Lecco, la Marcia della Pace arriva in Piazza Garibaldi: ''Educare, informarsi, mobilitarsi è politica, ed è necessario''
Nel tardo pomeriggio di ieri la Marcia della Pace, partita da Olginate, è giunta in Piazza Garibaldi, in un’atmosfera intensa, sentita, in cui l’urgenza della pace e della giustizia è risuonata nelle parole di giovani, educatori, amministratori e attivisti.

A scandire il momento iniziale dell’iniziativa, sono state tre studentesse del liceo Medardo Rosso – Irene Fumagalli, Nicole Gallo e Andrea Frascona – che hanno coordinato il momento musicale e dato voce a una lettera anonima, scritta da una compagna, dopo l’incontro con Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, durante una visita all’istituto.

''Le parole di Egidia e la storia di suo figlio mi resteranno impresse per sempre'', scrive la studentessa, confessando di non aver avuto il coraggio di ringraziarla di persona. Nella sua testimonianza, la ragazza racconta di aver sentito parlare per la prima volta di Vittorio durante il Ramadan dell’anno precedente, attraverso un documentario su Al Jazeera dedicato agli attivisti internazionali che hanno sostenuto la causa palestinese.

''In quel video c’era la madre di un ragazzo che, anche se non sapevo chi fosse, aveva parlato della perdita del figlio, con una voce che tremava. Era un momento forte: in quel video lei, la madre, si limitava a dire che suo figlio era stato ucciso proprio perché stava dalla parte dei giusti. Mi è subito tornata alla mente quel ricordo vedendola al nostro istituto''.

A seguire la giornalista e scrittrice Chiara Zappa ha tracciato il quadro drammatico ma necessario delle guerre in corso, con un focus sulla situazione nella Striscia di Gaza. ''Si sta affamando la popolazione: la fame è diventata un’arma di guerra'' ha detto, aggiungendo che, se in altri conflitti le responsabilità dell’Occidente sono più sfumate, a Gaza il legame è diretto.
''Non possiamo fingere di non sapere. È l’orrore che conosciamo e che, in parte, contribuiamo a perpetuare anche con le nostre scelte politiche, economiche e diplomatiche''.

Andando oltre l’analisi politica, il suo è stato un invito a riscoprire il significato più autentico di impegno politico, al di là delle istituzioni e dei palazzi: ''Essere qui oggi è politica. Scendere in piazza, partecipare, fare volontariato, scrivere al Presidente della Repubblica per chiedergli di alzare la voce contro la fame a Gaza è politica. I nostri acquisti sono un voto, la nostra educazione è politica. Educare al pensiero critico, a scuola o in famiglia, è già fare politica''.

Rivolgendosi in particolare agli insegnanti e agli educatori presenti, ha sottolineato come i giovani non siano “i cittadini di domani”, ma già cittadini oggi, con diritto di parola, azione e responsabilità.

A nome dei numerosi amministratori presenti è poi intervenuto il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, che ha scelto di riflettere sul valore storico della pace europea e sui rischi che oggi incombono sull’equilibrio democratico. ''Non possiamo più permetterci ingenuità. Siamo davvero dentro una terza guerra mondiale a pezzi, come ha detto Papa Francesco. La pace, che è stata l’eredità dell’Europa dopo il secondo conflitto mondiale, oggi è in bilico, schiacciata tra blocchi geopolitici e interessi globali sempre più voraci''.

Ha richiamato la fragilità dell’Unione europea, ''che rischia di diventare spettatrice, quando invece dovrebbe essere protagonista di un nuovo ordine fondato sul dialogo, non sull’equilibrio delle minacce''.

Gattinoni ha poi rivolto un monito preciso: ''Ci sono scenari che non possono più permetterci di fermarci allo slogan ‘fermiamo la guerra’. Tutti siamo d’accordo. Ma serve un come, e quel come impone un impegno a più livelli: diplomatico, politico, educativo, culturale. Le armi della diplomazia funzionano solo se ci crediamo. Solo se non cediamo all’idea che dopo la guerra arrivi il business della ricostruzione''.

Ha concluso citando un’immagine evocativa: ''Quando il lupo bussa alla porta, non possiamo aprirgli e lasciargli saccheggiare la nostra democrazia, la nostra cultura, le nostre famiglie. Dobbiamo riconoscere il pericolo e agire, con la testa, con il cuore e con la voce, un impegno che chiama sì chi si trova ai ''piani altissimi'', ma anche il popolo''.

ANPI, ha invece spostato l’attenzione su un ulteriore aspetto: mentre a Lecco si marcia per la pace, nei territori della provincia e della Brianza si svolge un’imponente esercitazione militare – l’Orienteering militare – promossa dal Ministero della Difesa, con il patrocinio di numerose istituzioni pubbliche. Oltre 300 soldati in divisa, mezzi blindati e simulazioni belliche nei boschi del Curone e nei centri abitati. L’ANPI denuncia con forza la normalizzazione della guerra: ''Si educa alla sopravvivenza e alla disciplina militare, non al dialogo. Si presenta la guerra come un gioco, coinvolgendo anche le scuole. Tutto ciò è propaganda bellica, non formazione civile''.

L’associazione ha così richiamato l’articolo 11 della Costituzione, ricordando che l’Italia ''ripudia la guerra'' e che le scuole devono rimanere luoghi di costruzione della pace, non strumenti di addestramento militare. ''Il primo dei diritti – conclude il testo – è il diritto alla pace''.
Un diritto che ieri, in Piazza Garibaldi, è stato affermato con determinazione, tra la forza della memoria e il coraggio del presente, portato avanti dai tanti giovani presenti ed intervenuti.

A scandire il momento iniziale dell’iniziativa, sono state tre studentesse del liceo Medardo Rosso – Irene Fumagalli, Nicole Gallo e Andrea Frascona – che hanno coordinato il momento musicale e dato voce a una lettera anonima, scritta da una compagna, dopo l’incontro con Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, durante una visita all’istituto.

''Le parole di Egidia e la storia di suo figlio mi resteranno impresse per sempre'', scrive la studentessa, confessando di non aver avuto il coraggio di ringraziarla di persona. Nella sua testimonianza, la ragazza racconta di aver sentito parlare per la prima volta di Vittorio durante il Ramadan dell’anno precedente, attraverso un documentario su Al Jazeera dedicato agli attivisti internazionali che hanno sostenuto la causa palestinese.

''In quel video c’era la madre di un ragazzo che, anche se non sapevo chi fosse, aveva parlato della perdita del figlio, con una voce che tremava. Era un momento forte: in quel video lei, la madre, si limitava a dire che suo figlio era stato ucciso proprio perché stava dalla parte dei giusti. Mi è subito tornata alla mente quel ricordo vedendola al nostro istituto''.

A seguire la giornalista e scrittrice Chiara Zappa ha tracciato il quadro drammatico ma necessario delle guerre in corso, con un focus sulla situazione nella Striscia di Gaza. ''Si sta affamando la popolazione: la fame è diventata un’arma di guerra'' ha detto, aggiungendo che, se in altri conflitti le responsabilità dell’Occidente sono più sfumate, a Gaza il legame è diretto.


Andando oltre l’analisi politica, il suo è stato un invito a riscoprire il significato più autentico di impegno politico, al di là delle istituzioni e dei palazzi: ''Essere qui oggi è politica. Scendere in piazza, partecipare, fare volontariato, scrivere al Presidente della Repubblica per chiedergli di alzare la voce contro la fame a Gaza è politica. I nostri acquisti sono un voto, la nostra educazione è politica. Educare al pensiero critico, a scuola o in famiglia, è già fare politica''.

Rivolgendosi in particolare agli insegnanti e agli educatori presenti, ha sottolineato come i giovani non siano “i cittadini di domani”, ma già cittadini oggi, con diritto di parola, azione e responsabilità.

A nome dei numerosi amministratori presenti è poi intervenuto il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, che ha scelto di riflettere sul valore storico della pace europea e sui rischi che oggi incombono sull’equilibrio democratico. ''Non possiamo più permetterci ingenuità. Siamo davvero dentro una terza guerra mondiale a pezzi, come ha detto Papa Francesco. La pace, che è stata l’eredità dell’Europa dopo il secondo conflitto mondiale, oggi è in bilico, schiacciata tra blocchi geopolitici e interessi globali sempre più voraci''.

Ha richiamato la fragilità dell’Unione europea, ''che rischia di diventare spettatrice, quando invece dovrebbe essere protagonista di un nuovo ordine fondato sul dialogo, non sull’equilibrio delle minacce''.

Gattinoni ha poi rivolto un monito preciso: ''Ci sono scenari che non possono più permetterci di fermarci allo slogan ‘fermiamo la guerra’. Tutti siamo d’accordo. Ma serve un come, e quel come impone un impegno a più livelli: diplomatico, politico, educativo, culturale. Le armi della diplomazia funzionano solo se ci crediamo. Solo se non cediamo all’idea che dopo la guerra arrivi il business della ricostruzione''.

Ha concluso citando un’immagine evocativa: ''Quando il lupo bussa alla porta, non possiamo aprirgli e lasciargli saccheggiare la nostra democrazia, la nostra cultura, le nostre famiglie. Dobbiamo riconoscere il pericolo e agire, con la testa, con il cuore e con la voce, un impegno che chiama sì chi si trova ai ''piani altissimi'', ma anche il popolo''.

ANPI, ha invece spostato l’attenzione su un ulteriore aspetto: mentre a Lecco si marcia per la pace, nei territori della provincia e della Brianza si svolge un’imponente esercitazione militare – l’Orienteering militare – promossa dal Ministero della Difesa, con il patrocinio di numerose istituzioni pubbliche. Oltre 300 soldati in divisa, mezzi blindati e simulazioni belliche nei boschi del Curone e nei centri abitati. L’ANPI denuncia con forza la normalizzazione della guerra: ''Si educa alla sopravvivenza e alla disciplina militare, non al dialogo. Si presenta la guerra come un gioco, coinvolgendo anche le scuole. Tutto ciò è propaganda bellica, non formazione civile''.

L’associazione ha così richiamato l’articolo 11 della Costituzione, ricordando che l’Italia ''ripudia la guerra'' e che le scuole devono rimanere luoghi di costruzione della pace, non strumenti di addestramento militare. ''Il primo dei diritti – conclude il testo – è il diritto alla pace''.
Un diritto che ieri, in Piazza Garibaldi, è stato affermato con determinazione, tra la forza della memoria e il coraggio del presente, portato avanti dai tanti giovani presenti ed intervenuti.
Sa.A.