M.te Marenzo: 3 anni e 4 mesi la condanna per truffa. 400mila euro di provvisionali alle parti civili

Il vpo Mattia Mascaro aveva chiesto 3 anni 9 mesi. Si è rivelata un poco più lieve la condanna inflitta stamani dal giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi nei confronti di M.R., imputato per truffa ai danni di sette persone, alcune delle quali legate a lui da rapporti di parentela. Altre ancora lo consideravano un amico così fidato da coinvolgere poi a loro volta conoscenti in un raggiro che, complessivamente - solo per il fascicolo che quest'oggi è sfociato in sentenza - parrebbe aver generato illeciti profitti per oltre mezzo milione di euro. 
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L'uomo, residente a Monte Marenzo, difeso dall'avvocato Roberto Bardoni del foro di Lecco, è stato infatti condannato a 3 anni e 4 mesi, oltre al pagamento di 1200 euro di multa. Il giudice ha altresì disposto il risarcimento danni (da quantificarsi in sede civile) nei confronti delle sei parti costituitesi nel procedimento penale, oltre al pagamento di provvisionali immediatamente eseguibili, per una cifra totale da capogiro: oltre 400mila euro. 
Persone che avevano affidato i propri risparmi all'imputato nella speranza di veder ''fruttare'' quel denaro, svanito poi nel nulla. A più riprese le vittime avrebbero firmato polizze, credendo di avere a che fare con un sub-agente di una nota società di assicurazioni, non accorgendosi subito della sparizione delle somme, per via della serie di artifizi e di bugie che l'uomo avrebbe raccontato loro nel tempo. Una sorta di  ''opera teatrale, cinematografica, studiata in tutti i particolari'' per mutuare l'espressione utilizzata da uno dei legali di parte civile in sede di discussione. Si era invece battuto per alleggerire la posizione del suo assistito l'avvocato Bardoni, chiedendo il non doversi procedere in relazione ad alcune singole condotte ascritte al suo cliente, essendo le prime dazioni di denaro avvenute in tempi ormai lontanissimi.
Stamani la conclusione del procedimento con la sentenza del giudice Bianchi che ha condannato l'imputato alla pena già citata, pur escludendo alcune delle contestazioni a suo carico per intervenuta prescrizione (relativamente ai fatti risalenti al 2010 e 2011), così come una delle aggravanti contestate (recidiva specifica) e rinviando gli atti alla Procura per valutare l'eventuale sussistenza dell'articolo 629 cp (estorsione) in relazione ad uno dei fatti contenuti nel fascicolo. Novanta i giorni per il deposito delle motivazioni. 
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G.C.
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