Il lavoro è "povero" anche a Calolzio


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Diego Colosimo
Un'inchiesta recentissima ha rivelato che nella nostra provincia ci sono oltre 16.400 lavoratori classificati come "lavoratori poveri". A livello nazionale, l'ISTAT ha registrato 2,7 milioni di casi simili. Questo dramma sociale coinvolge anche numerosi cittadini di Calolziocorte. Colf, badanti, operaie, lavoratori delle cooperative e altri sono spesso impiegati per paghe irrisorie.

Da diversi mesi, le forze politiche parlamentari discutono una proposta di legge sul salario minimo. È interessante notare che il salario minimo è già in vigore in 21 stati europei su 27. La nostra Costituzione, all'articolo 36, afferma che chi lavora ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro, sufficiente a garantire un'esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia. Purtroppo, questo diritto viene costantemente violato in Italia, con quasi tre milioni di persone che, nonostante lavorino, vivono in povertà.

È necessario un cambiamento di rotta e l'approvazione di una legge sul salario minimo in Italia. Un intervento legislativo non solo rafforzerebbe la contrattazione collettiva, ma aiuterebbe anche a contrastare i contratti "pirata", le false imprese, le cooperative fasulle e le esternalizzazioni che portano alla sottopagamento dei lavoratori.

Per sostenere questa causa, abbiamo recentemente presentato un ordine del giorno al Consiglio Comunale a favore di un salario minimo affinché venga introdotta, in tutti i bandi e gli avvisi per l’affidamento o assegnazione degli appalti comunali, una clausola contrattuale che impegni gli operatori economici a riconoscere ai lavoratori impegnati a qualsiasi titolo negli appalti e nei subappalti, un trattamento economico minimo non inferiore - ferme restando le pattuizioni di miglior favore - alla retribuzione minima di 9 euro lordi l’ora.
Diego Colosimo - Cambia Calolzio
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