Movimenti post guerra del cavalierino: Hofmann chiede alla Regione le scuse, il vaso di coccio tentenna, FI perde ancora pezzi

Se fino a ieri la segreteria provinciale di Forza Italia sembrava vacillare, oggi trema. Un nuovo scossone ne ha minato le fondamenta, dopo che lo stesso Roberto Gagliardi col cucchiaino si è scavato, mossa dopo mossa, la fossa. Anna Scola, coordinatrice di Azzurro Donna nel lecchese, anima del movimento in Val San Martino (unica area che esprime oltre ad un vicesindaco di peso tesserato, un rappresentante in Provincia), si è dimessa da ogni incarico all'interno del partito, in evidente disaccordo con il gruppo. 
Militante storica, mai in prima linea non avendo velleità di carriera rispetto a stelle e stelline in cerca di luce, ma instancabile lavoratrice dietro le quinte, capace di coinvolgere volti nuovi – come la stessa Silvia Bosio, oggi l'esponente più alto in grado sul territorio –  e di valorizzare figure come quella di Dario Gandolfi, recentemente nominato segretario di zona, la calolziese lascia a pochi giorni dall'addio anche di Patrizia Milani, prima ad aver platealmente manifestato dissenso per la gestione Gagliardi. 
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Anna Scola, Silvia Bosio e Angela Fortino in una foto scattata il giorno dell'elezione della seconda in Provincia

Se per la professoressa, delegata dal dipartimento istruzione del direttivo in carico, la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata la mancata presa di posizione del Segretario in riferimento alla minacce e dagli insulti subiti dalla consigliera Bosio (sua figlia, sottolinea chi mira a depotenziarne la mossa), il malessere di Anna Scola, da quanto trapelato, sembrerebbe avere radici più profonde, con la vicenda stalking e l'ultimo comunicato circa la “guerra del cavalierino” andati a scavare un solco già tracciato. E noto anche agli organismi sovraprovinciali del partito, già più volte interpellati da più forzisti locali con l'auspicio di un intervento per correggere la rotta, cambiando un capitano evidentemente non in grado di fare con i suoi ciò che, soltanto venerdì, dopo la vicenda Varenna, ha chiesto di fare agli alleati: giocare di squadra. 
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Il Segretario di Forza Italia Lecco Roberto Gagliardi

Persi in quindici giorni due colonnelli, il Gagliardi dell'amatissimo presidente ha sostanzialmente perso anche la faccia. E, dando tempo al tempo, in assenza di interventi dall'alto, finirà anche per vedersi sfilare la stessa Bosio, giovane e inesperta, come l'ha bollata qualcuno per tentare di tarparle le ali, ma indubbiamente di carattere e assai meno malleabile di chi si accoda dal Segretario sognando un posto al sole nel CdA di Lario Reti o nella fantomatica futura Giunta – evidentemente in formato extra large - della Lecco riconquistata. 
A credere nel ribaltone nel capoluogo è rimasto solo il coordinatore azzurro. Lega e Fratelli d'Italia del resto sembrano più concentrati ad alimentare lo scontro interno che a cercare l'anti-Gattinoni, nonostante, dopo il netto passo indietro di Piazza, l'ipotizzato lancio di un sondaggio da parte dei meloniani per testare il potenziale di un paniere di proprio nomi, da Fiocchi jr a Boscagli, passando per “l'opposizione” interna e dunque per Antonio Pasquini, buttato nella mischia forse forse per essere bruciato (non sorprenderebbe) o, per far drizzare i capelli a Antonella Maria Faggi, pronta, quindici anni dopo la caduta, secondo qualcuno, a ritornare in campo - anzi no, “non chiedetemelo...” - per Make Lecco Great Again (sob!).
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Il consigliere regionale Giacomo Zamperini e il Segretario di FdI Alessandro Negri

Vani, tra l'altro, i tentativi - assai poco ortodossi - di mettere il coperchio, a quanto accaduto a Villa Monastero: in Regione – dove i fatti erano già stati riferiti anche direttamente al Presidente Fontana – è arrivata la richiesta di scuse formalizzata da Alessandra Hofmann quale rappresentante dalla Provincia, intenzionata a non lasciar correre lo sgarbo istituzionale, tanto da aver convocato sul tema anche una riunione di maggioranza. Nella città dei Promessi Sposi, facile immaginare chi ha impersonato don Abbondio, non potendosi apertamente smarcare dal proprio consigliere regionale, così adirato per l'accaduto da lasciarsi andare in una serie di messaggi uno peggio dell'altro, ma, forte del mandato popolare, non parcheggiabile come una qualunque concorrente scartata da Miss Italia. Denunciabile, passato eventualmente il limite, però sì.
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