Stadio: eppure era facile...

Eppure era facile, la maggioranza non doveva nemmeno impegnarsi a trovare i soldi e i modi in cui investirli sullo stadio, erano pronti 4 emendamenti e bastava schiacciare il tasto verde. Invece è stato il festival dell’arrampicata sugli specchi. In ogni modo giustificare l’ingiustificabile pur di bocciare delle proposte che avevano una colpa gravissima e insuperabile, quella di arrivare dalla minoranza.
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C’è un emendamento che in particolare colpisce per l’amaro della bocciatura, quello dei 76.000€ sull’assistenza ai disabili, un tema che da sempre mi è caro sotto il profilo educativo e di accompagnamento.
Come detto in aula si tratta di una miseria, 76.000€ su 9 milioni di avanzo, lo 0,7% una banalità assoluta che avrebbe potuto risolvere problemi di accesso e visibilità che i tifosi su sedia a rotelle vivono frequentando il Rigamonti Ceppi.
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Alcuni di questi come Aly Sankhare, amico e tifoso del Lecco, con i suoi amici tesserati blucelesti, da tempo ci hanno sottoposto la difficoltà di seguire le partite in condizioni di disabilità cercando ogni volta un posto accessibile differente.
Eppure la real politik dell’aula impone che la proposta, pur se sacrosanta e con coperture economiche, debba essere bocciata a tutti i costi.
I temi sullo stadio sono una miriade, dalla visibilità dei distinti, all’accesso infinito con solo 2 tornelli in curva, dalle grate impresentabili a bordo campo alla tribuna ospiti esageratamente grande per arrivare a 5.500, l’impianto sonoro scadente fino alle ipotesi di stadio agibile per la A a 12.500 posti. Tutte importanti, decisive a medio termine.
Eppure ieri sera, a prescindere dalla simpatia per Società Calcio Lecco o dall’appartenenza ai Partiti, si è malamente persa l’occasione per fare qualcosa di buono subito, utile per tutti, rendendo accessibile un pezzo di città che è da sempre e oggi ancor di più nel cuore dei lecchesi. Peccato. Davvero.
Filippo Boscagli
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