Insoliti a km zero/6: come in Valtellina ma... a Barzio. Sergio e i suoi 3.500 meli
Siamo abituati a vederle sui banconi del reparto ortofrutta o al mercato settimanale, gialle, verdi o rosse. Sono le mele, frutti che, un po' tutti, troviamo nel nostro quotidiano.
Se, a livello nazionale, le più “rinomate” provengono dal Trentino o dalla vicina Valtellina, da ormai sette anni i valsassinesi – e non solo – possono godere di un ottimo prodotto a chilometro zero.
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Era il 2014 quando Sergio Piloni, dopo aver svolto da sempre il lavoro di tornitore a Primaluna, ha passato il testimone ai figli e ha deciso di dedicarsi all’agricoltura, acquistando un terreno e iniziando a mettere a dimora 600 alberi di melo, seguendo le indicazioni della Fondazione Fojanini di Sondrio, che – dopo aver analizzato le caratteristiche locali – ha proposto all'imprenditore una selezione di piante adatte ad esprimersi al meglio in quel di Barzio.
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Con il tempo il numero di meli è cresciuto, fino ad arrivare alle attuali 3.500 unità, cui si sono aggiunti 100 alberi di pere, 150 di ciliegie, senza contare i piccoli frutti, come mirtilli, lamponi e fragole. E dalla frutta, Piloni è passato poi anche alla verdura, con patate e diversi ortaggi. Il tutto, applicando una agricoltura responsabile, non utilizzando sostanze chimiche di sintesi e preservando la biodiversità vegetale e l’assortimento dei prodotti coltivati, nel pieno rispetto dell’ambiente e dei consumatori.
![mele4.jpg (289 KB)](/public/filemanager/pub_files/2023/Novembre/mele4.jpg)
Il forte legame con il territorio di appartenenza ha portato poi Piloni a valorizzare tale aspetto anche inserendo in azienda ben 45 arnie da cui ricava dell’ottimo miele di diverse varietà, rododentro incluso spostandosi fin in Valbiandino.
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Le mele restano comunque il suo core business, trasformate in laboratorio in succhio o prodotto essiccato oppure vendute “fresche” durante tutto l'arco dell'anno, essendosi “Il Frutteto della Valsassina” - questo il nome dell'attività – dotato di tutto il necessario per conservare i frutti raccolti tra agosto e novembre.
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Piloni è dunque in grado – al pari dei competitor – di offrire sempre un prodotto con caratteristiche di freschezza e qualità. Non a caso, entrando nella cella è possibile inebriarsi di tutti gli inconfondibili profumi che 'i pom' sanno regalare.
Insomma croccanti, succose, più o meno dolci, le mele di Barzio, non hanno nulla da invidiare alle “sorelle” più famose valtellinesi e hanno una grande richiesta sul mercato, confermando come quella di “tornare alla terra” sia stata, per il 70enne valsassinese, una scelta vincente, con le fatiche – che lo stesso Piloni non nasconde – ripagate però dalla fiducia della clientela.
![mele1.jpg (275 KB)](/public/filemanager/pub_files/2023/Novembre/mele1.jpg)
Sergio Piloni
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Era il 2014 quando Sergio Piloni, dopo aver svolto da sempre il lavoro di tornitore a Primaluna, ha passato il testimone ai figli e ha deciso di dedicarsi all’agricoltura, acquistando un terreno e iniziando a mettere a dimora 600 alberi di melo, seguendo le indicazioni della Fondazione Fojanini di Sondrio, che – dopo aver analizzato le caratteristiche locali – ha proposto all'imprenditore una selezione di piante adatte ad esprimersi al meglio in quel di Barzio.
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Con il tempo il numero di meli è cresciuto, fino ad arrivare alle attuali 3.500 unità, cui si sono aggiunti 100 alberi di pere, 150 di ciliegie, senza contare i piccoli frutti, come mirtilli, lamponi e fragole. E dalla frutta, Piloni è passato poi anche alla verdura, con patate e diversi ortaggi. Il tutto, applicando una agricoltura responsabile, non utilizzando sostanze chimiche di sintesi e preservando la biodiversità vegetale e l’assortimento dei prodotti coltivati, nel pieno rispetto dell’ambiente e dei consumatori.
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Il forte legame con il territorio di appartenenza ha portato poi Piloni a valorizzare tale aspetto anche inserendo in azienda ben 45 arnie da cui ricava dell’ottimo miele di diverse varietà, rododentro incluso spostandosi fin in Valbiandino.
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Le mele restano comunque il suo core business, trasformate in laboratorio in succhio o prodotto essiccato oppure vendute “fresche” durante tutto l'arco dell'anno, essendosi “Il Frutteto della Valsassina” - questo il nome dell'attività – dotato di tutto il necessario per conservare i frutti raccolti tra agosto e novembre.
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Piloni è dunque in grado – al pari dei competitor – di offrire sempre un prodotto con caratteristiche di freschezza e qualità. Non a caso, entrando nella cella è possibile inebriarsi di tutti gli inconfondibili profumi che 'i pom' sanno regalare.
Insomma croccanti, succose, più o meno dolci, le mele di Barzio, non hanno nulla da invidiare alle “sorelle” più famose valtellinesi e hanno una grande richiesta sul mercato, confermando come quella di “tornare alla terra” sia stata, per il 70enne valsassinese, una scelta vincente, con le fatiche – che lo stesso Piloni non nasconde – ripagate però dalla fiducia della clientela.
M.A.