UP – seconda stagione/7: al Rifugio Elisa, un piccolo gioiello delle Grigne
Dopo avervi portato la scorsa settimana fuori provincia, a scoprire la meravigliosa Val di Mello, oggi torniamo “in patria” e, più precisamente, a Mandello. In questa nuova puntata della rubrica UP – Un Percorso vi presentiamo il sentiero che da Rongio, frazione alta del comune lariano, conduce al Rifugio Elisa, nel cuore del Grignone.
L’escursione non presenta alcuna difficoltà tecnica; anzi, per buona parte si svolge su mulattiera nel bosco e l’ultimo tratto è un sentiero in terra battuta e sassi. Tuttavia, l’impegno fisico richiesto non è banale: il sentiero è abbastanza lungo e affronta un dislivello importante. Ma, una volta arrivati al rifugio, la vista ripaga tutta la fatica!
• Partenza: Mandello del Lario, loc. Rongio (400m slm)
• Arrivo: Rifugio Elisa (1.515m slm)
• Lunghezza salita: circa 7 km
• Dislivello totale: 1.150 metri
• Durata salita: circa 3 ore
• Difficoltà: Impegnativo
Il sentiero prende il via dalla piazzetta di Rongio antistante il “Bar Dina”. Ci sono pochi posti per posteggiare ma, più sotto, lungo la strada che sale da Mandello, si trova qualche altro parcheggio più ampio nelle vicinanze del centro sportivo.
Guardando a monte, con il bar alle nostre spalle, il sentiero parte dalla sinistra della piazzetta. Seguiamo le indicazioni per il sentiero 14: non ci abbandonerà fino alla fine dell’escursione.
Il primo tratto si svolge su un tracciato carrabile sterrato pressoché pianeggiante, o con modestissime salite. Dopo circa 25 minuti arriviamo a un bel ponte di pietra, che percorriamo. Continuiamo per una decina di minuti ancora e arriviamo a un secondo ponte, denominato “Ponte di Ferro”. Sotto al ponte possiamo vedere le acque cristalline del Torrente Val Mala che forma pozze, marmitte e cascate.
Superiamo il ponte e a questo punto inizia la salita, che continuerà costante, ma mai eccessivamente ripida, fino al rifugio. Il tracciato, come dicevamo, è una mulattiera, quindi il fondo è costituito di sassi ben posati ma resi un po’ lisci dal calpestìo. Bisogna prestare particolare attenzione in caso di pioggia e fondo bagnato.
Quando sono trascorsi circa 45 minuti dalla partenza, arriviamo in un luogo molto suggestivo: la Grotta dell’Acqua Bianca, uno dei luoghi più significativi per la Resistenza nel territorio lecchese. Dopo una sosta, in cui possiamo approfondire la storia del luogo grazie ad alcuni pannelli informativi, riprendiamo la salita. Qui, a sinistra, si sale verso La Gardata e l’Alpe Era (sentiero 18), ma noi invece rimaniamo fedeli al nostro sentiero 14 e proseguiamo dritti, inoltrandoci nella Val Mala.
Il percorso prosegue senza grossi scossoni per un lungo tratto, interamente nel bosco. Questa parte potrebbe risultare un po’ monotona. Dopo circa 45 minuti, sulla sinistra si stacca un sentiero, che conduce anch’esso alla Gardata. Ignoriamo e proseguiamo dritti. Ora, di tanto in tanto, gli alberi lasciano spazi a vedute mozzafiato sul vicino versante nord-ovest della Grignetta, caratterizzato da imponenti pareti di roccia sormontate da guglie acuminate.
Procedendo oltre, vediamo inoltre avvicinarsi sempre di più a noi le altrettanto imponenti sagome del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari, al centro del versante occidentale del Grignone (e che separano il Rifugio Elisa dalla Conca del Releccio dove troviamo il Rifugio Bietti-Buzzi).
Quando dalla partenza sono passate circa 2 ore e 45 minuti, arriviamo proprio ai piedi del Sasso Cavallo. Troviamo indicazioni per il Rifugio Bietti-Buzzi e per la ferrata. Noi ignoriamo e proseguiamo ostinati sul sentiero 14, ignorando tutte le deviazioni. Dopo un ulteriore breve tratto di salita, arriviamo nei pressi del Baitello dell’Aser. Di colpo il panorama si apre e ai nostri piedi possiamo ammirare una bella veduta di Mandello e del lago dall’alto.
A questo punto la mulattiera finisce e inizia un sentiero che procede con un andamento prevalentemente pianeggiante. Ignoriamo la deviazione per La Spaola e rimaniamo sul nostro caro sentiero 14. Dopo una curva, finalmente davanti a noi compare il Rifugio Elisa. Percorriamo un ultimo tratto di salita e arriviamo sulla panoramica terrazza del rifugio quando sono passate circa 3 ore e 15 minuti dalla partenza.
N.B. Essendo il sentiero tutto in salita costante, i tempi di percorrenza potrebbero variare di molto a seconda del grado di allenamento di ciascuno!
Il rifugio – di proprietà del CAI Grigne di Mandello - è piccolino (ha solo 15 posti letto), ma è molto carino, anche perché è stato ristrutturato di recente.
Dalla terrazza del rifugio si gode di una vista molto bella e aperta su Mandello, sul lago, e sulle vicine pareti calcaree del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari, dove si trovano vie ferrate e vie di arrampicata per gli amanti della verticalità.
Tra l’altro, anche il Rifugio Elisa è stato protagonista delle vicende partigiane durante la Liberazione. Per questo, nel 1944, fu incendiato e distrutto dai nazifascisti per essere poi ricostruito nel 1947, a guerra finita.
Sebbene sia apparentemente abbastanza isolato, il rifugio può costituire un punto di partenza per altre escursioni nel Gruppo delle Grigne. Infatti, si trova in una posizione abbastanza strategica: è vicino al Buco di Grigna, da dove transita la Traversata Alta delle Grigne, il sentiero attrezzato che collega Grignone e Grignetta.
Per tornare a Mandello ripercorriamo lo stesso percorso dell’andata.
L’escursione non presenta alcuna difficoltà tecnica; anzi, per buona parte si svolge su mulattiera nel bosco e l’ultimo tratto è un sentiero in terra battuta e sassi. Tuttavia, l’impegno fisico richiesto non è banale: il sentiero è abbastanza lungo e affronta un dislivello importante. Ma, una volta arrivati al rifugio, la vista ripaga tutta la fatica!
• Partenza: Mandello del Lario, loc. Rongio (400m slm)
• Arrivo: Rifugio Elisa (1.515m slm)
• Lunghezza salita: circa 7 km
• Dislivello totale: 1.150 metri
• Durata salita: circa 3 ore
• Difficoltà: Impegnativo
Il sentiero prende il via dalla piazzetta di Rongio antistante il “Bar Dina”. Ci sono pochi posti per posteggiare ma, più sotto, lungo la strada che sale da Mandello, si trova qualche altro parcheggio più ampio nelle vicinanze del centro sportivo.
Guardando a monte, con il bar alle nostre spalle, il sentiero parte dalla sinistra della piazzetta. Seguiamo le indicazioni per il sentiero 14: non ci abbandonerà fino alla fine dell’escursione.






N.B. Essendo il sentiero tutto in salita costante, i tempi di percorrenza potrebbero variare di molto a seconda del grado di allenamento di ciascuno!
Il rifugio – di proprietà del CAI Grigne di Mandello - è piccolino (ha solo 15 posti letto), ma è molto carino, anche perché è stato ristrutturato di recente.
Dalla terrazza del rifugio si gode di una vista molto bella e aperta su Mandello, sul lago, e sulle vicine pareti calcaree del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari, dove si trovano vie ferrate e vie di arrampicata per gli amanti della verticalità.
Tra l’altro, anche il Rifugio Elisa è stato protagonista delle vicende partigiane durante la Liberazione. Per questo, nel 1944, fu incendiato e distrutto dai nazifascisti per essere poi ricostruito nel 1947, a guerra finita.
Sebbene sia apparentemente abbastanza isolato, il rifugio può costituire un punto di partenza per altre escursioni nel Gruppo delle Grigne. Infatti, si trova in una posizione abbastanza strategica: è vicino al Buco di Grigna, da dove transita la Traversata Alta delle Grigne, il sentiero attrezzato che collega Grignone e Grignetta.
Per tornare a Mandello ripercorriamo lo stesso percorso dell’andata.
Michele Castelnovo – Guida Ambientale Escursionistica – www.trekkinglecco.com