Galbiate: da immobile confiscato a CDI per anziani, i dieci anni di Le querce di Mamre

Dieci anni sono trascorsi dall'inaugurazione del Centro Diurno Integrato per anziani "Le querce di Mamre" a Galbiate, dieci anni in cui un bene sottratto alla mafia è stato restituito alla comunità grazie all'impegno di istituzioni e associazioni del territorio.

Da sinistra il volontario Caritas Giuseppe Riva, la referente del centro diurno Désirée Bonacina,
l'ex assessore Antonietta Serratoni, la responsabile area anziani e il presidente L'Arcobaleno Claudia Pattarini e Renato Ferrario,
l'attuale assessore ai servizi sociali Amabile Milani

Erano gli anni '90 quando con l'operazione "Wall Street" la questura sequestrò numerosi immobili di proprietà della criminalità organizzata, tra cui anche la villetta in via Caduti di via Fani 12 a Galbiate che, un tempo appartenuta ai Coco-Trovato, ospita oggi il Centro Diurno integrato. Dopo la confisca, il comune di Galbiate accettò l'affidamento da parte del Ministero degli Interni, risolse l'ipoteca di 87 milioni di lire che gravava sull'edificio e divenne così proprietario del bene, proponendo la realizzazione di un servizio per anziani. Nel 1998 Don Virginio Colmegna, direttore della Caritas Ambrosiana, si dichiarò disponibile a sostenere l'iniziativa, al tempo unica nel suo genere. Individuata la Cooperativa L'Arcobaleno come ente gestore del servizio e terminati i lavori di ristrutturazione, il 29 maggio del 2004 il CDI fu inaugurato alla presenza di Rita Borsellino. "Si è trattato di raccogliere la sfida" ha commentato l'ex assessore ai servizi sociali del comune di Galbiate Antonietta Serratoni durante la conferenza stampa di ieri, venerdì 8 maggio, spiegando: "è stato impegnativo recuperare i fondi, ma soprattutto la proposta di un centro diurno integrato era all'epoca qualcosa di completamente nuovo per il territorio. Un'opportunità che abbiamo potuto cogliere grazie all'interessamento di Caritas e Comunità Montana".

Immagini della struttura tratte dal sito della Cooperativa

Apparentemente del tutto simile alle villette del vicinato, la struttura si innalza su due piani, mentre quello che un tempo era un bunker interrato nascosto alla vista di tutti è oggi il primo luogo di accoglienza dell'ospite e l'area più vissuta della struttura, con la palestra e la sala comune. Lo spazio dissotterrato è caratterizzato da grandi porte finestre, allo scopo di rendere luminoso e visibile ciò che era prima cupo e clandestino: "la restituzione ha dato una luce, è un messaggio forte che arriva immediatamente a quanti entrano in contatto con un bene restituito alla società. Toccando questi muri tocchiamo la legalità" è intervenuto Renato Ferrario, presidente de L'Arcobaleno Onlus.
Quello del CDI "Le Querce di Mamre" è stato uno dei primi esempi di recupero così pronto, efficace e duraturo di un bene sottratto alla mafia, tanto da attirare l'interesse dei media nazionali e internazionali: "il Financial Times, il Sole 24 Ore, Report e un'emittente svizzera ci hanno dedicato dei servizi" ha evidenziato orgogliosamente Giuseppe Riva, volontario della Caritas fortemente coinvolto nel progetto, concludendo: "ma soprattutto, dopo dieci anni siamo ancora qui a festeggiarlo. Questa è davvero una vittoria per tutti".

Come Abramo diede ospitalità e accoglienza ai tre uomini che si presentarono alle Querce di Mamre, lasciandoli poi proseguire per il loro cammino; così il centro diurno integrato ospita anziani parzialmente autosufficienti dal mattino al tardo pomeriggio, lasciandoli ritornare alle proprie case la sera. "È un servizio molto prezioso, perché permette agli anziani di mantenere una propria autonomia contrastando l'isolamento, e alle famiglie di ricevere un sostegno nella cura del congiunto, protraendo l'inserimento degli anziani in difficoltà nel proprio ambiente naturale di vita famigliare e rallentando l'entrata nelle case di riposo" ha commentato l'attuale assessore ai servizi sociali Amabile Milani.


In questi dieci anni di vita la struttura ha accolto in totale 187 ospiti provenienti dal territorio di Galbiate e dai comuni limitrofi, rispondendo ai bisogni di anziani e famiglie con un servizio finalizzato al benessere della persona. Per festeggiare questo importante traguardo, sabato 16 maggio dalle ore 9 alle ore 13 l'auditorium "Senatore Cesare Golfari" di Galbiate ospiterà un convegno aperto alla cittadinanza, dove questo decennio di attività sarà ripercorso grazie alla partecipazione di diverse figure legate alla storia e all'attuazione del servizio, come i rappresentanti della Cooperativa L'Arcobaleno, dell'amministrazione comunale, della Parrocchia, dell'ASL e delle associazioni con cui il CDI collabora; tra queste anche "Libera", i cui esponenti illustreranno le iniziative finalizzate alla promozione di una cultura della legalità.
"Il convegno, dal titolo di "10 anni di un bene sottratto alla mafia e restituito alla comunità", sarà diviso in due parti - ha illustrato Claudia Pattarini, responsabile dell'area anziani per L'Arcobaleno Onlus - nella prima, ai saluti delle autorità seguirà la presentazione dell'attività realizzata nel corso di questi anni e delle prospettive evolutive, mentre dopo il coffee break delle ore 10.30 verrà proiettato in anteprima un video autobiografico, realizzato in collaborazione con il MEAB e la Parrocchia, che vedrà protagonisti gli ospiti del Centro Diurno. La manifestazione si chiuderà poi con un momento di riflessione e dialogo tra don Roberto Davanzo, Direttore di Caritas Ambrosiana, e Annalori Ambrosoli, vedova dell'avvocato Giorgio Ambrosoli ucciso nel 1979 dalla criminalità organizzata. Moderatore sarà Gianluca Castelnuovo, docente associato alla Facoltà di Psicologia dell'Università Cattolica di Milano".
Il centro diurno in via Caduti di via Fani nel frattempo resterà aperto tutta la mattinata, per permettere anche ai famigliari degli ospiti di partecipare al convegno.
Per visualizzare la locandina completa dell'iniziativa, clicca qui.
Elena Toni
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