UP – Seconda stagione/10: tra Valtellina e Val Brembana, il Passo di Tartano e i Laghi di Porcile
Anche se i temporali di questi giorni hanno parzialmente raffrescato le temperature, l’estate è ormai nel vivo e il caldo non lascia tregua. Difficile fare escursioni con questo clima. Ma una soluzione c’è sempre! E in questa nuova puntata di UP – Un Percorso ci spostiamo a quote leggermente più alte, nella vicina Valtellina.
Questa volta vi portiamo in Val Tartano, nel versante orobico, poco distante da Morbegno. Famosa per il ponte sospeso, la valle in realtà offre molto di più. In particolare, questa settimana vedremo l’escursione al Passo di Tartano (che collega l’omonima valle alla Val Brembana, nella bergamasca) e ai meravigliosi tre Laghi di Porcile.
• Partenza e arrivo: Località Scesùre (1.500m slm)
• Tappa 1: Passo di Tartano (2.108m slm)
• Tappa 2: Terzo lago di Porcile (2.095m slm)
• Tappa 3: Secondo lago di Porcile (2.030m slm)
• Lunghezza totale: 9,2 km
• Dislivello: 750 metri
• Durata totale: 4 ore
• Difficoltà: Medio/Impegnativo
• Adatto ai bambini: dai 12 anni in su
Percorriamo la SS38 dello Stelvio seguendo la variante di Morbegno. Alla rotonda che troviamo dopo la seconda galleria (Paniga) lasciamo la statale e imbocchiamo la Strada Provinciale Orobica seguendo le direzioni per Tartano. Percorriamo la tortuosa strada fino a Campo Tartano (dove c’è il ponte sospeso), poi proseguiamo oltre fino al piccolo abitato di Tartano. Qui, poco dopo la chiesa, troviamo un bivio. Teniamo la sinistra e imbocchiamo la “Valle Lunga”. Proseguiamo sulla strada, che dopo alcuni chilometri diventa sterrata e un po’ “wild”, fino alla fine, quando arriviamo in località Scesùre. Qui troviamo uno spiazzo sterrato dove possiamo parcheggiare gratuitamente.
Al termine della strada troviamo una fonte (Acqua di Fraa). A fianco parte il sentiero per i Laghi di Porcile. In questo tratto il sentiero è uno solo e non c’è possibilità di sbagliarsi. Dopo pochi metri troviamo il cartello che segnala l’ingresso nel Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi. Il tracciato procede alternando tratti pianeggianti a brevi rampe ripide, snodandosi tra larici e rododendri e fiancheggiando il corso del Torrente Tartano, che non vediamo ma sentiamo scrosciare a poca distanza da noi.
Dopo circa un’ora dalla partenza, arriviamo su un ponte di cemento che attraversa il torrente, a breve distanza da una cascata. Il sentiero inizia ora a salire con pendenze più sostenute (ma mai eccessivamente ripide) e in circa un quarto d’ora davanti a noi si apre un’ampia conca entro cui sorge la (ormai abbandonata) Casera di Porcile. Qui c’è da guadare il torrente, poi passando a fianco degli edifici della casera riprendiamo la salita. Ora il panorama si fa più aperto. Alle nostre spalle, in lontananza, iniziano a comparire le meravigliose vette della dirimpettaia Val Masino.
Quando è trascorsa un’ora e mezza della partenza, arriviamo a una baita abbandonata (Baita Feles). Qui facciamo attenzione: nonostante la traccia del sentiero sembri proseguire a sinistra dell’edificio, in realtà noi dobbiamo andare a destra (sulle pietre della baita c’è un cartello segnaletico per i Laghi di Porcile).
Seguiamo questa direzione e poco oltre dobbiamo fare nuovamente attenzione: la traccia del sentiero sembra puntare verso sinistra, ma noi invece dobbiamo risalire un pendio più ripido sulla destra seguendo i segnavia rossi e bianchi sui sassi. Arrivati a un bivio (non segnalato), noi pieghiamo nettamente a sinistra e procediamo con un’andatura molto più blanda, fatta di sali e scendi, che in breve ci porta a ridosso dei laghi. Ma noi ci andremo dopo.
Arrivati infatti al cartello che indica la presenza del primo lago (nascosto alla vista), noi svoltiamo nettamente a destra tagliando i prati. La traccia è un po’ labile in questo tratto ma c’è un palo con la punta colorata di bianco e rosso a indicarci la via. Iniziamo quindi a salire verso il Passo di Tartano. La salita è blanda e le pendenze non sono eccessive, tranne gli ultimissimi metri per risalire al colle.
Quando è passata mezz’ora arriviamo infine al Passo di Tartano, dove troviamo una grande croce a ricordare l’amicizia tra le due valli. Qui la vista è molto bella: da una parte, quella da cui siamo saliti, ammiriamo tutta la Val Tartano e, oltre l’Adda, le vette della Val Masino del gruppo del Disgrazia; dalla parte opposta invece si apre la bergamasca, con le montagne di Foppolo. Inoltre al Passo di Tartano troviamo anche qualche resto delle fortificazioni militari della Linea Cadorna.
A questo punto, svoltiamo a sinistra e percorriamo il crinale spartiacque tra le due vallate. In poco tempo (circa 20 minuti) arriviamo a una bocchetta. Ora iniziamo a scendere un tratto decisamente ripido ma breve, poi il sentiero ritrova un andamento morbido fino ad arrivare a un ghiaione. Lo tagliamo prestando attenzione al terreno più impervio e seguendo sempre i segnavia rossi-bianchi e in breve (circa 40 minuti dal Passo di Tartano) arriviamo al più alto dei tre Laghi di Porcile, e probabilmente il più bello.
Nonostante il nome, i laghi non hanno niente a che vedere con fango e maiali. Anzi, il toponimo deriverebbe dal termine dialettale “purscii” che ne indicherebbe la purezza. Ricchi di pesci, sono alimentati da acqua piovana e dalle falde provenienti dallo scioglimento della neve invernale sulle montagne circostanti. Un piccolo angolo di paradiso nel cuore delle Orobie!
Dopo una meritata sosta, il nostro cammino prosegue. Ora abbiamo solo discesa. In una decina di minuti raggiungiamo il secondo e più grande lago, nonché il più affollato d’estate. Qui svoltiamo a sinistra e in pochi passi giungiamo al bivio già incontrato prima. Ora lasciamo il sentiero e, seguendo una traccia nei prati, raggiungiamo anche il primo Lago di Porcile, il più piccolo e più simile a uno stagno che a un vero e proprio lago.
Terminata la visita dei tre laghi, a questo punto riprendiamo la discesa. Ora il sentiero è lo stesso già percorso all’andata. Quindi in breve raggiungiamo prima la Baita Feles, poi la Casera di Porcile. Chiaramente scendendo si procede più velocemente e dalla Casera in circa 40 minuti torniamo alla macchina (la durata totale dell’escursione è di circa 4 ore).
N.B. Lungo il percorso non si trovano punti di appoggio e, ad esclusione di quella segnalata all’inizio del sentiero, non sono presenti fonti d’acqua potabile.
Questa volta vi portiamo in Val Tartano, nel versante orobico, poco distante da Morbegno. Famosa per il ponte sospeso, la valle in realtà offre molto di più. In particolare, questa settimana vedremo l’escursione al Passo di Tartano (che collega l’omonima valle alla Val Brembana, nella bergamasca) e ai meravigliosi tre Laghi di Porcile.
• Partenza e arrivo: Località Scesùre (1.500m slm)
• Tappa 1: Passo di Tartano (2.108m slm)
• Tappa 2: Terzo lago di Porcile (2.095m slm)
• Tappa 3: Secondo lago di Porcile (2.030m slm)
• Lunghezza totale: 9,2 km
• Dislivello: 750 metri
• Durata totale: 4 ore
• Difficoltà: Medio/Impegnativo
• Adatto ai bambini: dai 12 anni in su
Percorriamo la SS38 dello Stelvio seguendo la variante di Morbegno. Alla rotonda che troviamo dopo la seconda galleria (Paniga) lasciamo la statale e imbocchiamo la Strada Provinciale Orobica seguendo le direzioni per Tartano. Percorriamo la tortuosa strada fino a Campo Tartano (dove c’è il ponte sospeso), poi proseguiamo oltre fino al piccolo abitato di Tartano. Qui, poco dopo la chiesa, troviamo un bivio. Teniamo la sinistra e imbocchiamo la “Valle Lunga”. Proseguiamo sulla strada, che dopo alcuni chilometri diventa sterrata e un po’ “wild”, fino alla fine, quando arriviamo in località Scesùre. Qui troviamo uno spiazzo sterrato dove possiamo parcheggiare gratuitamente.



Seguiamo questa direzione e poco oltre dobbiamo fare nuovamente attenzione: la traccia del sentiero sembra puntare verso sinistra, ma noi invece dobbiamo risalire un pendio più ripido sulla destra seguendo i segnavia rossi e bianchi sui sassi. Arrivati a un bivio (non segnalato), noi pieghiamo nettamente a sinistra e procediamo con un’andatura molto più blanda, fatta di sali e scendi, che in breve ci porta a ridosso dei laghi. Ma noi ci andremo dopo.



Nonostante il nome, i laghi non hanno niente a che vedere con fango e maiali. Anzi, il toponimo deriverebbe dal termine dialettale “purscii” che ne indicherebbe la purezza. Ricchi di pesci, sono alimentati da acqua piovana e dalle falde provenienti dallo scioglimento della neve invernale sulle montagne circostanti. Un piccolo angolo di paradiso nel cuore delle Orobie!
Dopo una meritata sosta, il nostro cammino prosegue. Ora abbiamo solo discesa. In una decina di minuti raggiungiamo il secondo e più grande lago, nonché il più affollato d’estate. Qui svoltiamo a sinistra e in pochi passi giungiamo al bivio già incontrato prima. Ora lasciamo il sentiero e, seguendo una traccia nei prati, raggiungiamo anche il primo Lago di Porcile, il più piccolo e più simile a uno stagno che a un vero e proprio lago.
Terminata la visita dei tre laghi, a questo punto riprendiamo la discesa. Ora il sentiero è lo stesso già percorso all’andata. Quindi in breve raggiungiamo prima la Baita Feles, poi la Casera di Porcile. Chiaramente scendendo si procede più velocemente e dalla Casera in circa 40 minuti torniamo alla macchina (la durata totale dell’escursione è di circa 4 ore).
N.B. Lungo il percorso non si trovano punti di appoggio e, ad esclusione di quella segnalata all’inizio del sentiero, non sono presenti fonti d’acqua potabile.
Michele Castelnovo – Guida Ambientale Escursionistica – www.trekkinglecco.com