Bione, chiusura della piscina: Marchetti replica all'Amministrazione, smontandone la 'difesa'

La piscina rimane chiusa, ma la polemica è apertissima. Non si è fatta attendere la replica dell'ingegner Marco Marchetti all'Amministrazione Comunale di Lecco, che nei giorni scorsi aveva risposto alla petizione lanciata dal professionista per chiedere il differimento dell'avvio delle opere per la posa dei pannelli fotovoltaici sul tetto del Centro sportivo Bione, capace di raccogliere quasi 200 firme. Una contro-obiezione, quella di Marchetti, articolata punto per punto in un documento di ben 24 pagine, indirizzato al sindaco Mauro Gattinoni e agli assessori Maria Sacchi (Lavori pubblici) ed Emanuele Torri (Sport). 
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Un'immagine d'archivio della piscina

"Vi ringrazio per il riscontro ricevuto e prendo atto dalla Vostra comunicazione che la scelta di chiudere il Centro sportivo “Al Bione” sia stata per Voi sofferta, così come lo è stata per tutta l’utenza del servizio pubblico ivi erogato", si legge nell'introduzione. "Ho avuto modo in questi giorni di prendere visione della documentazione di cui all'accesso agli atti che gentilmente il Consigliere Corrado Valsecchi ha condiviso con il sottoscritto, relativamente a quanto in oggetto, e premetto che l'analisi di seguito riportata potrebbe risultare incompleta non potendo disporre di tutti i documenti. In ogni caso, dopo una attenta valutazione della documentazione tecnica di progetto e della corrispondenza disponibile, ritengo che la Vostra ricostruzione riportata nella Vostra nota, che ha poi portato alla decisione “inevitabile” della chiusura del centro Sportivo come da Voi dichiarato, sia eccessivamente parziale e non colga pienamente alcuni dettagli e sfumature che, a mio parere, avrebbero fatto la differenza e reso evitabili le conseguenze e i disagi di questa Vostra scelta. Mi permetto di dichiarare quanto sopra alla luce degli approfondimenti che ho svolti su detta documentazione, e nelle prossime pagine cercherò di mettere in luce alcune criticità che ho riscontrate nella Vostra gestione della commessa in oggetto, criticità di ambito tecnico/progettuale, economico, tempistico, e di forma".
Un'analisi, dunque, a 360 gradi, che prende le mosse da quello che secondo l'ingegner Marchetti rappresenta un'evidenza: come mai il problema relativo alla "inadeguatezza del tetto per supportare i pannelli fotovoltaici e solari termici" - per risolvere il quale si è resa necessaria, appunto, la chiusura della piscina - è stato riscontrato dalla società appaltatrice solo in corso d'opera e non già in fase di progettazione preliminare-definitiva prima, ed esecutiva poi? E se bastavano solamente “i primi sopralluoghi” (come indicato nel testo di replica dell'Amministrazione) - si chiede sempre il professionista - perché non sono stati fatti in fase di progettazione proprio al fine di ridurre detti rischi e imprevisti?
Nella querelle si è inserito anche il gruppo Appello per Lecco del già citato Corrado Valsecchi, che sottolinea di non avere "nessuna intenzione di assecondare risposte evasive e generiche (da parte dell'Amministrazione, ndr), finalizzate ad annacquare un atteggiamento istituzionale che meriterebbe ben diversa procedura di confronto e condivisione tra le forze politiche e con i cittadini".
"Pertanto, sarà, da oggi, nostra premura, grazie anche ai molti professionisti ed esperti che simpatizzano per il nostro movimento civico, chiedere loro, ogni qualvolta le risposte dell'esecutivo si manifestano troppo generiche e non soddisfano le aspettative dei contribuenti, di analizzare a fondo, assieme a noi, le documentazioni fornite e offrire alla comunità lecchese relazioni concrete e autorevoli" conclude Valsecchi.
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