Lecco: il lavoro al centro della mostra del Medardo Rosso
Il lavoro come punto cardine della nostra Costituzione e quindi della nostra vita democratica, il lavoro come incontro e partecipazione. Un concetto sul quale vuole invitare a riflettere la mostra inaugurata oggi e allestita fino al 7 giugno nel cortile del Comune (in orario di apertura degli uffici): esposti i manifesti realizzati dagli studenti del liceo artistico “Medardo Rosso”.

Dedicati al “Primo Maggio, Festa dei lavoratori”, i manifesti vengono presentati in occasione della Festa della Repubblica, lunedì 2 giugno, ricordano come la nostra sia una “Repubblica fondata sul lavoro”, articolo primo della Costituzione, articolo fondante della nostra convivenza.

Il progetto è stato promosso dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani), dal sindacato Cgil, dall’associazione culturale “Pio Galli”, dal Comune e appunto dal liceo “Medardo Rosso”.

Coordinato dai docenti (Daniela Chiuppi, Carlo Cazzaniga e Fabio Panzera), il lavoro dei ragazzi si è sviluppato su più fronti. Da un lato i ragazzi hanno proceduto alla catalogazione e alla digitalizzazione dei manifesti conservati nell’archivio della Cgil lecchese relativi appunto al “Primo Maggio”, dall’altro hanno realizzato essi stessi manifesti originali ispirandosi a vari temi: il lavoro minorile, quello precario, la sicurezza, le differenze di genere, la dignità personale. Sono state tre le classi coinvolte: la Quinta A, la Quinta B e la Terza F.

Ad aprire la cerimonia di inaugurazione è stato l’assessore comunale al Sociale, Emanuele Manzoni: «L’articolo uno della Costituzione dice tanto, tutto, su quello che dovrebbe essere il nostro Paese. Fondare la Repubblica sul lavoro ha un significato importante. Del quale ancora oggi dobbiamo parlare, di fronte a un lavoro sempre più precario, a salari bassi, sapendo che proprio in questa giornata tre persone moriranno sul lavoro, perché queste sono le cifre che non possiamo accettare».

Poi, rivolgendosi direttamente ai ragazzi, Manzoni ha continuato: «Avere rimesso il lavoro al centro della vostra attività è importante. Occorre pensare al lavoro come momento di partecipazione, di costruzione di un futuro comune e di un’idea di Paese e per rivendicare diritti. Purtroppo, in questi anni il mondo del lavoro si è frantumato. Ecco perché è importante la partecipazione. E chi di voi ha diciotto anni lo potrà fare nei prossimi giorni, andando a votare per i referendum: votando “si” o “no” secondo quelli che sono i propri convincimenti, ma partecipando».

E’ poi intervenuto il segretario generale della Cgil lecchese Diego Riva: «Quello fatto dai ragazzi è proprio un bel lavoro che vedremo di utilizzare anche in altre occasioni e non soltanto in questa mostra. Il Primo Maggio è una festa, ma anche il ricordo delle lotte fatte per conquistare diritti. Quelli di cui ha goduto la nostra generazione e forse anche la successiva. Ma i diritti che ci sono oggi non è detto che ci siano sempre. Dobbiamo averlo chiaro in testa. Se c’è necessità di fare rumore, dobbiamo fare rumore, mettersi in gioco, informarsi, dare il proprio contributo. Oggi, il lavoro continua a essere messo in discussione e molti ragazzi sono costretti ad andare all’estero. Dicono che i giovani non hanno voglia di lavorare, ma non è vero: oggi, i giovani hanno paura di avere un lavoro precario per tutta la vita. E allora il valore del lavoro è un punto cardine da difendere tutti i giorni». Dicendo poi agli studenti: «Voi avete le idee chiare, si vede nei vostri manifesti: non scambiare la dignità con il soldo».

Da parte sua, il presidente dell’associazione “Pio Galli”, Dario Pirovano ha ricordato il lavoro svolto dagli studenti negli archivi della Cgil lecchese, con la catalogazione dei manifesti di ottant’anni di lotta del nostro territorio, rivendicato il valore del lavoro come il proprio modo di essere nella comunità, «perché il lavoro è partecipazione, è il proprio contributo alla comunità. E ogni disattenzione, ogni incomprensione anche dal punto di vista legislativo porta danni alla dignità personale e alla comunità tutta».

Per l’Anpi, il presidente provinciale Enrico Avagnina ha sottolineato come il compito della propria associazione sia quello di mantenere vivo il ricordo del periodo dal 1943 al 1943 con la Resistenza, ma anche quello di difendere la Costituzione che è frutto di quel periodo. «Perciò – ha spiegato – la collaborazione con le scuole serve per la realizzazione di strumenti nuovi per continuare la riflessione su quel periodo. La collaborazione con il liceo artistico ‘Medardo Rosso’ è ormai ventennale. Il primo lavoro fatto assieme è stato la realizzazione della mappa dei luoghi lecchesi della Resistenza che ancora oggi utilizziamo nelle visite guidate per le scuole della città e della provincia. Altro importante lavoro, il monumento realizzato nel 2008 per ricordare gli operai deportati dopo gli scioperi del 7 marzo 1944 e collocato appunto nel parco di corso Matteotti dedicato a quella data: venne promosso un concorso di idee dopo che Pino Galbani (uno degli operai deportati e dei pochi sopravvissuti) aveva notato come la semplice data del 7 marzo poco dicesse agli studenti che passavano davanti a quel parco». Avagnina ha quindi rilanciato la proposta di continuare la collaborazione con il liceo sul tema delle deportazioni che «ancora oggi sono tema di attualità».

La dirigente del liceo Alessandra Policastro si è invece soffermata sull’aspetto didattico del lavoro effettuato dai ragazzi: «Si tratta di esperienze formative importanti, inducono gli studenti a riflettere non soltanto sulle tematiche in sé, ma anche su come l’intero percorso formativo della loro scuola sia fondamentale e alla base delle competenze spendibili nel loro futuro. Ogni piccola cosa fa parte di quel tutto che servirà loro domani».

La consulente dei musei lecchesi Barbara Cattaneo ha inoltre rivolto l’attenzione alle prospettive del “Medardo Rosso”, un liceo artistico, una scuola dunque del tutto particolare come particolari sono le prospettive di lavoro e proprio per questo la riflessione della mostra sulla dignità del lavoro è importante in un momento in cui il lavoro artistico è sempre più precario.

In rappresentanza degli studenti coinvolti nel progetto, sono poi intervenuti Maia Bonfanti, Davide Magni e Simone Ripoli, che si sono soffermati sulle peculiarità del lavoro svolto, ricordando esservi stati anche un momenti difficili risolti con lavorare “assieme”.
Dedicati al “Primo Maggio, Festa dei lavoratori”, i manifesti vengono presentati in occasione della Festa della Repubblica, lunedì 2 giugno, ricordano come la nostra sia una “Repubblica fondata sul lavoro”, articolo primo della Costituzione, articolo fondante della nostra convivenza.
Il progetto è stato promosso dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani), dal sindacato Cgil, dall’associazione culturale “Pio Galli”, dal Comune e appunto dal liceo “Medardo Rosso”.
Coordinato dai docenti (Daniela Chiuppi, Carlo Cazzaniga e Fabio Panzera), il lavoro dei ragazzi si è sviluppato su più fronti. Da un lato i ragazzi hanno proceduto alla catalogazione e alla digitalizzazione dei manifesti conservati nell’archivio della Cgil lecchese relativi appunto al “Primo Maggio”, dall’altro hanno realizzato essi stessi manifesti originali ispirandosi a vari temi: il lavoro minorile, quello precario, la sicurezza, le differenze di genere, la dignità personale. Sono state tre le classi coinvolte: la Quinta A, la Quinta B e la Terza F.
Ad aprire la cerimonia di inaugurazione è stato l’assessore comunale al Sociale, Emanuele Manzoni: «L’articolo uno della Costituzione dice tanto, tutto, su quello che dovrebbe essere il nostro Paese. Fondare la Repubblica sul lavoro ha un significato importante. Del quale ancora oggi dobbiamo parlare, di fronte a un lavoro sempre più precario, a salari bassi, sapendo che proprio in questa giornata tre persone moriranno sul lavoro, perché queste sono le cifre che non possiamo accettare».
Poi, rivolgendosi direttamente ai ragazzi, Manzoni ha continuato: «Avere rimesso il lavoro al centro della vostra attività è importante. Occorre pensare al lavoro come momento di partecipazione, di costruzione di un futuro comune e di un’idea di Paese e per rivendicare diritti. Purtroppo, in questi anni il mondo del lavoro si è frantumato. Ecco perché è importante la partecipazione. E chi di voi ha diciotto anni lo potrà fare nei prossimi giorni, andando a votare per i referendum: votando “si” o “no” secondo quelli che sono i propri convincimenti, ma partecipando».
E’ poi intervenuto il segretario generale della Cgil lecchese Diego Riva: «Quello fatto dai ragazzi è proprio un bel lavoro che vedremo di utilizzare anche in altre occasioni e non soltanto in questa mostra. Il Primo Maggio è una festa, ma anche il ricordo delle lotte fatte per conquistare diritti. Quelli di cui ha goduto la nostra generazione e forse anche la successiva. Ma i diritti che ci sono oggi non è detto che ci siano sempre. Dobbiamo averlo chiaro in testa. Se c’è necessità di fare rumore, dobbiamo fare rumore, mettersi in gioco, informarsi, dare il proprio contributo. Oggi, il lavoro continua a essere messo in discussione e molti ragazzi sono costretti ad andare all’estero. Dicono che i giovani non hanno voglia di lavorare, ma non è vero: oggi, i giovani hanno paura di avere un lavoro precario per tutta la vita. E allora il valore del lavoro è un punto cardine da difendere tutti i giorni». Dicendo poi agli studenti: «Voi avete le idee chiare, si vede nei vostri manifesti: non scambiare la dignità con il soldo».
Da parte sua, il presidente dell’associazione “Pio Galli”, Dario Pirovano ha ricordato il lavoro svolto dagli studenti negli archivi della Cgil lecchese, con la catalogazione dei manifesti di ottant’anni di lotta del nostro territorio, rivendicato il valore del lavoro come il proprio modo di essere nella comunità, «perché il lavoro è partecipazione, è il proprio contributo alla comunità. E ogni disattenzione, ogni incomprensione anche dal punto di vista legislativo porta danni alla dignità personale e alla comunità tutta».
Per l’Anpi, il presidente provinciale Enrico Avagnina ha sottolineato come il compito della propria associazione sia quello di mantenere vivo il ricordo del periodo dal 1943 al 1943 con la Resistenza, ma anche quello di difendere la Costituzione che è frutto di quel periodo. «Perciò – ha spiegato – la collaborazione con le scuole serve per la realizzazione di strumenti nuovi per continuare la riflessione su quel periodo. La collaborazione con il liceo artistico ‘Medardo Rosso’ è ormai ventennale. Il primo lavoro fatto assieme è stato la realizzazione della mappa dei luoghi lecchesi della Resistenza che ancora oggi utilizziamo nelle visite guidate per le scuole della città e della provincia. Altro importante lavoro, il monumento realizzato nel 2008 per ricordare gli operai deportati dopo gli scioperi del 7 marzo 1944 e collocato appunto nel parco di corso Matteotti dedicato a quella data: venne promosso un concorso di idee dopo che Pino Galbani (uno degli operai deportati e dei pochi sopravvissuti) aveva notato come la semplice data del 7 marzo poco dicesse agli studenti che passavano davanti a quel parco». Avagnina ha quindi rilanciato la proposta di continuare la collaborazione con il liceo sul tema delle deportazioni che «ancora oggi sono tema di attualità».
La dirigente del liceo Alessandra Policastro si è invece soffermata sull’aspetto didattico del lavoro effettuato dai ragazzi: «Si tratta di esperienze formative importanti, inducono gli studenti a riflettere non soltanto sulle tematiche in sé, ma anche su come l’intero percorso formativo della loro scuola sia fondamentale e alla base delle competenze spendibili nel loro futuro. Ogni piccola cosa fa parte di quel tutto che servirà loro domani».
La consulente dei musei lecchesi Barbara Cattaneo ha inoltre rivolto l’attenzione alle prospettive del “Medardo Rosso”, un liceo artistico, una scuola dunque del tutto particolare come particolari sono le prospettive di lavoro e proprio per questo la riflessione della mostra sulla dignità del lavoro è importante in un momento in cui il lavoro artistico è sempre più precario.
In rappresentanza degli studenti coinvolti nel progetto, sono poi intervenuti Maia Bonfanti, Davide Magni e Simone Ripoli, che si sono soffermati sulle peculiarità del lavoro svolto, ricordando esservi stati anche un momenti difficili risolti con lavorare “assieme”.
D.C.