Calolzio: presidio sull'Adda per dire basta a 'tragedie del mare' e strumentalizzazioni

Un presidio sulle rive del fiume Adda ma con lo sguardo puntato verso il mar Mediterraneo. Domenica 24 maggio il Pd di Calolziocorte ha voluto organizzare un'installazione di fronte al Monastero del Lavello per riflettere sul dramma dei migliaia di migranti che ogni anno perdono la vita cercando di raggiungere le nostre coste, sognando una vita di benessere e felicità. Padri di famiglia e giovani, donne e bambini che hanno trovato la morte nelle acque tra l'Africa e Sicilia.

Per ricordare le vittime e per riflettere sui doveri della Politica, il capogruppo dem Roberto Monteleone ha cosi organizzato un simbolico presidio. Di fronte al monastero è comparsa una barca malconcia e tutt'intorno, sparse tra le onde, calze, scarpe, indumenti galleggianti sull'acqua.
Segni delle tante esistenze inghiottite dal mare. Troppo spesso tra l'indifferenza della comunità internazionale.

"Quello dell'immigrazione è un problema sicuramente complesso, che non si deve sottovalutare e che si deve invece affrontare con un nuovo approccio politico, che chieda a tutti gli stati d'Europa di assumersi le proprie responsabilità" è stato il messaggio lanciato da Monteleone. "Invece altre forze politiche, a partire dalla Lega Nord, non fanno altro che sfruttare questa seria problematica, cavalcandola solo per opportunità politica".

Tanti i calolziesi hanno voluto esprimere la propria vicinanza a tutte le vittime realizzando delle piccole barchette di carta, delicatamente depositate per terra per esprimere, come tante lacrime, il dolore per il dramma umanitario che si sta consumando sulle nostre coste.
Urlando cosi a gran voce: "Il Mediterraneo è un mare, non un cimitero".

"Negli ultimi 20 anni nessuno governo ha fatto nulla" ha continuato il segretario Pd. "Oggi invece, attraverso l'Alto Rappresentante Federica Mogherini, stiamo portando avanti in Europa un piano elaborato sul problema dell'immigrazione: fondato su 4 pilastri: aiuti ai paesi di origine e transito dei migranti; controllo della frontiere a sud della Libia e nei paesi limitrofi; missioni di sicurezza a difesa contro trafficanti e scafisti; infine - il più controverso - l'obbligatorietà della suddivisione dei profughi in base ad un meccanismo di quote".

Anche da Calolzio si è voluto così lanciare un chiaro messaggio all'Unione Europea: "Esortiamo i leader europei a mettere al primo posto i diritti e la dignità umana, ora che sono chiamati a trovare un accordo, una risposta comune alla crisi umanitaria del Mediterraneo. L'UE si fonda sui principi fondamentali di umanità, solidarietà, rispetto dei diritti umani: esortiamo gli Stati membri a dar prova della propria leadership morale e politica adottando un piano d'azione globale e lungimirante incentrato su questi valori".

Di fronte alla lenta corrente dell'Adda, si è chiesto così che anche le acque del Mediterraneo non siano più portatrici di morte. Rivolgendo un pensiero particolare alle 900 vittime del naufragio del 19 aprile, ancora disperse nelle profondità del mare.

A loro, e a tutti i morti, è andata la ‘'preghiera laica'' di Erri de Luca:
Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell'isola
e del mondo, sia benedetto il tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale,
accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature,
che tornano al mattino con la pesca
dei naufraghi salvati.

P.V.
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