Lecco, i sindaci del dopoguerra/10: nel '79 dopo la parentesi di Marco Calvetti e il commissario, eletto Giuseppe Resinelli
Nel 1979 i lecchesi andarono alle urne tre volte: il 3 giugno, per le politiche, il 10 giugno, per le europee ed il 14 ottobre, per le comunali. Queste ultime erano state anticipate dopo un mandato singolarmente vivace: c'erano stati tre sindaci in quattro anni. Prima Rodolfo Tirinzoni, dal 1975 all'autunno 1976; poi Giuseppe Resinelli, dal 1976 alla primavera 1979, quando vi fu la breve Giunta Calvetti, finita con la nomina del Commissario Prefettizio. Breve era stata anche la legislatura della Repubblica. Si andò alle urne dopo soli tre anni. Per la prima volta dal 1948, salvo lo stop del 1958, il P.C.I. subiva una netta flessione. Sarebbero state le ultime elezioni di Tommaso Morlino al Senato. Eletto per la quarta volta a Palazzo Madama divenne presidente del Senato. Morì improvvisamente a 57 anni a Roma, nel maggio 1983, mentre assolveva un delicato compiti di ricognizione politica avviato per incarico del presidente della Repubblica Sandro Pertini. Nel 1983 tornava per la terza volta in Parlamento il lecchese Guido Alborghetti, eletto nel P.C.I.
Nel 1979, l'anno per i lecchesi delle tre elezioni, come già detto, si concludeva anche la presidenza regionale di Cesare Golfari, iniziata nel 1974, secondo presidente di Lombardia, dopo il primo che è stato Piero Bassetti. Golfari, sollevato dagli impegni massicci al Pirellone di Milano, trascorreva parecchie ore nella storica sede della D.C. di via Mascari, seguendo, per la verità più divertito che preoccupato, le vicende sempre agitate al Comune di Lecco. Ai giornalisti milanesi che lo interpellavano telefonicamente "Presidente, sono finite le ferie? Quando riprende qualche incarico?" ..... Golfari era indicato come possibile presidente di una prestigiosa istituzione a livello nazionale. Ai giornalisti rispondeva "Sono nel ridotto di Lecco, a due passi da quello forse più famoso della Valtellina".
Tornando al Comune era ancora il quotidiano l'Ordine a mantenere alto il dibattito, sottolineando che una cronaca puntuale e profonda di quello che si stava verificando a Lecco, non poteva che mettere in evidenza "la sempre più costante sintonia dell'ex democristiano Marco Calvetti con le posizioni del P.C.I., un cammino iniziato dopo le elezioni del 15 giugno 1975, quando Calvetti era però stato eletto nelle liste dello Scudo Crociato (ottenendo un risulta di preferenze forse inferiore alle attese) e che sembrava aver accelerato il ritmo di marcia nella ultime settimane all'insegna di una prospettiva di una Giunta di emergenza senza la D.C.
Il giornalista Umberto Filacchione, dal canto suo scriveva "Calvetti graffia e lascia il segno. Il divertimento che prova manifesta la buona razza che esprime. Lui stesso si dipinge come un irrequieto animale politico, convinto che la politica è una dimensione a sé, cioè non è la risultante di conoscenze apprese da discipline diverse, di cui si fa la sintesi, ma è una dimensione aperta e chiusa in sé". Calvetti aggiunge "E' soprattutto una mia vocazione di fondo, quella di anticipare i tempi, vedendo la realtà in termini progettuali. Sono indipendente di sinistra e tale posizione ha la sua rispondenza storica. Mi riconosco, infatti, in tutta l'elaborazione della sinistra storica ed, in particolare, del P.C.I. e del P.S.D.I. Sono coerente con la mia precedente militanza di sinistra nelle D.C. sono convinto che la D.C. nel nostro territorio è di estrazione popolare con una larga rappresentanza di lavoratori".
La nuova maggioranza municipale, con la Giunta senza la Democrazia Cristina, è sempre più possibile e vicina. Alcune perplessità di fronte alla nuova alleanza politica si registrano tra le file del P.C.I. "Se entriamo in Giunta - dichiara un anziano militante dagli anni dalla lotta clandestina - lo facciamo per controllare una situazione che a prima vista appare difficilmente controllabile". Marco Calvetti diventa sindaco con il minimo dei voti richiesti. Vice sindaco è il socialista Armando Pigozzo. Il P.C.I. porta in Giunta Sergio Friso, Pasquale Borghini, Luigi Canali.
Cesare Golfari lascia, intanto, il "ridotto" di via Mascari e convoca una assemblea generale cittadina dei quadri del partito, dal gruppo consiliare in Comune alle sezioni tutte, ai rappresentanti nelle aziende municipalizzate ed altri enti pubblici. L'assemblea si tiene nel salone del convegno parrocchiale Toniolo, di via Mascari, presso la Basilica, storico ritrovo degli "uomini cattolici", dove il presidente è Aldo Rossi, alla guida dell'ospedale di Lecco, dopo essere stato presidente dell'Amministrazione Provinciale di Como.. La sala è incapace di accogliere tutti i presenti, che si affollano anche all'aperto, approfittando di finestre e porte spalancate, essendo una calda serata estiva. Invadono anche l'attiguo campo di bocce, teatro di interminabili sfide serali estive , dove spicca, per potenza e precisione, la "bocciata" del dott. Aristide Bolla, consigliere provinciale D.C., salutata sempre da ovazioni dei presenti. Ma non è un'ovazione quella che accompagna un passaggio di Cesare Golfari quando menziona il nome del nuovo sindaco eletto praticamente con i voti di tutti o quasi, senza quelli democristiani nelle cui file era stato eletto il 15 giugno 1975. Golfari indica una linea pratica, dura, inflessibile di opposizione mirata, calcolata e programmata in ogni fase di vita civica, anche nella gestione degli enti collaterali al municipio.
Ma c'è un nuovo colpo di scena. L'ex sindaco Rodolfo Tirinzoni, che da consigliere indipendente aveva votato il nuovo sindaco Marco Calvetti, con voto determinante per raggiungere l'esigua maggioranza, fa pervenire una lettera di dimissioni immediate da consigliere. Il gesto rappresenta un rimescolamento generale, in quanto chi subentrerà al posto di Tirinzoni è il primo dei non eletti della lista democristiana e, quindi, sposta di nuovo i rapporti di forza all'interno del consiglio comunale. Il nuovo eletto è, infatti, Tommaso Falbo, un fedelissimo dello Scudo Crociato.
L'opposizione della D.C. è vivace e presente anche tra l'opinione pubblica, con volantinaggi che si effettuano tra le bancarelle del mercato, presso fabbriche e scuole, grazie all'impegno di giovani attivisti delle sezioni di Maggianico ed Olate.
Mancano, comunque, i numeri per una maggioranza stabile che rilanci un'amministrazione operativa. C'è da ricordare che lo scenario nazionale di ormai una stagione fin troppo lunga è più che mai irrequieto e tormentato. La storia nazionale ha vissuto dal 1969 al 1974 il periodo detto della strategia della tensione, da piazza Fontana a Milano agli attentati di Brescia ed al treno Italicus. Ha, poi, avuto inizio il periodo del terrorismo delle B. R. , che proprio nel 1978 ha raggiunto il suo momento più eclatante, con il sequestro di Aldo Moro, l'agguato di via Fani alla sua scorta formata da cinque appartenenti alle forze dell'ordine e poi l'assassinio dello stesso leader democristiano, dopo una lunga, disumana prigionia.
Occorre rinnovare ed interpellare tutti, affidando al popolo sovrano il giudizio sul futuro municipale dopo un periodo così ricco di colpi di scena.
L'estate è densa di trattative e di riunioni, in quanto, soprattutto da parte di alcuni esponenti del P.S.I., c'è il tentativo di formare una lista civica di larga apertura a tutte le componenti democratiche e popolari, con la candidatura a sindaco di Marco Calvetti. Ma il progetto non trova seguito. La D.C. punta subito, invece, alla candidatura di Giuseppe Resinelli, in Comune dal 1970 con una positiva attività nel settore delicato e primario dell'Urbanistica.
Al Comune di Lecco arriva, intanto il commissario prefettizio, nella persona del vice prefetto di Como dott. Napoleone Bruni. Non accadeva dall'estate 1948, cioè oltre trent'anni prima, quando si era dimessa la Giunta rossa, P.S.I. - P.C.I., con il sindaco socialista Giuseppe Mauri dopo il trionfo democristiano di Alcide De Gasperi nelle politiche.
Le elezioni municipali di ottobre sono un successo per la D.C. e per il capo lista, candidato sindaco, Giuseppe Resinelli. La D.C. ottiene 19 seggi ed è sufficienti un'alleanza con P.S.D.I. e P.L.I. per varare una nuova Giunta. Il socialdemocratico Enrico Azzoni diventa vice sindaco, i liberali Franco Meschi e Roberto Rusconi diventano assessori. Entrano in Giunta anche i democristiani Paolo Mauri e Giulio Boscagli, che saranno i futuri sindaci. Giulio Boscagli, che diventa assessore alla Pubblica Istruzione, è un debuttante e proviene dal Movimento Popolare, il braccio politico di Comunione e Liberazione.
Il mandato amministrativo di Giuseppe Resinelli dura dal 1979 alla primavera 1983, quando le amministrative sono associate alle elezioni politiche, Resinelli, candidato alla Camera dei Deputati, manca per pochi voti l'elezione a Montecitorio. Sindaco diventa Paolo Mauri. Alle politiche dell'83 è vacante il seggio senatoriale di Lecco, per l'improvvisa scomparsa di Tommaso Morlino. Spunta la candidatura di Maria Paola Colombo Svevo, di Arcore, già assessore regionale. Viene eletta a Palazzo Madama, ma c'è un'emorragia di voti. Il 1983 è stato il grande anno di Piero Fiocchi, eletto senatore nel Partito Liberale, con notevole successo personale. Venne premiata la linea della "lecchesità", sostenuta con vigore dal Giornale di Lecco, dove era direttore Marco Calvetti.
Il 1983 è anno da ricordare perché hanno inizio gli attesi lavori dell'attraversamento viabilistico di Lecco. I primi risalgono, infatti, all'estate 1983, quando lungo l'asse di via Fiandra e Pergola, in zona Caleotto, vennero rimossi i sottoservizi ENEL, SIP, ACEL, per consentire i lavori nella pancia delle costruende gallerie. Era passato il progetto "corto", quello del collegamento direttissimo sotto la città, muovendo dalla zona vicina al terzo ponte, subito in direzione monte San Martino. L'altro progetto, il "lungo" avrebbe evitato il sottopassaggio al Caleotto, con un tracciato ad ampio semicerchio intorno alle prime falde montane della città. Era più lungo di quattro chilometri, rispetto al direttissimo; vi furono, perciò, preoccupazioni per spese ed i relativi finanziamenti. Per il "lungo" erano coloro che preferivano evitare alla città estese interruzioni stradali di cantiere e notevoli variazioni nella rete di sottoservizi. Si parlò subito del nodo Caleotto, dove era già noto che la Ferriera era sorta nel 1896, anche per un sottosuolo ricco di riserve idriche, che potevano essere usate per il raffreddamento dei forni incandescenti di colata. E, come noto, per questa situazione diversi problemi vi sono stati nel corso dei lavori. Il Terzo Ponte sull'Adda venne, invece, inaugurato nel 1985, rispettando la tabella di marcia.
Nel 1979, l'anno per i lecchesi delle tre elezioni, come già detto, si concludeva anche la presidenza regionale di Cesare Golfari, iniziata nel 1974, secondo presidente di Lombardia, dopo il primo che è stato Piero Bassetti. Golfari, sollevato dagli impegni massicci al Pirellone di Milano, trascorreva parecchie ore nella storica sede della D.C. di via Mascari, seguendo, per la verità più divertito che preoccupato, le vicende sempre agitate al Comune di Lecco. Ai giornalisti milanesi che lo interpellavano telefonicamente "Presidente, sono finite le ferie? Quando riprende qualche incarico?" ..... Golfari era indicato come possibile presidente di una prestigiosa istituzione a livello nazionale. Ai giornalisti rispondeva "Sono nel ridotto di Lecco, a due passi da quello forse più famoso della Valtellina".

La cerimonia del 4 novembre 1975
Il giornalista Umberto Filacchione, dal canto suo scriveva "Calvetti graffia e lascia il segno. Il divertimento che prova manifesta la buona razza che esprime. Lui stesso si dipinge come un irrequieto animale politico, convinto che la politica è una dimensione a sé, cioè non è la risultante di conoscenze apprese da discipline diverse, di cui si fa la sintesi, ma è una dimensione aperta e chiusa in sé". Calvetti aggiunge "E' soprattutto una mia vocazione di fondo, quella di anticipare i tempi, vedendo la realtà in termini progettuali. Sono indipendente di sinistra e tale posizione ha la sua rispondenza storica. Mi riconosco, infatti, in tutta l'elaborazione della sinistra storica ed, in particolare, del P.C.I. e del P.S.D.I. Sono coerente con la mia precedente militanza di sinistra nelle D.C. sono convinto che la D.C. nel nostro territorio è di estrazione popolare con una larga rappresentanza di lavoratori".
La nuova maggioranza municipale, con la Giunta senza la Democrazia Cristina, è sempre più possibile e vicina. Alcune perplessità di fronte alla nuova alleanza politica si registrano tra le file del P.C.I. "Se entriamo in Giunta - dichiara un anziano militante dagli anni dalla lotta clandestina - lo facciamo per controllare una situazione che a prima vista appare difficilmente controllabile". Marco Calvetti diventa sindaco con il minimo dei voti richiesti. Vice sindaco è il socialista Armando Pigozzo. Il P.C.I. porta in Giunta Sergio Friso, Pasquale Borghini, Luigi Canali.
Cesare Golfari lascia, intanto, il "ridotto" di via Mascari e convoca una assemblea generale cittadina dei quadri del partito, dal gruppo consiliare in Comune alle sezioni tutte, ai rappresentanti nelle aziende municipalizzate ed altri enti pubblici. L'assemblea si tiene nel salone del convegno parrocchiale Toniolo, di via Mascari, presso la Basilica, storico ritrovo degli "uomini cattolici", dove il presidente è Aldo Rossi, alla guida dell'ospedale di Lecco, dopo essere stato presidente dell'Amministrazione Provinciale di Como.. La sala è incapace di accogliere tutti i presenti, che si affollano anche all'aperto, approfittando di finestre e porte spalancate, essendo una calda serata estiva. Invadono anche l'attiguo campo di bocce, teatro di interminabili sfide serali estive , dove spicca, per potenza e precisione, la "bocciata" del dott. Aristide Bolla, consigliere provinciale D.C., salutata sempre da ovazioni dei presenti. Ma non è un'ovazione quella che accompagna un passaggio di Cesare Golfari quando menziona il nome del nuovo sindaco eletto praticamente con i voti di tutti o quasi, senza quelli democristiani nelle cui file era stato eletto il 15 giugno 1975. Golfari indica una linea pratica, dura, inflessibile di opposizione mirata, calcolata e programmata in ogni fase di vita civica, anche nella gestione degli enti collaterali al municipio.
Ma c'è un nuovo colpo di scena. L'ex sindaco Rodolfo Tirinzoni, che da consigliere indipendente aveva votato il nuovo sindaco Marco Calvetti, con voto determinante per raggiungere l'esigua maggioranza, fa pervenire una lettera di dimissioni immediate da consigliere. Il gesto rappresenta un rimescolamento generale, in quanto chi subentrerà al posto di Tirinzoni è il primo dei non eletti della lista democristiana e, quindi, sposta di nuovo i rapporti di forza all'interno del consiglio comunale. Il nuovo eletto è, infatti, Tommaso Falbo, un fedelissimo dello Scudo Crociato.
L'opposizione della D.C. è vivace e presente anche tra l'opinione pubblica, con volantinaggi che si effettuano tra le bancarelle del mercato, presso fabbriche e scuole, grazie all'impegno di giovani attivisti delle sezioni di Maggianico ed Olate.
Mancano, comunque, i numeri per una maggioranza stabile che rilanci un'amministrazione operativa. C'è da ricordare che lo scenario nazionale di ormai una stagione fin troppo lunga è più che mai irrequieto e tormentato. La storia nazionale ha vissuto dal 1969 al 1974 il periodo detto della strategia della tensione, da piazza Fontana a Milano agli attentati di Brescia ed al treno Italicus. Ha, poi, avuto inizio il periodo del terrorismo delle B. R. , che proprio nel 1978 ha raggiunto il suo momento più eclatante, con il sequestro di Aldo Moro, l'agguato di via Fani alla sua scorta formata da cinque appartenenti alle forze dell'ordine e poi l'assassinio dello stesso leader democristiano, dopo una lunga, disumana prigionia.
Occorre rinnovare ed interpellare tutti, affidando al popolo sovrano il giudizio sul futuro municipale dopo un periodo così ricco di colpi di scena.
L'estate è densa di trattative e di riunioni, in quanto, soprattutto da parte di alcuni esponenti del P.S.I., c'è il tentativo di formare una lista civica di larga apertura a tutte le componenti democratiche e popolari, con la candidatura a sindaco di Marco Calvetti. Ma il progetto non trova seguito. La D.C. punta subito, invece, alla candidatura di Giuseppe Resinelli, in Comune dal 1970 con una positiva attività nel settore delicato e primario dell'Urbanistica.
Al Comune di Lecco arriva, intanto il commissario prefettizio, nella persona del vice prefetto di Como dott. Napoleone Bruni. Non accadeva dall'estate 1948, cioè oltre trent'anni prima, quando si era dimessa la Giunta rossa, P.S.I. - P.C.I., con il sindaco socialista Giuseppe Mauri dopo il trionfo democristiano di Alcide De Gasperi nelle politiche.

Giuseppe Resinelli
Il mandato amministrativo di Giuseppe Resinelli dura dal 1979 alla primavera 1983, quando le amministrative sono associate alle elezioni politiche, Resinelli, candidato alla Camera dei Deputati, manca per pochi voti l'elezione a Montecitorio. Sindaco diventa Paolo Mauri. Alle politiche dell'83 è vacante il seggio senatoriale di Lecco, per l'improvvisa scomparsa di Tommaso Morlino. Spunta la candidatura di Maria Paola Colombo Svevo, di Arcore, già assessore regionale. Viene eletta a Palazzo Madama, ma c'è un'emorragia di voti. Il 1983 è stato il grande anno di Piero Fiocchi, eletto senatore nel Partito Liberale, con notevole successo personale. Venne premiata la linea della "lecchesità", sostenuta con vigore dal Giornale di Lecco, dove era direttore Marco Calvetti.
Il 1983 è anno da ricordare perché hanno inizio gli attesi lavori dell'attraversamento viabilistico di Lecco. I primi risalgono, infatti, all'estate 1983, quando lungo l'asse di via Fiandra e Pergola, in zona Caleotto, vennero rimossi i sottoservizi ENEL, SIP, ACEL, per consentire i lavori nella pancia delle costruende gallerie. Era passato il progetto "corto", quello del collegamento direttissimo sotto la città, muovendo dalla zona vicina al terzo ponte, subito in direzione monte San Martino. L'altro progetto, il "lungo" avrebbe evitato il sottopassaggio al Caleotto, con un tracciato ad ampio semicerchio intorno alle prime falde montane della città. Era più lungo di quattro chilometri, rispetto al direttissimo; vi furono, perciò, preoccupazioni per spese ed i relativi finanziamenti. Per il "lungo" erano coloro che preferivano evitare alla città estese interruzioni stradali di cantiere e notevoli variazioni nella rete di sottoservizi. Si parlò subito del nodo Caleotto, dove era già noto che la Ferriera era sorta nel 1896, anche per un sottosuolo ricco di riserve idriche, che potevano essere usate per il raffreddamento dei forni incandescenti di colata. E, come noto, per questa situazione diversi problemi vi sono stati nel corso dei lavori. Il Terzo Ponte sull'Adda venne, invece, inaugurato nel 1985, rispettando la tabella di marcia.
Aloisio Bonfanti