Castello: ultimo saluto al veterano dei Ragni Dino Piazza, 'pilastro del presente e del passato'

Il mondo della montagna lecchese, con i Ragni della Grignetta in prima fila, ha tributato l'ultimo saluto questa mattina all'amato Dino Piazza, veterano dei Maglioni Rossi scomparso nei giorni scorsi all'età di 91 anni.
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Nel riquadro Dino Piazza

Una vera e propria "istituzione" per il gruppo, di cui è anche stato presidente dal 1964 al 1970 venendo sempre riconosciuto, nel tempo, come un autentico punto di riferimento per tantissimi appassionati di ogni età.
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Nella sua lunga carriera alpinistica, infatti, Piazza ha aperto diverse nuove vie, anche sulle pareti di casa - era particolarmente legato al San Martino, dove ha mosso i primi passi "verso l'alto" -, e ha partecipato a varie spedizioni rimaste nella storia come quella del 1969 al McKinley (6.190 metri) che lo ha visto arrivare in vetta.
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"Pilastro del presente, pilastro del passato", lo ha definito non a caso il Ragno Carlo Aldè, intervenuto questa mattina sull'altare della Parrocchiale di Castello, al termine delle esequie celebrate da don Mario Proserpio, per condividere con i numerosi presenti un ricordo personale. "L'ho conosciuto la prima volta nel 1976, era agosto" ha raccontato. "Dino scese da una macchina con Riccardo Cassin e altri alpinisti. Ci stavamo avviando al Disgrazia, ma c'era stato un temporale e io ero spaventato. Lui mi disse che la sua generazione si preparava a queste circostanze andando a fare il bagno nel lago; all'inizio non capii, ma poi quell'insegnamento mi è rimasto a lungo. Quella sera, poi, tenne banco al rifugio. Ricordo bene le sue parole, un altro messaggio che ho conservato per la mia vita: "Sotto lo strapiombo bisogna piantare il chiodo e andare avanti". In seguito mi regalò un paio di ramponi arancioni, di cui vado ancora fiero. Li userò la prossima volta che salirò in Grigna, pensando a lui".
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Classe 1932, imprenditore e Guida Alpina, ma anche marito di Maria Clara e padre affettuoso di Arnaldo e Dario, Dino Piazza è stato "un esempio per tante scalate della vita, a volte difficili, ma che spesso portano a incontri inaspettati", come ha ribadito anche il parroco di Castello che nella sua omelia ha poi riflettuto sulle Letture proposte durante la funzione.
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"C'è una via più esigente, quella dell'amore. E certe esperienze aiutano a volersi bene sempre di più" ha affermato don Mario. "Dio è sempre nuovo, con Lui basta girare un po' il sentiero per trovare una bellezza nuova. Nessuno di noi conosce il futuro, le novità di Dio sono inimmaginabili. "Non sia turbato il vostro cuore", ci dice il Vangelo, ma come si fa oggi? Chissà quante volte Dino avrà preso per mano qualcuno... Oggi celebriamo la speranza nella misericordia di Dio, anche se facciamo fatica a vivere di fiducia. Dobbiamo però avere la certezza di essere amati, anche se ci sentiamo soli, perché il dono della vita sarà la risurrezione. Il cammino di un alpinista, che ha imparato a muoversi anche tra le situazioni più pericolose, è un'esperienza che ci fa riflettere, anche in questi tempi di guerra".
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Alla presenza di Penne Nere, soci del CAI, tecnici del Soccorso in montagna e tanti amici della "sua" Lecco, al termine della celebrazione Dino Piazza è stato salutato anche con la Preghiera dell'Alpino, per poi essere accompagnato al di fuori della Chiesa dai suoi Ragni, in un lungo applauso riconoscente, ed essere trasferito alla cremazione.
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B.P.
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