Lecco: rapper a processo per minacce con un'arma

Si sarebbe recato sotto casa del vicino con fare minaccioso e, non trovandolo, avrebbe sparato un colpo di avvertimento.
Per questo il vice procuratore onorario Pietro Bassi ha chiesto per Augustin Ameyibor una condanna a 3 anni e 3 mesi di reclusione e una multa di 5mila euro per violazione della legge sulle armi e minaccia aggravata, mentre l’avvocato difensore, appellandosi al ragionevole dubbio e non ritenendo provata la penale responsabilità, ne ha chiesto l’assoluzione o in alternativa l’applicazione delle attenuanti generiche e il minimo della pena.
Il fatto risale a gennaio 2019.
L’imputato, con altri due connazionali di origine africana, si sarebbe portato sotto l’abitazione di un vicino, in viale Turati a Lecco e avrebbe citofonato. A rispondere la moglie che aveva riferito dell’assenza del marito, in quel momento al lavoro.
Una comunicazione che avrebbe però suscitato l’irritazione dei tre, in particolare di Ameyibor che avrebbe iniziato a inveire fino a sparare un colpo di pistola.
Terrorizzata la donna avrebbe allora chiamato il consorte raccontandogli l’accaduto e indicando nell’imputato la persona che aveva "fatto fuoco".
L’intervento successivo degli operanti delle forze dell’ordine aveva portato a cercare l’arma, senza trovarla, e a sottoporre i vestiti del soggetto all’esame per rilevare eventuali tracce di polvere da sparo, effettivamente rinvenute su un abito.
Mentre il destinatario delle presunte minacce ha testimoniato di conoscere l’imputato, in quanto cresciuto a poca distanza, ma di non avere alcun rapporto debitorio nei suoi confronti, leggermente diversa la versione della controparte. Tradotto dalla polizia penitenziaria, in quanto in carcere da agosto per violazione degli obblighi di arresti domiciliari cui era sottoposto per atti persecutori nei confronti della compagna, il giovane ha dichiarato di conoscere solo di vista l’accusante.
A dare spiegazione delle fotografie rinvenute dagli operanti sul cellulare nel momento della perquisizione, che lo ritraevano imbracciando delle armi, è stato lo stesso imputato. Rapper con il nome di Big Ceo, Ameyibor ha dichiarato che gli scatti risalivano a un paio di settimane prima, la notte di capodanno tra il 2018 e il 2019 ed erano state realizzate, con armi “a salve”, proprio per essere inserite in un videoclip.
Il procedimento per repliche ed eventuale discussione è stato rinviato al mese di luglio.
S.V.
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