Lecco: 'il Piazza' giusto per 3 ruoli in uno è ancora Mauro

C’era una volta “il Mauro giusto”. Uno slogan, un po’ zuzzurellone, ma capace di mettere d’accordo tutti o quasi i lecchesi. Perché in politica, si sa, valgono più dei fatti, le opinioni. Così ciascuno leggeva nel cartellone il proprio beniamino: gli uni, Piazza, gli altri, Gattinoni.
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Ora però è apparso un nuovo manifesto in città: “il Piazza giusto”. E qui la partita si gioca tutta da una parte: Mauro o Carlo? Il primo, sottosegretario per la Lega dopo aver cambiato più volte casacca, dà le carte, gioca con gli alleati - senza sprecare una goccia di sudore – e si dice(va) pronto a correre da solo con il Carroccio; il secondo pareva essere stato tirato fuori dal cilindro o dalla borsa dell'altro, che fino a ora ha portato.
Gli alleati, pure loro a corto di candidature effettivamente trasversali e dunque di peso anche fuori i confini del partito, stanno al tavolo del mazziere con un solo, vero, obiettivo: portare a casa qualche poltrona. Qualcuno possibilmente per sé.
Mauro è astuto, con la possibilità, che suona come una minaccia, di correre da solo, costringe gli altri a trangugiare qualsiasi pozione.
Candidare il Carletto è come diventare primo cittadino per interposta persona. Quindi sindaco di Lecco, sottosegretario in Regione e semmai gli riuscisse il colpo di confermare la Hofmann alla presidenza della Provincia avrebbe fatto scala reale. Ma per ottenere il capoluogo sembrerebbe essere pronto, conti in tasca, anche a sacrificare la sua Alessandra, come Gattinoni con la Durante, con il plotoncino di sindaci meloniani (o etichettati come tali) già allineato, nella speranza che uno tra Pasquini, Peccati, Pesenti e Fasoli venga chiamato a fare il passo in avanti.
Tornando a Carletto, perché poi non dovrebbe andare bene? In fondo l’esperienza ce l’ha, pur non sedendo da 19 anni in consiglio comunale come il “rivale” Filippo Boscagli: dopo un periodo di addestramento chez Piazza è balzato a Villa Locatelli con l’incarico – niente meno – di consigliere politico proprio di Alessandra Hofmann la quale, poveretta, evidentemente ne aveva bisogno. Per ben nove mesi ha eterodiretto la presidente e sindaca di Monticello e ora sta in Regione, senza i rischi di cassa integrazione causa dazi dell’amico Trump (ricordate il cappellino di Salvini?).
Insomma il ragazzo è fino di testa e svelto di mano. Ma sarà anche un buon sindaco per Lecco?
Il curriculum direbbe sì, ma i guai potrebbero cominciare già l'indomani del giuramento. In Giunta. Perché pur di strappare la candidatura, a Fratelli d’Italia sono stati promessi ben cinque assessori; a Forza Italia due uno dei quali – Dio ci aiuti – nella persona personalmente di Roberto Gagliardi. Con la Lega che, alla fine terrebbe per sé un solo posto in Giunta, per lasciare l'ultimo ai civici. E no, non per Emilio Minuzzo, delfino, sembrava, dello stesso Piazza cinque anni fa, ora scaricato... per il Trota del Lario. La quota “ideale” è rosa. Ma, nel caso, resta sempre la presidenza del consiglio, per chi “merita(va) di più” e ora non ci sta a non essere preso in considerazione.
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