Metastasi: ''non bastano un nome importante e dei calabresi per condannare per mafia''. Soddisfazione per i tre difensori. Il comune di Lecco a bocca asciutta. Preannunciato l'appello

Ernesto Palermo
"E' sicuramente una sentenza equilibrata" ha riconosciuto l'avvocato Michele D'Agostino, legale dell'imprenditore lecchese, classe 1968, Claudio Bongarzone. "Non basta un nome importante nella criminalità per far sì che tutto sia mafioso" ha poi aggiunto facendo riferimento - senza citarlo - a Mario Trovato, fratello del boss ergastolano Franco Coco Trovato, ritenuto dai finanzieri del Gico della Guardia di Finanza che si sono occupati dell'indagine coordinata dalla DDA di Milano, il capo del sodalizio attivo "su quel ramo del Lago di Como" al quale sarebbero stati affiliati anche Antonello Redaelli, Saverio Lilliu, Antonio Romeo e Massimo Nasatti attualmente a processo dinnanzi al collegio giudicante del Foro di Lecco così come - per altre ragioni - Claudio Crotta e l'ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi.
"Finalmente viene data giustizia per quelli che sono i connotati del 416bis" ha affermato, poi, anche il penalista Gianluca Crusco al quale si è affidato Alessandro Nania, natali e residenza a Lecco, classe 1959. "E' stata data sicuramente un'esatta interpretazione della legge" ha argomentato il legale ricordando l'indubbia esperienza di colui il quale quest'oggi si è pronunciato nei confronti del proprio assistito e dei due co-imputati. Roberto Arnaldi fu infatti il gup che irrogò - in abbreviato - 110 condanne alla struttura di vertice e agli uomini delle cosche sgominate con la maxi operazione Crimine-Infinito, 98 delle quali sono passate in giudicato, con lievi modifiche in alcuni casi, dopo il passaggio in Cassazione.
"L'associazione non c'era. Ora aspettiamo le motivazioni" ha sentenziato l'avvocato che, quest'oggi, a margine della "vittoria" più importante è riuscito a portare a casa anche una parziale assoluzione per il proprio cliente, condannato esclusivamente - oltre che per quanto previsto dall'articolo 416 cp - per spaccio nonché per tentata estorsione in concorso ai danni dei coniugi Concetta Scarfò e Fabio Conti e non invece per la presunta estorsione compiuta nei confronti dei due barzanesi di cui era tacciato.
4 anni e 6 mesi con una multa da 22.000 euro la pena "cumulativa" di Nania, di poco superiore ai 3 anni e 4 mesi "inflitti" a Bongarzone condannato - in concorso con Palermo - per il presunto episodio corruttivo attuato per arrivare ad eliminare il passaggio di una strada, in fase di estensione del Pgt, da un terreno di proprietà del suo socio Claudio Crotta.
6 anni e 8 mesi accompagnati da un'ammenda da 3.000 euro, infine, la pena irrogata all'insegnante galbiatese, Ernesto Palermo, originariamente indicato quale il "colletto bianco" dell'associazione e elemento di contatto tra la stessa e il mondo della politica locale. Lunga la fila di "reati fine" a cui era chiamato a rispondere, dalla già citata corruzione per la strada, a quella - in concorso con Trovato, Lilliu e Redaelli - per l'aggiudicazione del Pratone di Valmadrera alla "Lido di Parè srl", pratica che lo avrebbe portato anche a turbare la libertà degli incanti e la libertà del procedimento di scelta. Non mancava poi, a suo carico, anche una tentata estorsione ai danni di Leonardo Cadeddu dell'Old Wild West nonché l'istigazione alla corruzione dei due nipoti di Redaelli per l'ottenimento del permesso di costruire su un loro terreno sempre tramite una modifica "ad arte" del Piano del Governo del territorio e l'istigazione a delinquere per quanto preventivato "macchinando" con Mario Trovato e altri soggetti con tanto di porto abusivo d'armi.
60 i giorni che il gup si è riservato per il deposito della sentenza che sicuramente sarà, come già annunciato, appellata dalla Procura, intenzionata a far valere la propria tesi circa l'associazione mafiosa anche per evitare possa scricchiolare l'impianto accusatorio ora sostenuto dinnanzi al collegio giudicante del Tribunale di Lecco, chiamato a pronunciarsi relativamente ai presunti sodali che hanno scelto di andare a dibattimento, ed evitare categoricamente un eventuale "contrasto di giudicato".
I legali di Bongarzone e Nania, invece, già nei prossimi giorni si attiveranno per presentare istanza di modifica della misura cautelare applicata ai loro assistiti, rimasti ininterrottamente dietro le sbarre dal momento dell'arresto operato nell'aprile dello scorso anno.
A bocca asciutta, infine, il comune di Lecco. Il dr. Arnaldi non ha infatti riconosciuto a Palazzo Bovara alcuna provvisionale, rinviando la quantificazione del danno d'immagine subito dalla città, alla sede civile.
A.M.