Caro Mensa: orgoglio e minestrone

Cara Leccoonline

Sono le anomalie dell'estate.
Una notizia di mesi fa, evidenziata anche da qualche cittadino, su Leccoonline, scritta pure a Bilancio, diventa ora titolo a tutta pagina quando toh se ne accorge il consigliere comunale, Filippo Boscagli.
Puntuale era infatti stato solo un altro consigliere, Giovanni Tagliaferri, per quelli della Sinistra cambia Lecco forse bisognerà attendere ancora del tempo.

La notizia è semplice e grave assieme, il Comune ha deciso, visto il momento di difficoltà delle famiglie, di aumentare il Buono Mensa. Non come valore, come costo.

Forte del pensiero del Governo di destra e del Ministro Lollobrigida "In Italia i poveri mangiano meglio dei ricchi" ecco che Gattinoni lo aumenta maggiormente alle famiglie povere che a quelle ricche
In effetti il privilegio deve essere pagato. L'aumento è così di ben il 25%. Venticinquepercento.

L'assessore Torri, evidentemente iscritto al fans club del Ministro, fa notare che il buono mensa era fermo da prima del Covid.
Che non vuol dire niente tantopiù se poi lo aumenti di più a chi ha meno. E in Mensa si butta oltre il 20-30% del cibo.

Possiamo fargli noi notare, ma non serve a nulla, che la tariffa massima viene applicata a partire già da chi ha un Isee di poco più di 23.000€.
Che vuol dire quindi, sembra assurdo, che sarà la stessa tariffa per loro e per chi ha un Isee di 100.000€ e anche di 500.000€

Deve esser andato storto qualcosa nello slogan "non lasciamo indietro nessuno"
Manca solo che dica ai poveri di essere orgogliosi di poter contribuire più degli altri ai costi per i servizi del Comune.
Insieme al minestrone una bella grattugiata di orgoglio.
Orgoglio e minestrone.

Questo Comune, menefreghista sulla crisi economica che da un anno e più picchia soprattutto chi ha meno, ha già, va ricordato, aumentato molte altre tasse, non ultima l'Irpef, triplicandola alle famiglie più fragili.

Già, la sinistra cambia Lecco.
Per il momento però solo il lungolago, per i rapporti di forza e fragilità, si prega ripassare.
Un boccone amaro
Paolo Trezzi
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