Lecco, 75 anni per la Chiesa dei Frati Cappuccini: nel 1950 la posa della prima pietra

Non solo i cento anni della Chiesa della Bonacina. C'è un'altra ricorrenza speciale in vista nel mondo religioso lecchese, che il prossimo venerdì 13 giugno farà memoria del 75° dalla posa della prima pietra per la Parrocchiale dei Frati Cappuccini, nel rione di Santo Stefano. Come si può scoprire attraverso il notiziario della comunità di San Francesco, è infatti il 1950 quando Padre Agatangelo da Milano e padre Tito da Viadanica - giunti in città l'anno precedente per risiedere nella Ca' Rossa, una stalla abbandonata e riadattata alla meglio, secondo uno stile molto sobrio e austero - decidono di mettersi all'opera per costruire una nuova chiesa e un nuovo convento.
In poco tempo il progetto è pronto, grazie alla disponibilità dell'architetto Mino Fiocchi e a un gruppo di imprenditori e industriali che mettono a disposizione dei Cappuccini le loro competenze. Documenti e permessi necessari alla mano, viene scelta la data per la cerimonia ufficiale: il 13 giugno, solennità cara alla tradizione dell'Ordine in quanto festa di sant'Antonio da Padova, che diventerà compatrono insieme a san Francesco d'Assisi, a cui la nuova chiesa sarà intitolata.
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Foto tratte dal notiziario della Parrocchia di San Francesco

Padre Agatangelo e il Provinciale di allora, padre Benigno da Sant'Ilario a cui la fondazione del convento sta molto a cuore, non tralasciano alcun particolare nella preparazione", si legge ancora sul notiziario. "Occorre anche preparare la pietra cubica di circa 40 centimetri di lato, in cui scavare una cavità per inserirvi la pergamena che andrà firmata dal vescovo e dalle autorità; per il testo viene contattato il preside del Liceo Classico cittadino, don Giovanni Ticozzi. Il perimetro delle fondamenta della chiesa deve essere precedentemente tracciato con precisione, dovendo essere benedetto e asperso per ben due volte; deve essere inoltre preparata una croce da piantare nel luogo esatto in cui sorgerà l’altare; e poi i paramenti, un tappeto rosso, un tavolino su cui appoggiarsi per apporre le firme, alcuni cordoni per tenere la folla staccata dalle fondamenta". Senza tralasciare, ovviamente, l'aspetto più autenticamente spirituale: la posa della prima pietra è infatti il gesto che segna la fondazione e l'inizio di un nuovo insediamento di Frati, la costruzione di un luogo in cui abiteranno, magari per decenni e per secoli, e che diventerà un riferimento e un richiamo per l'intera popolazione. Ecco allora che, per permettere a tutta la comunità — fedeli, sacerdoti, autorità e cittadini — di prepararsi a quel momento significativo, si pensa a un Triduo nei giorni che precedono la solennità di sant'Antonio con momenti di preghiera, celebrazioni e riflessioni.
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"Commuove, a distanza di settantacinque anni, ripensare al fervore dei nostri "predecessori" nell’impegnarsi così a fondo per quest’opera", riflettono ancora i Cappuccini sul notiziario. "Un’intera popolazione stretta attorno ai frati di allora per edificare una chiesa che sarebbe diventata punto di riferimento per loro e per tutte le generazioni successive, noi compresi".
Arriva quindi il grande giorno: il 13 giugno Lecco accoglie monsignor Bernareggi, vescovo ausiliare del cardinale Schuster di Milano, che dopo aver amministrato la Cresima nel pomeriggio presso la Basilica di San Nicolò si dirige verso l'area destinata alla futura chiesa dei Cappuccini. Lo precedono, in una lunga processione, frati, numerosi sacerdoti cittadini e una folla partecipe. Il corteo si muove lungo il percorso che parte dal centro, risalendo quella strada ampia ma ancora sterrata che, solo in seguito, prenderà il nome di viale Turati. L'ultimo tratto attraversa prati aperti, ancora privi di costruzioni.
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La cerimonia si svolge poi come da programma, in un’atmosfera raccolta e silenziosa. Su un tavolino ricoperto da un drappo rosso e da una tovaglietta bianca ricamata, le autorità civili e religiose appongono la propria firma sulla pergamena commemorativa. Quest’ultima viene poi inserita nella pietra, che monsignor Bernareggi sigilla e benedice, prima che venga calata nella buca scavata per accoglierla. Seguono i discorsi ufficiali, e poi uno dei momenti più attesi: la benedizione dei bambini, gesto tradizionale legato alla festa del santo.
Purtroppo, un violento temporale impedisce il prosieguo dei festeggiamenti serali, facendo saltare il concerto e l'accensione delle luminarie preparate con cura dalla comunità. Nulla, comunque, che possa rovinare una giornata storica e spiritualmente intensa, di cui quest'anno si farà memoria anche giovedì 12 giugno, a partire dalle 21.00, con Padre Giuseppe Panzeri e Franca Magistretti.
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