UP – seconda stagione/4: al Rifugio Santa Rita dall’Alpe di Paglio lungo la Sponda di Biandino
Il Rifugio Santa Rita sorge a cavallo tra Val Biandino e Val Varrone, in una meravigliosa posizione panoramica con vista ravvicinata sul ì Pizzo Tre Signori, a una quota di poco al di sotto dei 2.000 metri sul livello del mare. Grazie a queste sue caratteristiche, è uno dei rifugi più famosi (e frequentati) del territorio lecchese.
Ha molti sentieri di accesso, i più classici sono appunto quelli che salgono rispettivamente dalla Val Biandino (Rifugio Madonna della Neve) e dalla Val Varrone (Rifugio Casera Vecchia di Varrone). In questa nuova puntata della nostra rubrica UP – Un Percorso, invece, vi presentiamo l’accesso al rifugio dall’Alpe di Paglio, percorrendo la
panoramica Sponda di Biandino.
Si tratta di un’escursione lunga e fisicamente impegnativa, adatta ai camminatori più allenati. I dati tecnici infatti sono importanti: la lunghezza complessiva (andata e ritorno) è di circa 25 chilometri e anche il dislivello totale è di circa 800 metri. Inoltre, sono presenti alcuni tratti leggermente esposti che potrebbero causare problemi a chi soffre di forti vertigini. Ma comunque il sentiero è sempre abbastanza largo e ben battuto. Inoltre si svolge per buona parte su un costone erboso, completamente esposto al sole. Per questo motivo è meglio evitare di percorrerlo nelle giornate più calde e soleggiate.
• Partenza e arrivo: Alpe di Paglio, Casargo (1.360m slm)
• Destinazione: Rifugio Santa Rita (1.980m slm)
• Lunghezza totale: 25 km (andata e ritorno)
• Durata totale: circa 7 ore (andata e ritorno)
• Dislivello totale: 820 metri (andata e ritorno)
• Difficoltà: Impegnativo
• Adatto ai bambini: no
La partenza dell’escursione è all’Alpe di Paglio, nel comune di Casargo. Proprio dal paese dell’Alta Valsassina parte la strada a tornanti che conduce all’alpe, dove è presente un ampio parcheggio a pagamento (3 euro per l’intera giornata). In alternativa è possibile salire con la funivia ai Pian delle Betulle, tagliando un tratto di cammino.
Da Paglio percorriamo la comoda strada forestale per il Pian delle Betulle (circa 20 minuti). Una volta arrivati nei pressi della caratteristica chiesa degli Alpini, seguiamo la strada sulla sinistra e attraversiamo i piani fino al punto opposto rispetto a quello da cui siamo arrivati.
Proseguiamo ancora sulla strada agrosilvopastorale e raggiungiamo la bellissima Alpe Ortighera. Fino a questo punto la strada è stata pressoché pianeggiante, ma ora inizia a salire prima a tornanti e poi con un lungo rettilineo che ci porta in salita costante fino alla località Larice Bruciato (quota 1.700m slm, circa 1 ora dalla partenza), dov'è presente una piccola area picnic molto panoramica, a ridosso del vicino Cimone di Margno.
Qui seguiamo le indicazioni per il Rifugio Ombrega e ci spostiamo sul versante opposto della montagna, su un tratto di strada sterrata leggermente in discesa. In poco tempo (circa 20 minuti) raggiungiamo la panoramica Bocchetta d'Olino (quota 1.640m slm), a ridosso dell’omonima cima, da cui si apre uno spiraglio di panorama molto bello sulla Valsassina. Superata la bocchetta, in breve arriviamo a un bivio. Sulla sinistra la strada prosegue in discesa verso il Rifugio Ombrega, ma noi dobbiamo andare invece a destra in direzione del Rifugio Santa Rita.
Ora il sentiero procede in salita con pendenze anche abbastanza sostenute. Ci troviamo alla base del Pizzo di Goredo e saliamo fino a raggiungere la Bocchetta di Agoredo (a quota 1.825m slm). A questo punto il sentiero si ammorbidisce e prosegue per circa 40 minuti in falsopiano tagliando il fianco del Pizzo Cornagera, finché davanti a noi compaiono alcuni tavoli da picnic: è la località Laghitt e ci arriviamo dopo circa 2 ore e 45minuti dalla partenza. Qui arrivano anche alcuni sentieri che salgono da Premana.
Davanti a noi si apre uno scenario bellissimo, dominato dall'imponente sagoma del Pizzo Tre Signori. Sull'altro lato, è ben evidente la catena dei pizzi di Premana, che dal Monte Legnone arriva fino al Pizzo Varrone. Ai nostri piedi invece si apre la verde conca di Biandino. La località Laghitt deve il nome dalla presenza di alcuni piccoli stagni. Qui è inoltre presente una piccola cappelletta.
Dopo la località Laghitt il sentiero percorre in maniera ben evidente il filo di cresta dello spartiacque tra Val Biandino e Val Varrone (ovvero la cosiddetta Sponda di Biandino). Procediamo prima in discesa fino alla località Boc dol Rat (circa 20 minuti), dove il nostro sentiero si raccorda con altri sentieri provenienti da Premana. Qui è presente una croce, e si nota una traccia di sentiero che scende verso la Val Biandino.
A questo punto inizia la parte più tecnica dell’escursione, che fin qui, a parte la lunghezza e alcuni strappi di salita, è stata tutto sommato blanda. Il sentiero prosegue in costa e in salita; in alcuni punti potrebbe risultare esposto e creare problemi a chi soffre di vertigini. Dopo circa 20 minuti troviamo un bivio. Il Rifugio Santa Rita è ormai vicino e qui abbiamo due opzioni per raggiungerlo. A destra si percorre il filo di cresta della Costa del Dente, molto aereo, più breve ma molto esposto. A sinistra invece il sentiero, pur avendo comunque dei punti leggermente esposti, è molto più facile ma un pochino più lungo. Come tempistiche, le due opzioni sostanzialmente si equivalgono (circa 25 minuti).
A prescindere dall’opzione scelta, in breve arriviamo finalmente al Rifugio Santa Rita, quando dalla partenza dall'Alpe di Paglio sono passate circa 3 ore e mezza con 12,5 chilometri di sviluppo.
Dal rifugio, come dicevamo, si gode di una vista davvero bella sul Pizzo Tre Signori (2.554m slm). La montagna, una delle più importanti delle Orobie occidentali, deve il suo nome al fatto che, in passato, si trovava in un punto di confine fra tre stati diversi: il Ducato di Milano (di cui faceva parte il lecchese), la Repubblica di Venezia e il Cantone dei Grigioni. In epoca più recente, invece, è confine tra le province di Lecco, Bergamo e Sondrio.
Per tornare alla macchina si ripercorre lo stesso tragitto dell’andata.
Ha molti sentieri di accesso, i più classici sono appunto quelli che salgono rispettivamente dalla Val Biandino (Rifugio Madonna della Neve) e dalla Val Varrone (Rifugio Casera Vecchia di Varrone). In questa nuova puntata della nostra rubrica UP – Un Percorso, invece, vi presentiamo l’accesso al rifugio dall’Alpe di Paglio, percorrendo la
panoramica Sponda di Biandino.
Si tratta di un’escursione lunga e fisicamente impegnativa, adatta ai camminatori più allenati. I dati tecnici infatti sono importanti: la lunghezza complessiva (andata e ritorno) è di circa 25 chilometri e anche il dislivello totale è di circa 800 metri. Inoltre, sono presenti alcuni tratti leggermente esposti che potrebbero causare problemi a chi soffre di forti vertigini. Ma comunque il sentiero è sempre abbastanza largo e ben battuto. Inoltre si svolge per buona parte su un costone erboso, completamente esposto al sole. Per questo motivo è meglio evitare di percorrerlo nelle giornate più calde e soleggiate.
• Partenza e arrivo: Alpe di Paglio, Casargo (1.360m slm)
• Destinazione: Rifugio Santa Rita (1.980m slm)
• Lunghezza totale: 25 km (andata e ritorno)
• Durata totale: circa 7 ore (andata e ritorno)
• Dislivello totale: 820 metri (andata e ritorno)
• Difficoltà: Impegnativo
• Adatto ai bambini: no
La partenza dell’escursione è all’Alpe di Paglio, nel comune di Casargo. Proprio dal paese dell’Alta Valsassina parte la strada a tornanti che conduce all’alpe, dove è presente un ampio parcheggio a pagamento (3 euro per l’intera giornata). In alternativa è possibile salire con la funivia ai Pian delle Betulle, tagliando un tratto di cammino.







Dal rifugio, come dicevamo, si gode di una vista davvero bella sul Pizzo Tre Signori (2.554m slm). La montagna, una delle più importanti delle Orobie occidentali, deve il suo nome al fatto che, in passato, si trovava in un punto di confine fra tre stati diversi: il Ducato di Milano (di cui faceva parte il lecchese), la Repubblica di Venezia e il Cantone dei Grigioni. In epoca più recente, invece, è confine tra le province di Lecco, Bergamo e Sondrio.
Per tornare alla macchina si ripercorre lo stesso tragitto dell’andata.
Michele Castelnovo, Guida Ambientale Escursionistica - www.trekkinglecco.com