De Capitani ringrazia i pescatesi per la stroncatura al quesito sulla cittadinanza
Il quesito 5, quello il cui obiettivo era ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza regolare necessari per poter chiedere la cittadinanza per lo straniero maggiorenne, neanche a dirlo, anche tra i lecchesi che hanno scelto di recarsi alle urne in occasione del referendum dell'8-9 giugno, è stato il più divisivo con la percentuale di sì espressi - a spoglio non ancora ultimato - di poco superiore al 63% mentre le altre schede veleggiano abbondantemente sopra l'80% (QUI tutti i dati).

Un risultato che fa gioire il centrodentra. E che fa inorgoglire il sindaco di Pescate Dante De Capitani. "Per chi come me ha sempre combattuto l'invasione indiscriminata, di gente che diceva di scappare dalla guerra ma che poi la guerra la veniva a fare in Italia, per chi come me ha sempre messo al primo posto la sicurezza dei cittadini privilegiandola sulla solidarietà di facciata, anche a costo di subire attacchi personali, oggi è una bella giornata" commenta. "Sono ancora più contento che il quinto quesito referendario, quello sulla cittadinanza, a Pescate abbia raggiunto il minimo dei consensi dell'intero territorio pari a solo il 13,6% dei cittadini aventi diritto al voto che han votato sì".

In pratica, dei 1.689 potenziali elettori pescatesi, si sono espressi in 400 dei quali in 231 hanno barrato la casella del sì, pari al 58,63% dei votanti ma a soltanto il 13.6% dell'intero corpo elettorale, come rimarca De Capitani che... ringrazia.
"Ringrazio i cittadini di Pescate, mi hanno fatto un bel regalo. Vuol dire che hanno indirettamente riconosciuto il mio impegno di sindaco nel volere in questi anni tenere il paese lontano dai problemi che caratterizzano la massiccia presenza di stranieri, nel tenere Pescate al sicuro da gente senza patria e senza rispetto, e mi hanno dato la possibilità di mantenere la sicurezza anche in futuro. Perché la cittadinanza italiana non si regala con pochi anni di presenza sul territorio, ma la si merita con un comportamento corretto, rispettoso degli abitanti, delle tradizioni, della lingua, dei luoghi e della Nazione. Ed è una pesante lezione per tutti quei politici e sindacati che hanno sostenuto questi referendum, perché significa che hanno perso contatto con i cittadini, con le loro esigenze e con i loro bisogni reali".

Un risultato che fa gioire il centrodentra. E che fa inorgoglire il sindaco di Pescate Dante De Capitani. "Per chi come me ha sempre combattuto l'invasione indiscriminata, di gente che diceva di scappare dalla guerra ma che poi la guerra la veniva a fare in Italia, per chi come me ha sempre messo al primo posto la sicurezza dei cittadini privilegiandola sulla solidarietà di facciata, anche a costo di subire attacchi personali, oggi è una bella giornata" commenta. "Sono ancora più contento che il quinto quesito referendario, quello sulla cittadinanza, a Pescate abbia raggiunto il minimo dei consensi dell'intero territorio pari a solo il 13,6% dei cittadini aventi diritto al voto che han votato sì".

In pratica, dei 1.689 potenziali elettori pescatesi, si sono espressi in 400 dei quali in 231 hanno barrato la casella del sì, pari al 58,63% dei votanti ma a soltanto il 13.6% dell'intero corpo elettorale, come rimarca De Capitani che... ringrazia.
"Ringrazio i cittadini di Pescate, mi hanno fatto un bel regalo. Vuol dire che hanno indirettamente riconosciuto il mio impegno di sindaco nel volere in questi anni tenere il paese lontano dai problemi che caratterizzano la massiccia presenza di stranieri, nel tenere Pescate al sicuro da gente senza patria e senza rispetto, e mi hanno dato la possibilità di mantenere la sicurezza anche in futuro. Perché la cittadinanza italiana non si regala con pochi anni di presenza sul territorio, ma la si merita con un comportamento corretto, rispettoso degli abitanti, delle tradizioni, della lingua, dei luoghi e della Nazione. Ed è una pesante lezione per tutti quei politici e sindacati che hanno sostenuto questi referendum, perché significa che hanno perso contatto con i cittadini, con le loro esigenze e con i loro bisogni reali".
