Valmadrera: in tantissimi per l'addio a Marco, animato da quell'altruismo che dovrebbe caratterizzare tutti

"Forse c'era bisogno di lui Lassù. E probabilmente ci ha preceduto così giovane perché qualcun altro possa prendere il suo posto di qualità qui sulla terra". Don Isidoro Crepaldi, pur ammettendo subito di non conoscerlo personalmente, ma di essersi avvicinato a lui tramite le parole dei suoi cari, lo ha detto senza giri di parole: Marco Maggi era un ragazzo speciale, capace di farsi volere bene, la cui "purezza d'animo ha conquistato il cuore di tanti", animato da quell'altruismo "che dovrebbe caratterizzare tutti". Tratti, questi, che il parroco di Valmadrera, parlando dinnanzi ad una navata con gente rimasta in piedi all'esaurirsi di tutte le sedie a disposizione, come accade ormai solo in circostanza straordinarie, ha definito come "perle", "perle - ha aggiunto - che sanno spegnere le tante domande che ci portiamo dentro oggi". Quesiti che pesano come macigni. Perché proprio lui? Perché soffrendo così? Perché così presto?
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Marco aveva soltanto 34 anni, compiuti di pochissimo. Una vita la sua "normale", con quei compagni "di classe e di avventure" che lo hanno accompagnato anche nell'ultimo viaggio, facendo pervenire alla famiglia un cuscinetto di fiori blu e azzurri, andato ad affiancare le diverse corone, capaci di dare un tocco di colore in questo grigio sabato di pioggia e di portare chi si è fermato a leggere i nastri, varcando l'uscio della parrocchiale, nel mondo di Marco, quello fatto di affetti e passioni. Un universo nel quale, cinque anni e mezzo fa, ha fatto capolino anche Alessia. Un amore, il loro, "infinito", oggi raccontato all'altare, con compostezza.
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Marco Maggi
"Sono orgogliosa di te, di noi. Per aver lottato contro tutto e tutti. Io ho sentito davvero il tuo dolore, ho visto la paura nei tuoi occhi e la rabbia nel cuore. Tu sei per me una di quelle persone che valgono mille, mi hai insegnato a amare e amarmi. Hai dato valore aggiunto a tutto quanto (...). Non riesci proprio a liberati di me, sarò sempre vicino a te", la promessa, accompagnata da un grazie sincero anche alla famiglia Maggi, con mamma Rosi, papà Valter e la sorella Marta che, "hanno sperato con te e per te", come detto da don Isidoro, rivolgendosi direttamente a Marco. "Tutto l'amore ricevuto spero ti abbia toccato dentro e aiutato a sentire Dio. Forse anche tu - ha sostenuto il celebrante, rifacendosi alla testimonianza di una ragazza passata per il doloroso percorso della malattia - hai sperimentato qualcosa di misterioso. Hai toccato il mistero della vita ed ora della morte. Ora sei davanti alla fonte e origine di ogni cosa".
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Ed a proposito di Dio, il parroco ha voluto ribadire come "è e rimane amore. Solo l'amore può resistere oltre alla morte. L'amore non può morire mai. Nell'amore riposa la vita. La morte non è più morte, ma è un passo verso l'invisibile. Allora - la chiusura - vale la pena credere. Solo credendo possiamo pensare che Marco è visibile nell'invisibile della vita".
A.M.
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