PAROLE CHE PARLANO/164

Accattivante

Un libro, un film, un sorriso radioso, una personalità affascinante, un paesaggio mozzafiato, una storia avvincente possono essere definiti col termine accattivante, perché è tale tutto ciò che suscita interesse, ammirazione o attrazione. La sua origine non sembra però avere nulla a che fare col fascino, visto che accattivante, con quella “a” iniziale che indica avvicinamento, va ricondotto al verbo cattivare (dal lat. captivare), cioè fare prigioniero, ridurre in schiavitù. È ben strano, tuttavia dobbiamo convenire che ciò che ci attrae in modo seducente, ciò che ci intriga fino a catturare la nostra attenzione, ci fa metaforicamente prigionieri.

Cattivare ci fa venire in mente un altro termine: cattività. Oggi, quasi sempre, lo usiamo parlando della prigionia degli animali che rinchiudiamo per usi nobili o meno, come la ricerca o l’intrattenimento. Un tempo era usato anche per gli esseri umani ridotti in schiavitù e servaggio.

Approdiamo infine al termine cattivo, che deriva anch’esso da cattivare. Se pensiamo che la prigionia è vista come una punizione per i crimini o per i comportamenti fuorilegge, possiamo immaginare, come conseguenza, che le persone prigioniere erano e sono spesso considerate malvagie o immorali, quindi cattive.

Ma forse il cattivo è tale perché prigioniero della propria stessa cattiveria.
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Rubrica a cura di Dino Ticli
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