con il piano casa presentato a marzo e serve a offrire opportunità ai giovani, a calmierare i prezzi degli affitti per le famiglie e ad attrarre lavoratrici e lavoratori strategici - ha sottolineato Daniele Blaseotto (Con la sinistra cambia Lecco) - Una delle tante ragioni per cui crediamo sia importante questa delibera è quella di creare le condizioni perché gli studenti che vogliono iscriversi nelle nostre università possano trovare alloggi in città a prezzi accessibili e poi rimanere in città per lavorare”. Anche per il gruppo Ambientalmente questa è una soluzione che va incontro a diverse esigenze: mettere un freno al caro affitti da un lato e creare una città accogliente per gli studenti dall’altro. Certo, ha ribadito Paolo Galli, “adesso è necessario avviare un percorso che porti a una nuova riflessione sulla sede comunale”. Molto schiettamente il capogruppo di Fattore Lecco Matteo Ripamonti, oltre a sottoscrivere le riflessioni della collega Paola Frigerio per la quale “lo studentato è una grandissima opportunità e un luogo strategico”, ha ricordato come si tratti di una possibilità “che è venuta fuori adesso e bisogna provarci, anche per dare un valore a un immobile che altrimenti resterebbe inutilizzato”.
“Se facciamo di corsa - ha aggiunto il dem Pietro Regazzoni - è colpa del governo incapace di gestire i fondi europei”.

Le motivazioni della maggioranza non hanno convinto nemmeno i due consiglieri del gruppo misto che hanno votato contro la delibera, pur senza impattare negativamente sulla sua approvazione che è comunque stata raggiunta: “L’edificio di via Marco d’Oggiono era stato scelto come sede del nostro comune che oggi è dislocato in diverse strutture a spese nostre. Uno studentato che effetti avrà sulle casse del comune? E sui proprietari di casa? La città è stata coinvolta?” si è chiesta Clara Fusi. “D’accordo cogliere un’opportunità, ma in questo modo risolviamo un problema di oggi senza risolvere un problema precedente che è quello della sede comunale” ha aggiunto Giovanni Tagliaferri.
M.V.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.