Alta Valle: il bilancio della stagione invernale tracciato a più voci dagli attori del territorio

La domanda è sempre attuale: può la Valsassina in generale, e l’Alta Valle in particolare, diventare realmente una zona turistica, in grado di creare un’economia alternativa in quelle aree? Questa volta lo abbiamo chiesto a vari attori protagonisti dell’offerta turistica, con i quali abbiamo voluto tracciare un bilancio della stagione invernale che si avvia alla sua conclusione, riflettendo poi sul futuro delle “terre alte” valsassinesi. Riportiamo qui di seguito quanto emerso da varie interviste, chiacchierate e confronti, con l’obiettivo di offrire al lettore uno sguardo sulla realtà dell’Alta Valsassina e un’analisi delle sue prospettive turistiche ed economiche quanto più imparziali e affidati alla voce di chi il territorio lo vive e lo fa vivere.
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Il resoconto dell’inverno 2023-2024

Un inverno anomalo (ma forse questa sarà la normalità nei prossimi anni e decenni…) quello dal quale l’Alta Valle si sta apprestando ad uscire: temperature quasi sempre sopra la media, con occasionali picchi “spaventosi”, poche (non pochissime, ma il caldo si è portato via immediatamente l’esiguo manto bianco) precipitazioni nevose, con un tanto improvviso e consistente quanto tardivo cambio di rotta negli ultimi giorni di febbraio e nella prima settimana di marzo.
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Che inverno è stato per attività ristorative e ricettive e impianti sciistici in Alta Valsassina?

Partiamo con le considerazioni di Patrizia Gianola – fondatrice di Alping s.a.s. (Your Mountain Holiday) – a proposito della presenza nelle strutture ricettive da lei gestite in Valsassina. “I numeri del periodo dicembre-marzo sono sostanzialmente in linea con quelli dello scorso anno, con un andamento simile tra i mesi invernali e una prevalenza importante di presenze dal venerdì alla domenica, senza mai raggiungere la piena capienza” spiega Gianola. “Tuttavia, in questa stagione ho registrato un aumento di richieste nel periodo natalizio, raggiungendo il 100% dell’occupazione tra Natale e Capodanno. Preciso che il periodo delle feste è sempre comunque quello con maggior domanda in una zona come la nostra, che al momento non è in grado di offrire una particolare e consolidata proposta turistica invernale” aggiunge ancora. “A partire da gennaio, le condizioni atmosferiche - prima la mancanza di neve, poi il brutto tempo negli ultimi weekend di febbraio e nei primi fine settimana di marzo - hanno condizionato in modo importante l’arrivo di villeggianti”.
Per quanto riguarda il profilo dei turisti giunti in Alta Valle, si parla di un 50/50 tra italiani e stranieri, soprattutto famiglie che “apprezzano molto la tranquillità delle nostre zone, aspetto sempre meno riscontrabile in località molto turistiche”.
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Alle considerazioni di Patrizia Gianola, si aggiungono quelle di Cristiano Cariboni – proprietario del Ristoro Genio all’Alpe Giumello e membro dell’Associazione Alpe Giumello – il quale ci ha offerto una prospettiva completa sull’inverno vissuto nella località situata a quota 1536 m.s.l.m., nel comune di Casargo.
“Come è noto a tutti, l’inverno che sta per finire è stato molto caldo e con poche precipitazioni. La presenza turistica all’Alpe Giumello è stata sempre molto forte, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche” afferma. “Da questo punto di vista, ai ristoranti non è certamente mancato il lavoro, anzi…” aggiunge. “Mentre la stagione sulle piste da sci è stata chiaramente condizionata dal meteo. Come Associazione Alpe Giumello ci occupiamo degli impianti di risalita e quest’anno il tapis roulant è stato in funzione un quattro/cinque giorni, sempre nei weekend”. Parliamo chiaramente di numeri esigui, ma – chiarisce Cariboni – “a noi va bene così. Siamo tutti volontari, non abbiamo grosse spese di mantenimento, il Comune di Casargo e varie aziende – e ci tengo a ringraziarli – ci danno una grossa mano ad andare avanti e noi apriamo quando ci sono le condizioni”.
Nelle ultime settimane in realtà la neve è arrivata e Giumello è stata subito “presa d’assalto”. “Le presenze delle ultime settimane, di sciatori ma in generale di turisti, sono state molto importanti” prosegue Cariboni, menzionando lo straordinario successo della cronoscalata scialpinistica alla Croce di Muggio, organizzata dall’A.S.P. di Premana e tenutasi lo scorso 7 marzo in serata: “l’evento ha avuto un seguito incredibile, con ben novantotto iscritti e novantasei partecipanti giunti in vetta al Monte Muggio. Siamo stati tutti molto contenti per la forte risposta che abbiamo avuto”.
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Il vero punto di forza dell’Alpe Giumello sembra tuttavia essere lo sci di fondo, con l’anello gestito da Nordik Ski Valsassina che – favorito dalla sua esposizione a Nord – è stato molto frequentato nel corso di quasi tutta la stagione invernale. Cariboni spiega che “in molti si stanno approcciando a questa disciplina, che – alla pari dello sci alpinismo - è vista come un modo di stare all’aria aperta senza i costi sempre più esorbitanti degli ski pass”, dichiarandosi inoltre “molto soddisfatto per la collaborazione con Nordik Ski Valsassina, con i quali andiamo molto d’accordo e siamo in contatto strettissimo”. 
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Spostandoci invece sul versante di Paglio – Pian delle Betulle, abbiamo parlato con Piermario Donadoni, membro di Itav (Iniziative Turistiche Alta Valsassina), la neocostituita società che mira a rilanciare turisticamente il territorio dell’Alta Valle.
“Per noi di Itav questa è stata una stagione di palestra, durante la quale ci siamo preparati a gestire in modo più strutturato quello che sarà il futuro prossimo. Da questo punto di vista, ci siamo limitati ad attivare l’esistente mettendo in funzione il tapis roulant e la seggiovia presso il Pian delle Betulle. Il primo è stato aperto tutti i weekend a partire da Natale, mentre la seconda ha operato compatibilmente con le condizioni di sicurezza delle piste, in termini soprattutto di innevamento, per circa la metà dei fine settimana dello stesso periodo. Per ora siamo all’inizio, ma posso dire che il bilancio di quest’anno è certamente buono e che nelle giornate di sole abbiamo registrato un afflusso più che discreto” conclude il membro di Itav.
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Bilancio positivo anche per il Rifugio Ariàal, vero punto di forza dell’offerta sul versante premanese, che ha vissuto una stagione invernale davvero strabiliante. “Da dicembre a metà febbraio, dunque finché il tempo è stato bello, abbiamo lavorato sempre, registrando tra gennaio e febbraio le stesse presenze del marzo-aprile 2023” ci spiegano Lorenzo Fortunato, Lucia Vergassola e Davide Baron Toaldo. I tre si dichiarano molto soddisfatti di come “i numeri aumentino di anno in anno, tanto che in questo inverno abbiamo registrato almeno il doppio delle presenze rispetto alla stagione 2022-2023”. Numerose anche le richieste per il pernottamento, ma i lavori per la realizzazione delle camere devono ancora essere completati.
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Anche il sindaco di Casargo – Antonio Pasquini – traccia un bilancio sostanzialmente positivo dell’inverno vissuto dall’Alta Valsassina, vista la buona partecipazione alle varie iniziative organizzate nel corso della stagione fredda. Il riferimento va soprattutto ai numerosi eventi organizzati in paese (falò della Vigilia di Natale, casetta di Babbo Natale, Via dei Presepi e altri), all’Alpe Giumello (Alaskan Malamute Sleddog Day, principalmente) e all’Alpe di Paglio (gara scialpinistica “Pizzo Tre Signori” e torneo di pallavolo AlBaretto Snow Volley), con il ringraziamento che Pasquini rivolge alle numerose realtà associative (Associazione Alpe Giumello, Pro Loco di Casargo, Amici del Pian del Betulle), che “lavorano per arricchire il periodo natalizio e i weekend”.
Spostandoci di qualche chilometro, non si può infine dimenticare la Cavalcata dei Tre Re di Premana – organizzata dalla Pro Loco – che ha riscosso un buon successo nonostante condizioni meteo avverse.

Neve sì, neve no: cosa vuole il turista?
La questione climatica, e in particolare la presenza o meno della neve, è forse il tema più dibattuto negli ultimi tempi quando si parla di montagna e turismo invernale. Tanti gli aspetti, tante le opinioni, tante le proposte e le soluzioni (reali o presunte). Nelle righe che seguono ci limiteremo a riportare le considerazioni dei sopracitati soggetti riguardo soprattutto alla risposta del turista verso un inverno valsassinese che, almeno in questo 2023-2024, è stato innegabilmente caldo e con poca neve.
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Per Patrizia Gianola “il turista cerca la neve, cerca condizioni invernali. Abbiamo provato a spingere l’offerta di e-bike e passeggiate, ma - per la mia esperienza - non è ancora particolarmente sentita la possibilità di effettuare passeggiate ed escursioni nella stagione invernale, mentre semmai questo avviene in autunno e primavera”.
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Immagine diversa quella restituita da Cristiano Cariboni, per il quale semplicemente “in molti dalle città non vedono l’ora del weekend per scappare sulle nostre montagne a respirare un po’ di aria pulita”. Per questo, “il turista apprezza sì la neve, ma non è quello il principale fattore di attrazione. Se parliamo di turismo “mordi e fuggi”, di giornata, posso affermare che chi sale in Alta Valle si è adeguato ad un inverno diverso e non disdegna la possibilità di fare una passeggiata, anche perché lo sciatore non viene a Giumello”. Cariboni ribadisce che “in molti vengono qui pur di non stare in città, per questo anche con il brutto tempo e la nebbia delle ultime settimane le presenze sono rimaste molto buone. E questo è di buon auspicio per il territorio”.
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Sulla stessa linea, dal Rifugio Arial sembra quasi trapelare l’idea (sugellata dal bilancio riportato sopra) che la neve sia meglio che non ci sia…. Perché questo permette di farsi una passeggiata e di salire a pranzo in rifugio come se fosse una giornata di primavera o di autunno.
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Secondo Antonio Pasquini “l’importante è che sia bel tempo”. “Quello che conta oggi è garantire un’offerta diversificata per incontrare una domanda che è sempre più varia e variegata” chiarisce poi il primo cittadino casarghese. “Oggi in montagna non va solo lo sciatore, ma anche chi vuole semplicemente stare all’aria aperta, andare sul bob, godersi un pranzo in compagnia, fare trekking. Quella dell’Alta Valle è una realtà di media montagna, che deve garantire una proposta accessibile in termini di costi e sotto il profilo logistico (su questo ultimo aspetto, il riferimento va all’Alpe Giumello e all’Alpe Paglio, facilmente raggiungibili in auto, ndr)”.

Prospettive turistiche per l’Alta Valsassina: opinioni, spunti e riflessioni
Riportiamo in questa ultima sezione una serie di interessanti considerazioni e prospettive di cui abbiamo discusso con i sopracitati attori.

Per Patrizia Gianola, i tanti investimenti che interesseranno l’Alta Valsassina (in tutte le stagioni) sono certamente da sostenere, in quanto portano una maggiore offerta ricreativa, che sarà da incentivo per nuove strutture ristorative e ricettive. La stessa ritiene che la “strada maestra” sia quella di destagionalizzare l’estate, cioè di prolungarla sostanzialmente da marzo a ottobre, in modo da farla coincidere con la stagione lacuale. “Dobbiamo saper sfruttare inverni e primavere sempre più miti, che sono anche meglio per le escursioni, rispetto a estati ormai veramente calde” spiega Gianola “e la mia idea è quella di attrarre i turisti stranieri che salgono da un Lario quasi troppo affollato. Per l’inverno, vedo invece un turismo escursionistico e di giornata, a favore di ristoranti e impianti, che contribuirà a sua volta a destagionalizzare l’estate”. La fondatrice di Alpine s.a.s. conclude rimarcando che “la base è un’offerta ricettiva di qualità, valida e professionale” e che “tutto deve avere un seguito e non fermarsi ai singoli progetti, registrando invece l’azione di tanti attori sul territorio”.
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Cristiano Cariboni commenta invece il nuovo progetto per l’osservatorio astronomico presso l’Alpe Giumello, che vede come “una bellissima cosa, dal punto di vista scientifico, turistico, naturale e nel senso di coinvolgere le nuove generazioni su questi temi. Spero sia costruito nel rispetto dell’ambiente e che si inserisca nel contesto nel migliore dei modi” aggiunge, rimarcando comunque che “io lo vedo come un’iniziativa assolutamente positiva”.
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Piermario Donadoni commenta invece l’intera strategia di rilancio dell’Alpe di Paglio e Pian delle Betulle (Winter e Summer Alta Valsassina), sottolineando come “Itav punti molto su tutte le quattro stagioni, con l’idea di valorizzare il vasto patrimonio fruibile”. “Come Itav, ci siamo innanzitutto messi al tavolo con i sei comuni dell’Alta Valsassina, per accordarci in modo da fare sistema e dare un’offerta turistica integrata 365 giorni l’anno, recuperando il grande patrimonio di seconde case che abbiamo in queste zone” aggiunge Donadoni, sottolineando in chiusura l’importanza di “partire da quello che c’è, con investimenti per valorizzare al meglio l’esistente”.
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Interessante anche lo spunto di Lorenzo Fortunato – co-gestore del Rifugio Arial – che spiega come il turismo si possa creare “anche senza grandi investimenti e cose assurde. Per queste aree vedo la possibilità di costruire un’offerta turistica genuina, slow, sana e sostenibile, che sfrutti l’esistente e impatti il meno possibile, senza la pretesa di fare paragoni e copiare quello che c’è da altre parti” aggiunge. “Queste montagne, in fondo, piacciono perché esiste ancora una realtà selvaggia, lontana da un turismo estremo e violento. Dobbiamo muoverci in questa direzione” conclude.
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Infine, Antonio Pasquini si dice felice nel vedere sempre più seconde case aperte all’Euro Villaggio, sottolineando allo stesso tempo una criticità non trascurabile: “molti condomini in quella zona non hanno sfruttato il bonus 110 per riqualificare gli impianti energetici; perciò, ci troviamo spesso di fronte ad edifici energivori, con problemi a riscaldarli e aggravi in termini di costi. Molti che hanno qui la seconda casa arrivano, ma stanno solo in giornata”. Un ultimo cenno va invece al vero punto di forza dell’Alta Valsassina, che secondo il sindaco di Casargo sono le relazioni umane, ossia quel “sentirsi a casa”, quella genuinità, spontaneità e tranquillità che sono difficili da sperimentare in località segnate da un turismo “violento”.
Alessandro Tenderini
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