Un'ultima (bella) storia, guardando il presepe dei Padri Somaschi

Aspettando il 25 dicembre abbiamo condiviso con i nostri lettori le storie – inedite – pubblicate, giorno per giorno, nel Calendario del Natale realizzato a cura del comune di Lecco coinvolgendo i giornalisti locali.
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Nel giorno dell'Epifania, chiudiamo il periodo più magico dell'anno, proponendo un'altra storia. E' quella scelta dai Padri Somaschi per “dare un senso” al loro presepe, allestito come ogni anno presso la Basilica di San Gerolamo a Somasca. 
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Piuttosto classica – e ben curata – la rappresentazione della Natività, ospitata nella nicchia a lato dell'ingresso principale, con la capanna in primo piano, con Gesù Bambino, Maria e Giuseppe nonché gli immancabili pastori e un paese sullo sfondo, con tanto tanto di campanile illuminato.
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Attendendo in adorazione dinnanzi al diorama, si avverte, alternato a melodie a tema, il suono delle campane, protagonista anche del testo - con tanto di "spiegazione" alla fine - che completa il “quadro.
Una “piccola storia – nella presentazione dei Padri - dove stupore e meraviglia sono due sentimenti che emozionano tutti, piccoli e grandi, come davanti al presepe che parla alla vita”.

"PERCHÉ SUONARONO LE CAMPANE"
C'era una volta, in una grande città una chiesa davvero splendida. Di fianco alla chiesa si levava un campanile, simile a una torre. Lassù nella torre vi erano delle campane che si diceva fossero le più belle e le più sonore del mondo, ma nessun essere vivente le aveva mai sentite! Erano le campane speciali di Natale: potevano far udire i loro rintocchi solo nel giorno di Natale e, per di più, soltanto quando fosse stato deposto sull'altare il più grande e il più bel dono al Bambino Gesù. 
Purtroppo, da molti anni non si era avuta un'offerta cosi splendida da meritare il suono delle grandi campane.
In un villaggio abbastanza lontano dalla città viveva un ragazzo di nome Pedro, insieme al suo fratellino. Essi avevano sentito parlare delle famose offerte di Natale, e per tutto l'anno avevano fatto progetti per assistere alla Messa nel giorno santo
All''alba Pedro e il fratellino si misero in cammino, per terra davanti a loro, scorsero una povera donna che era caduta nel fango, troppo stanca e malata per cercare rifugio da qualche parte. Pedro si inginocchio cercando di alzarla, ma non vi riusci.
"Non ce la faccio, fratellino" disse Pedro. "È troppo pesante. Devi proseguire da solo".
"Io? Da solo?" esclamò il fratellino. "Ma allora tu non ci sarai alla funzione di Natale"
"Non posso fare altrimenti" disse Pedro. "Guarda questa povera donna. I1 suo viso è simile a quello della Madonna nella finestra della cappella. Morirà di freddo se l'abbandoniamo. Sono andati tutti in chiesa, ma io starò qui e mi prenderò cura di lei fino alla fine della Messa. Allora tu potrai condurre qui qualcuno che l'aiuti. Ah, fratellino, prendi questa monetina d'argento e deponila sull'altare: è la mia offerta per il Bambino Gesù. Su, ora, corri!". 
Nella grande chiesa, la messa di Natale fu più splendida che mai!
L'organo suonò e i fedeli cantarono e, alla fine della funzione, poveri e ricchi avanzarono orgogliosamente verso 1'altare per offrire i loro doni. "Senza dubbio questa volta si sentiranno suonare le campane a festa!" mormoravano tutti. 
La chiesa piombò in un silenzio profondo. Tutti trattennero il respiro, con le orecchie tese per ascoltare il suono delle campane. Ma soltanto il solito freddo vento sibilò sul campanile.
I fedeli scossero la testa increduli. La processione era terminata e il coro stava per iniziare l'inno di chiusura, quando all'improvviso l'organista smise di suonare paralizzato. Perché d'un tratto dalla cima della torre si era levato il dolce suono delle campane. Un suono ora alto ora basso, che fluttuava nell'aria riempiendola di festosa sonorità.
Era il suono più angelico e piacevole che mai si fosse udito.
La folla resto un attimo eccitata e silenziosa. Poi, tutti insieme, si alzarono volgendo gli occhi all'altare per vedere quale meraviglioso dono aveva finalmente risvegliato le campane dal loro lungo silenzio. Ma non videro altro che la figura di Fratellino che silenziosamente era scivolato lungo la navata per deporre sull'altare la monetina d'argento di Pedro.

Un piccolo grande dono.
Un giorno Gesu, seduto davanti al tesoro del tempio di Gerusalemme, disse ai suoi discepoli che un'offerta è gradita a Dio non perché è abbondante ma per la disposizione del cuore di chi offre. Il soldino di Pedro offerto a Gesù bambino è reso “grande” dal cuore che lo ha offerto. Più importante di tutto, allora, rimane sempre l'amore.
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