Lecco, Distribuzione Moderna Organizzata: 'il contratto ci spetta', sciopero nei negozi e presidio in centro

Picchetto dei sindacati questa mattina nel cuore di Lecco. Tra le 10 e le 11 Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTucs hanno organizzato un presidio all'intersezione tra via Roma e vicolo San Giacomo, sede del negozio a marchio Carrefour, società interessata, insieme a Esselunga, dallo sciopero indetto per la giornata odierna. Alla vigilia di Pasqua hanno infatti incrociato le braccia i lavoratori e le lavoratrici delle imprese che applicano il CCNL Distribuzione Moderna Organizzata (DMO), a seguito della rottura delle trattative con Federdistribuzione per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da oltre 4 anni.
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"E' dal 2019 che noi stiamo tentando di raggiungere l'obiettivo. E' molto importante perché sappiamo quanto è successo negli ultimi quattro anni in riferimento all'inflazione post crisi pandemica: i salari hanno necessità di essere sostenuti con un aumento adeguato" spiega Tina Coviello della Fisascat CISL Monza Brianza Lecco. "Federdistribuzione fa come i gamberi: tra passi in avanti e quattro indietro. L'altro giorno abbiamo dunque rotto le trattative perché le proposte che ci hanno fatto sono del tutto inaccettabili sia dal punto di vista normativo che dal punto di vista economico. L'offerta è insufficiente perché non copre l'inflazione. Noi oggi siamo qui per dimostrare la nostra arrabbiatura, siamo offesi dal comportamento di Federdistribuzione che, distribuendo un'elemosina ai propri dipendenti, pensava di chiudere così la questione".

"Vero è che c'è stata una apertura, che non è comunque stata chiarita al tavolo di trattativa durato 17 ore, ma lo scambio sono appunto la parte normativa" aggiunge Barbara Cortinovis, segretario generale della Filcams CGIL di Lecco. "Intendiamo elementi peggiorativi per la grande distribuzione moderna organizzata (che di moderno ha ben poco). Hanno - argomenta dunque - messo in discussione la flessibilità (un aumento della flessibilità degli orari di lavoro), un utilizzo dei contratti a termine senza disciplina (che rischia così di diventare a tempo... indeterminato) e inoltre la declaratoria (e quindi le mansioni che svolgono oggi questi lavoratori e queste lavoratrici, con dei sotto inquadramenti e un vero e proprio demansionamento). Chiaro è che, dopo un periodo di pandemia con l'inflazione salita per tutti ed il profitto fatto da queste aziende (i costi della merce al supermercato gli abbiamo visti tutti) con guadagni che però evidentemente non viene ridistribuito e dopo che il governo ha dichiarato nel periodo covid questi lavoratori come essenziali, gli stessi ora devono avere una dignità e dunque il riconoscimento del contratto collettivo nazionale". 

"Non ci siamo accontentati di quello che volevano proporci. Ma è un contratto che ci spetta" la sintesi di Anna Maria Brivio della UILTucs. "Quindi scioperiamo, lo dobbiamo fare uniti più che mai perché non si può lavorare per questi quattro spicci".
A.M.
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