Calolziocorte: inaugurata la panchina dedicata all'ing. Giuseppe Cima della Cartiera dell'Adda
Un abbraccio rivolto verso il parco e dunque verso i suoi fruitori, due sedute ad altezze diverse riservate a grandi e piccini, la pietra di Moltrasio a ricordare il grande legame con la sua terra.


Sono tanti i significati racchiusi dalla panchina che questa mattina l'amministrazione comunale di Calolziocorte ha inaugurato sul lungo lago del Lavello, nell'area verde attrezzata, prima di una serie di manufatti dedicati a personaggi e realtà che hanno contribuito alla crescita sociale ed economica della comunità.


L'intitolazione di oggi è stata per l'ingegner Giuseppe “Pino” Cima, classe 1906, fondatore della Cartiera dell'Adda, illuminato imprenditore e mecenate, che proprio a Calolzio nel 1956 aprì una nuova sede e qui diede il via a una serie di “attenzioni” per il paese e la sua gente.
A cinquant'anni dalla sua improvvisa scomparsa i famigliari hanno voluto fare dono alla città di una panchina, non di un monumento, come ha specificato la nipote Lodovica proprio per sottolineare l'intenzione di mettere ancora un altro tassello a servizio della comunità.


Grati e felici i membri dell'amministrazione nella persona del sindaco Marco Ghezzi e dell'assessore Celestina Balossi che hanno seguito tutto l'iter coinvolgendo le associazioni e i ragazzi dell'istituto Rota che hanno tracciato un profilo del benefattore.
A scoprire la targa posta sopra la panchina è stata la sorella Elvira, felice e commossa per questa dedica. A chiudere la cerimonia la benedizione impartita da don Andrea parroco del Pascolo.


Sono tanti i significati racchiusi dalla panchina che questa mattina l'amministrazione comunale di Calolziocorte ha inaugurato sul lungo lago del Lavello, nell'area verde attrezzata, prima di una serie di manufatti dedicati a personaggi e realtà che hanno contribuito alla crescita sociale ed economica della comunità.


L'intitolazione di oggi è stata per l'ingegner Giuseppe “Pino” Cima, classe 1906, fondatore della Cartiera dell'Adda, illuminato imprenditore e mecenate, che proprio a Calolzio nel 1956 aprì una nuova sede e qui diede il via a una serie di “attenzioni” per il paese e la sua gente.

Il sindaco Marco Ghezzi e Elvira, figlia di Pino Cima, scoprono la targa

Sedute sulla panchina la nipote Lodovica, la figlia Elvira, Giusy la moglie di Giovanni Cima e Chiara sorella di Lodovica
Grati e felici i membri dell'amministrazione nella persona del sindaco Marco Ghezzi e dell'assessore Celestina Balossi che hanno seguito tutto l'iter coinvolgendo le associazioni e i ragazzi dell'istituto Rota che hanno tracciato un profilo del benefattore.
A scoprire la targa posta sopra la panchina è stata la sorella Elvira, felice e commossa per questa dedica. A chiudere la cerimonia la benedizione impartita da don Andrea parroco del Pascolo.
Citta di Calolziocorte
Inaugurazione panca in ricordo del Dott. Giuseppe "Pino" Cima su disegno dell'Arch. Claudio Lopasso
Giuseppe Cima, detto Pino, nasce a Bonacina di Lecco il 22 dicembre 1906 da Isidoro Cima ed Elvira Figini. 1l padre Isidoro muore improvvisamente nel 1926 e Pino, maggiore di cinque fratelli, anche se non ancora maggiorenne, rinuncia agli studi per affiancare la madre nel gestire la cartiera. Si è appena iscritto al Politecnico di Milano, ma sospende 1o studio immediatamente e si impegna fondo nel lavoro in cartiera, in via Digione a Lecco. Mentre i suoi fratelli continuano a studiare a Milano. È un giovane dal senso pratico e di poche parole. Solo una volta superato il periodo di lutto ed emergenza, riprende gli studi laureandosi in ingegneria meccanica nel 1935. Sta saldamente al fianco della madre e, dopo la pausa forzata dell'attività dovuta alla Seconda guerra mondiale, trasferisce la cartiera Isidoro Cima dal centro di Lecco a Pescarenico, ed è sempre lui, seguito poi dai fratelli a voler espandere l'attività. Sposa Anna Maria Mattarelli e con lei ha tre figli: Giulio (1938), Elvira (1941) e Giovanni (1946-2020). Amante della montagna, grande camminatore e osservatore, conosce a fondo il territorio e sceglie personalmente i terreni di Calolziocorte per fondare una nuova cartiera, nel 1956. Affiancato in particolare dal fratello Andrea, detto Dino, crea uno stabilimento di avanguardia, dotato di una macchina continua esemplare nella produzione del cartone grigio. La macchina, lunga ben 100 metri, è prima in Italia per larghezza utile nella produzione del rotolo di carta. Viene costruita dalla ditta Carcano di Maslianico che è costretta a modificare i suoi spazi per venire incontro alle richieste tecniche di Pino Cima. Il risultato di questi investimenti ë un'azienda tecnologicamente avanzatissima. Sono sempre di Pino le intuizioni, in largo anticipo sui tempi, di utilizzare carta di riciclo come materia prima e di recuperare calore per la produzione di energia elettrica. La sua personalità schiva e silenziosa non lo ha mai portato alla ribalta negli avvenimenti importanti della città e del territorio, ma le sue azioni sono ancora oggi tangibili: figura tra i soci fondatori dell'Unione industriali Lecchesi (1946), del Rotary club Lecco, del Golf Club L'Albenza e tra i grandi sostenitori della Società Canottieri Lecco e della Società Escursionisti Lecchesi. Tutti segnali di attenzione alla vita sociale del territorio. Lo stabilimento di Calolzio, la Cartiera dell'Adda, resta il suo fiore all'occhiello, I'unico di cui parla con grande soddisfazione. Pino Cima si spegne nel marzo del 1975 a soli 69 anni per un infarto. Gli succedono nella gestione delle cartiere i figli Giulio e Giovanni. Oggi la Cartiera di Pescarenico ha lasciato il posto al terzo Ponte di Lecco e la famiglia Cima negli eredi Giuseppe, Lodovica e Chiara, figli di Giulio, prosegue il progetto imprenditoriale dedicandosi, come un tempo, alla grande passione per la carta con l'acquisto di un'altra cartiera in provincia di Lucca e diverse attività connesse alla lavorazione della carta. Quindi la Cartiera dell' Adda di Calolzio Corte, ad oggi,fa parte del gruppo Paper Board Alliance (PBA), gestito da Giuseppe Cima, nipote di Pino. Tra le cartiere e le attività del gruppo rimane il fiore all'occhiello e conta oltre un centinalo di dipendenti.
S.V.