Lecco: nuova metodica per la diagnosi e la cura dei calcoli salivari

Renato Piantanida
“La procedura scialendoscopica – spiega Renato Piantanida , direttore dell’Otorinolaringoiatria di Lecco- consente di ispezionare l’interno delle ghiandole salivari maggiori. Attraverso gli orifizi posti a livello della bocca (sotto la lingua e a livello della guancia) si entra , con fibre ottiche miniaturizzate, nel sistema di canali che portano la saliva dalle ghiandole fino al cavo orale. E’ proprio all’interno di questi canali – continua lo specialista - che possono formarsi i calcoli, costituiti da componenti minerali della saliva, che ostruiscono i condotti salivari e provocare rigonfiamenti , anche dolorosi , della ghiandola colpita”.
La metodica consente anche il trattamento dei calcoli ovvero la loro rimozione, sempre che le loro dimensioni permettano l’estrazione tramite gli orifizi salivari naturali (generalmente è praticabile per calcoli dai 3 agli 8 mm).
La durata della scialoendoscopia diagnostica (ispezione dei canali ed identificazione di eventuali calcoli) è di circa 30-40 minuti. I tempi possono allungarsi fino a oltre un’ora se si procede a rimuovere i calcoli (scialoendoscopia operativa). Impegnati , in particolare, con questa metodica sono gli otorinolaringoiatri Eleonora Casati e Matteo Giovari.
Si è incominciato a introdurre la scialoendoscopia nei centri ospedalieri circa 10 anni fa. “In precedenza – afferma Piantanida - l’unica alternativa per chi presentava patologie ricorrenti delle ghiandole salivari maggiori era la chirurgia in anestesia generale che comportava la rimozione di tutta la ghiandola ammalata tramite un incisione a livello del collo ed un intervento della durata di alcune ore. La chirurgia tradizionale è tuttora praticata ma solo nei casi in cui le dimensione dei calcoli o la loro posizione non consentano la rimozione per via endoscopica”.
