Lecco: presidio fuori dall'ospedale Manzoni, 'umanità in sanità'

La loro è una manifestazione di sostegno ad ampio raggio, che parte dall'appoggio a Raffaele Varvara, l'infermiere no vax al centro di una lunga vicenda giudiziaria e professionale all'Alessandro Manzoni di Lecco, e arriva fino a scagliarsi contro le grosse case farmaceutiche, passando attraverso la richiesta di libero accesso a case di cura e strutture sanitarie.
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Questa mattina davanti al presidio ospedaliero cittadino erano tanti coloro che hanno risposto all'appello al grido di "Umanità in sanità: questa la priorità". Come Lecco anche Ivrea, Vicenza, Genova.
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Oltre ai rappresentanti del comitato “Di sana e robusta costituzione" nato per portare avanti l'idea di una ri-umanizzazione della sanità e della difesa dei diritti, specie in materia di salute, sanciti dalla costituzione, c'erano anche semplici cittadini giunti da diverse province lombarde.
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Posizionatisi all'imbocco dello scalone che conduce ai piani dell'ospedale, i manifestanti hanno posizionati diversi cartelli con gli slogan che caratterizzano la loro campagna, nonché articoli di giornale che raccontano diversi “casi”, in primis proprio quello dell'infermiere Raffaele Varvara. licenziato per le sue prese di posizione.
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Tre i punti su cui si è focalizzata la manifestazione e che i presenti hanno spiegato a chi chiedeva loro informazione:
- eliminazione di tamponi e mascherine in tutti i luoghi dove si ricevono cure;
- riumanizzazione dei luoghi dove ci sono ricoveri e degenze, dunque con una riapertura immediata alla presenza dei parenti in reparto;
- maggiori risorse di personale per smaltire le liste di attesa attraverso, ad esempio, la tassazione degli extraprofitti dei colossi farmaceutici.
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“Riapriamo le porte in tutta Italia”, questo il nome dell'operazione portata avanti dal comitato, proseguirà con ulteriori appuntamenti, in vista anche dell'autunno dove il timore di un rialzo dei contagi , possa giustificare a un nuovo piano vaccinale e la tenuta delle restrizioni.
S.V.
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