Val San Martino: le parrocchie, insieme, invocano la pace. In tanti alla fiaccolata silenziosa

Qualcuno ha parlato di cinquecento persone. Nessuno le ha ovviamente contate una a una. Ma erano indubbiamente tante. "Partecipata" è dunque un aggettivo che ben si presta alla fiaccolata per la pace che, nella serata di mercoledì 15 novembre, si è snodata da Pascolo al Santuario di San Maria del Lavello. A promuoverla le parrocchie della Val San Martino, le stesse che già sabato si erano riunite per celebrare il Vescovo di Tours, patrono di Calolzio ma anche, per l'appunto, di quella Valla, a cavallo tra lecchese e la periferia orobica che porta il suo nome e che da sempre invoca la protezione del suo mantello.
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L'iniziativa di ieri è stata dunque "partecipata" anche perché "condivisa": "insieme, da tante comunità diverse, siamo venuti per una preghiera di pace" ha detto il parroco "di casa" don Andrea Pirletti accogliendo i fedeli all'oratorio di Pascolo, chiarendo subito come "non abbiamo la pretesa che questa nostra iniziativa faccia cessare ora, questa sera, le tante guerre in corso", insistendo invece sulla speranza che un momento come quello proposto possa aiutare tutti i presenti a essere promotori di pace, già all'interno della propria famiglia e della propria comunità. 
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Ed ha poi sviluppato una riflessione partendo dall'esperienza che ha vissuto nei giorni scorsi, accompagnando un compagno di messa in Bolivia. Con un missionario che si occupa di ben 37 parrocchie, ha raccontato di aver partecipato alla visita ad un villaggio, lo stesso dove il sacerdote si reca sempre una volta al mese, distribuendo al suo passaggio due biscotti secchi per ogni bambino che lo avvicina. Così è stato anche nel giorno in cui don Andrea era con lui, con piccini sporchi che correvano incontro salutando. Non una bimba, seminuda. Per la vergogna è rimasta nascosta dietro ad un albero. Ebbene, un altro bimbo è andato da lei e le ha ceduto metà del suo biscotto. 
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"La pace nasce quando siamo in grado di dire che non è tutto mio" la chiosa del parroco di Pascolo e Vercurago. "Compartir, dicono in spagnolo. Condividere. Mentre le guerre si fanno per avere sempre di più. Ci aiuti il Signore a dare giustizia, prima di continuare a chiedere diritti che spesso sono maschera di violenza". 

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Accese le fiaccole, dopo i primi canti e le prime letture in oratorio, i partecipanti si sono incamminati verso il lungolago, seguendo la Croce. Durante il tragitto sono stati proposti altri brani. Ma è stato il silenzio a accompagnare lungo la strada, come da richiesta di don Andrea. "Viviamo davvero la preghiera del silenzio. È permettere a Dio di parlare al cuore dell'uomo".
A.M.
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