Lecco: adottato il nuovo Pgt, da settembre la fase delle osservazioni
Il consiglio comunale lecchese, seppur con il solo sostegno della maggioranza, si è espresso a favore della adozione della variante generale al piano di governo del territorio, un importante step in vista dell’entrata in vigore dello strumento urbanistico per eccellenza che avverrà a gennaio a termine di tutto l’iter.
A guidare il percorso, l’assessore Giuseppe Rusconi che ha presentato la delibera all’aula: “Questa variante generale deriva dalla necessità di adeguare il Pgt alle nuove istanze provenienti, ai mutati scenari socio-economici e alla mutata normativa, oltre alla necessità di superare alcune criticità del Pgt vigente come la difficoltà di concretizzare le previsioni sottoposte a piano attuativo, la concreta difficoltà di dare attuazione ai due ‘arcipelago’ in zona pedemontana e a una normativa troppo rigida sulle destinazioni d’uso. Per risolvere queste difficoltà la variante prevede alcuni strumenti: l’indifferenza funzionale, i crediti edilizi, una migliore definizione dello strumento di compensazione urbanistica e un più deciso utilizzo del permesso di costruire convenzionato in luogo del piano attuativo”.
Strumenti che serviranno a perseguire alcuni indirizzi strategici contenuti nel documento: la costruzione di una infrastruttura verde-blu come struttura della città e del territorio, costituita dalla rete ecologica comunale, dai servizi ecosistemi della rete idrografica e del lago nonché dalla rete del verde urbano territoriale; la valorizzazione delle valenze paesaggistiche ambientali e storico-culturali del territorio, del rapporto tra montagna e lago, della vocazione turistico-fruitiva; la ri-funzionalizzazione delle aree produttive dismesse e degradate, finalizzata al rafforzamento della attrattività urbana. Il documento conterrà anche alcuni passi indietro rispetto al Pgt vigente: la conferma di aree produttive ancora attive e strategiche a fronte di previsioni di trasformazione non attuabili, la revisione di alcune previsioni di alcune aree di trasformazione, delle proposte di soluzione per il cosiddetto arcipelago e la definizione delle aree di rigenerazione urbana. Tra la novità, il piano per le attrezzature religiose e la previsioni di un forte intervento di edilizia residenziale sociale.
A sostegno di questo primo provvedimento tutta la maggioranza. “Questa variante è un punto di arrivo, il punto di arrivo di un percorso fatto di incontri, di forum, di ascolto di cittadini e imprese; un punto di arrivo in cui abbiamo cercato di esser pragmatici perché il Comune ha l’obbligo di dare una direzione ma i privati devono essere d’accordo con questa direzione e, in questo senso, gli strumenti citati renderanno più efficace e realistico il Pgt - ha detto il capogruppo del Partito democratico Pietro Regazzoni - Ma è anche anche un punto di partenza: manteniamo quello che c’è di buono nel Pgt attuale e cerchiamo di utilizzare strumenti nuovi, in coerenza con gli obiettivi del nostro programma elettorale, delle fasce che vogliamo supportare, del tipo di sviluppo di città che vogliamo intraprendere”.
Anche Andrea Frigerio (Italia viva) ha commentato positivamente la delibera, seppur con qualche critica: “Il Pgt è uno degli atti politici più importanti di un’amministrazione e questo è un Pgt che fa scelte politiche coraggiose come quella di rigenerare alcune aree con interventi sostenibili e a favore di uno sviluppo integrale del territorio, come quella di prevedere una percentuale per i servizi abitativi pubblici. Qualche criticità riguarda gli Atm (Aree di trasformazione marginale): sono 12 ambiti che rappresentano 100mila metri quadri di superficie teoricamente edificabile; ora la superficie edificabile che noi rappresentiamo con questo piano vale 3mila metri quadri, ma se diamo la possibilità di crediti da delocalizzare l’area diventa di 10mila metri quadri e su questo una riflessione andrebbe fatta”.
Stefano Villa ha definito la variante “uno strumento di pianificazione connotato da dinamicità intrinseca anche a livello normativo rispetto al passato”, evidenziando alcuni di quelli che per Ambientalmente sono i meriti del documento: il controllo del consumo di suolo, la rigenerazione urbana, gli ambiti di rigenerazione individuati lungo i fiumi “che saranno occasione per attuare la mitigazione e l’adattamento così da realizzare concretamente l’obiettivo della transizione ecologica”; e poi ancora l’edilizia residenziale sociale, “che costituirà un nuovo presidio a tutela del diritto di abitare in città”, la mobilità “che assume la connotazione di una rivoluzione con il trasporto individuale privato che lascia spazio alle reti pubbliche e alla modalità dolce”.
Apprezzamento anche da parte di Fattore Lecco: secondo Mattia Bernasconi il Pgt offrirebbe la possibilità di dare delle risposte a problemi atavici della città: “Questa è un’occasione per correggere quello che non ha funzionato nel passato e per adeguarci alle nuove sensibilità normative. Non sono possibili interventi radicali ma risposte a bisogni specifici che nel piano sono presenti, come i rioni alti della città, le previsione sulle piattaforme, il bisogno residenziale. La variante pone anche limiti alle nuove strutture di vendita di dimensioni maggiore e prevede una tipologia urbanistica per data center e per le tecnologie informatiche, oltre a disposizioni che salvaguardano le aree produttive”.
Secondo la sinistra “forse si poteva osare di più”, ma le scelte fatte vanno nella direzione giusta: “Noi pensiamo a un Pgt che metta al centro chi vive, lavora o studia in città. Nonostante la chiusura di molte grandi fabbriche Lecco conserva ancora un’importante realtà manifatturiera, che va difesa tenendo conto della sostenibilità ambientale e delle difficoltà legate alla mobilità derivanti dalle caratteristiche del nostro territorio. Siamo una città che deve tenere conto di una popolazione anziana, che richiede servizi di vicinato e assistenza, ma anche di una presenza crescente di giovani e il Pgt deve saper coniugare queste esigenze - ha detto il capogruppo Alberto Anghileri - Per questo abbiamo posto l’attenzione e sostenuto una strategia sui servizi abitativi e sull’edilizia residenziale sociale. A Lecco esistono molti spazi abbandonati, anche in aree di pregio, lungo i torrenti o nei vecchi nuclei. Riteniamo qualificante la scelta di offrire ai proprietari la possibilità di edificare in altre zone della città, evitando nuove costruzioni in aree sensibili e un altro punto centrale è la riduzione del consumo di suolo, in particolare nella fascia pedemontana, già ampiamente urbanizzata”.
A “rompere l’idillio”, come lui stesso ha detto, è stato il rappresentante di Appello per Lecco Corrado Valsecchi: “Ma quale Pgt partecipato? Dove sono le osservazione di ordini, sindacati, associazioni di categoria? Io trovo che in questo documento siano stati analizzati in maniera incompleta i temi che riguardano l’inverno demografico, i flussi viabilistici, gli appartamenti sfitti e uno studio specifico sulle attività commerciali e turistiche. Senza studi adeguati come possiamo incidere sulle condizioni di vita della comunità?”.
Un invito a una maggiore partecipazione è arrivato dal consigliere Giovanni Tagliaferri del Gruppo per Lecco (che assieme alla collega Clara Fusi, entrambi ex dem, hanno votato contro al provvedimento): “Questa variante scrive il futuro della città, racconta cosa succederà nel giardino sotto casa di qualcuno, nell’area dismessa che un altro vede dal terrazzo, nella zona dove pensavi di poterti trasferire. L’invito ai cittadini è quello di leggere e fare osservazioni". Tra le criticità evidenziate, il rischio che l’edilizia convenzionata resti sulla carta e il ricorso agli strumenti dell’indifferenza funzionale, dei crediti, delle premialità che “garantiscono la flessibilità ma rischiano di favorire uno sviluppo disordinato, quindi servirà un controllo politico molto forte”.
Il leghista Stefano Parolari ha definito questa variante “la versione più deprimente di quello che era il Piano regolatore, come denota anche l’assenza di contributi e di osservazioni. Il comune non è più considerata un’istituzione che conta e il Pgt non è più considerato uno strumento che conta. Noi abbiamo a che fare con una città che invecchia nelle sue strutture, e non solo nei suoi abitanti, e non deve affrontare solo la rigenerazione vera che è quella dei suoi quartieri, che hanno tante case sfitte. Parliamo di case, ma non si riesce a incidere sul patrimonio comunale pubblico, le zone 1 le abbiamo fatte invecchiare e alcune zone tendono ad essere inutilizzabili e non stiamo dando una risposta. E poi, l’impresa, in questo Pgt, dov’è? C’è un tentativo con la chimera del turismo ma vediamo che rischia di diventare più un debito che un credito”.
Critiche anche da Fratelli d’Italia, con Filippo Boscagli che ha definito la variante “un contributo poco ambizioso e piuttosto ridotto”, mentre manca “l’idea di quello che sarà la nostra città nei prossimi decenni. Questo non lo vediamo e rischiamo di ripetere alcuni errori: nell’istituzione degli Atu era mancato l’ascolto della città e oggi manca l’ambizione sul ruolo di capoluogo”.
Emilio Minuzzo, capogruppo di Lecco ideale - Lecco merita di più ha chiesto “Qual è la visione? Dove di sta andando? Che cosa dicono gli stakeholder più importanti? La rigenerazione sembra la panacea ma dipende da come si fa, invece non c’è una linea chiara ma si rimanda alla contrattazione dei singoli interventi e questo indebolisce il Pgt”.
Con l’adozione della variante generale al Piano di governo del territorio si apre una nuova fase: tra la fine di agosto e l’inizio di settembre verrà pubblicata la documentazione e da lì partiranno i primi trenta giorni per fare l’accesso agli atti e poi ulteriori 30 giorni per fare le osservazioni. Una facoltà a disposizione di portatori di interesse, associazioni, cittadini, imprenditori e forze politiche e sociali che potranno avanzare proposte, osservazioni e contributi che, se coerenti con le normative vigenti, saranno discusse e votate nel consiglio comunale in cui verrà approvato definitivamente il documento.

Strumenti che serviranno a perseguire alcuni indirizzi strategici contenuti nel documento: la costruzione di una infrastruttura verde-blu come struttura della città e del territorio, costituita dalla rete ecologica comunale, dai servizi ecosistemi della rete idrografica e del lago nonché dalla rete del verde urbano territoriale; la valorizzazione delle valenze paesaggistiche ambientali e storico-culturali del territorio, del rapporto tra montagna e lago, della vocazione turistico-fruitiva; la ri-funzionalizzazione delle aree produttive dismesse e degradate, finalizzata al rafforzamento della attrattività urbana. Il documento conterrà anche alcuni passi indietro rispetto al Pgt vigente: la conferma di aree produttive ancora attive e strategiche a fronte di previsioni di trasformazione non attuabili, la revisione di alcune previsioni di alcune aree di trasformazione, delle proposte di soluzione per il cosiddetto arcipelago e la definizione delle aree di rigenerazione urbana. Tra la novità, il piano per le attrezzature religiose e la previsioni di un forte intervento di edilizia residenziale sociale.
A sostegno di questo primo provvedimento tutta la maggioranza. “Questa variante è un punto di arrivo, il punto di arrivo di un percorso fatto di incontri, di forum, di ascolto di cittadini e imprese; un punto di arrivo in cui abbiamo cercato di esser pragmatici perché il Comune ha l’obbligo di dare una direzione ma i privati devono essere d’accordo con questa direzione e, in questo senso, gli strumenti citati renderanno più efficace e realistico il Pgt - ha detto il capogruppo del Partito democratico Pietro Regazzoni - Ma è anche anche un punto di partenza: manteniamo quello che c’è di buono nel Pgt attuale e cerchiamo di utilizzare strumenti nuovi, in coerenza con gli obiettivi del nostro programma elettorale, delle fasce che vogliamo supportare, del tipo di sviluppo di città che vogliamo intraprendere”.
Anche Andrea Frigerio (Italia viva) ha commentato positivamente la delibera, seppur con qualche critica: “Il Pgt è uno degli atti politici più importanti di un’amministrazione e questo è un Pgt che fa scelte politiche coraggiose come quella di rigenerare alcune aree con interventi sostenibili e a favore di uno sviluppo integrale del territorio, come quella di prevedere una percentuale per i servizi abitativi pubblici. Qualche criticità riguarda gli Atm (Aree di trasformazione marginale): sono 12 ambiti che rappresentano 100mila metri quadri di superficie teoricamente edificabile; ora la superficie edificabile che noi rappresentiamo con questo piano vale 3mila metri quadri, ma se diamo la possibilità di crediti da delocalizzare l’area diventa di 10mila metri quadri e su questo una riflessione andrebbe fatta”.
Stefano Villa ha definito la variante “uno strumento di pianificazione connotato da dinamicità intrinseca anche a livello normativo rispetto al passato”, evidenziando alcuni di quelli che per Ambientalmente sono i meriti del documento: il controllo del consumo di suolo, la rigenerazione urbana, gli ambiti di rigenerazione individuati lungo i fiumi “che saranno occasione per attuare la mitigazione e l’adattamento così da realizzare concretamente l’obiettivo della transizione ecologica”; e poi ancora l’edilizia residenziale sociale, “che costituirà un nuovo presidio a tutela del diritto di abitare in città”, la mobilità “che assume la connotazione di una rivoluzione con il trasporto individuale privato che lascia spazio alle reti pubbliche e alla modalità dolce”.
Apprezzamento anche da parte di Fattore Lecco: secondo Mattia Bernasconi il Pgt offrirebbe la possibilità di dare delle risposte a problemi atavici della città: “Questa è un’occasione per correggere quello che non ha funzionato nel passato e per adeguarci alle nuove sensibilità normative. Non sono possibili interventi radicali ma risposte a bisogni specifici che nel piano sono presenti, come i rioni alti della città, le previsione sulle piattaforme, il bisogno residenziale. La variante pone anche limiti alle nuove strutture di vendita di dimensioni maggiore e prevede una tipologia urbanistica per data center e per le tecnologie informatiche, oltre a disposizioni che salvaguardano le aree produttive”.
Secondo la sinistra “forse si poteva osare di più”, ma le scelte fatte vanno nella direzione giusta: “Noi pensiamo a un Pgt che metta al centro chi vive, lavora o studia in città. Nonostante la chiusura di molte grandi fabbriche Lecco conserva ancora un’importante realtà manifatturiera, che va difesa tenendo conto della sostenibilità ambientale e delle difficoltà legate alla mobilità derivanti dalle caratteristiche del nostro territorio. Siamo una città che deve tenere conto di una popolazione anziana, che richiede servizi di vicinato e assistenza, ma anche di una presenza crescente di giovani e il Pgt deve saper coniugare queste esigenze - ha detto il capogruppo Alberto Anghileri - Per questo abbiamo posto l’attenzione e sostenuto una strategia sui servizi abitativi e sull’edilizia residenziale sociale. A Lecco esistono molti spazi abbandonati, anche in aree di pregio, lungo i torrenti o nei vecchi nuclei. Riteniamo qualificante la scelta di offrire ai proprietari la possibilità di edificare in altre zone della città, evitando nuove costruzioni in aree sensibili e un altro punto centrale è la riduzione del consumo di suolo, in particolare nella fascia pedemontana, già ampiamente urbanizzata”.

Un invito a una maggiore partecipazione è arrivato dal consigliere Giovanni Tagliaferri del Gruppo per Lecco (che assieme alla collega Clara Fusi, entrambi ex dem, hanno votato contro al provvedimento): “Questa variante scrive il futuro della città, racconta cosa succederà nel giardino sotto casa di qualcuno, nell’area dismessa che un altro vede dal terrazzo, nella zona dove pensavi di poterti trasferire. L’invito ai cittadini è quello di leggere e fare osservazioni". Tra le criticità evidenziate, il rischio che l’edilizia convenzionata resti sulla carta e il ricorso agli strumenti dell’indifferenza funzionale, dei crediti, delle premialità che “garantiscono la flessibilità ma rischiano di favorire uno sviluppo disordinato, quindi servirà un controllo politico molto forte”.
Il leghista Stefano Parolari ha definito questa variante “la versione più deprimente di quello che era il Piano regolatore, come denota anche l’assenza di contributi e di osservazioni. Il comune non è più considerata un’istituzione che conta e il Pgt non è più considerato uno strumento che conta. Noi abbiamo a che fare con una città che invecchia nelle sue strutture, e non solo nei suoi abitanti, e non deve affrontare solo la rigenerazione vera che è quella dei suoi quartieri, che hanno tante case sfitte. Parliamo di case, ma non si riesce a incidere sul patrimonio comunale pubblico, le zone 1 le abbiamo fatte invecchiare e alcune zone tendono ad essere inutilizzabili e non stiamo dando una risposta. E poi, l’impresa, in questo Pgt, dov’è? C’è un tentativo con la chimera del turismo ma vediamo che rischia di diventare più un debito che un credito”.
Critiche anche da Fratelli d’Italia, con Filippo Boscagli che ha definito la variante “un contributo poco ambizioso e piuttosto ridotto”, mentre manca “l’idea di quello che sarà la nostra città nei prossimi decenni. Questo non lo vediamo e rischiamo di ripetere alcuni errori: nell’istituzione degli Atu era mancato l’ascolto della città e oggi manca l’ambizione sul ruolo di capoluogo”.
Emilio Minuzzo, capogruppo di Lecco ideale - Lecco merita di più ha chiesto “Qual è la visione? Dove di sta andando? Che cosa dicono gli stakeholder più importanti? La rigenerazione sembra la panacea ma dipende da come si fa, invece non c’è una linea chiara ma si rimanda alla contrattazione dei singoli interventi e questo indebolisce il Pgt”.
Con l’adozione della variante generale al Piano di governo del territorio si apre una nuova fase: tra la fine di agosto e l’inizio di settembre verrà pubblicata la documentazione e da lì partiranno i primi trenta giorni per fare l’accesso agli atti e poi ulteriori 30 giorni per fare le osservazioni. Una facoltà a disposizione di portatori di interesse, associazioni, cittadini, imprenditori e forze politiche e sociali che potranno avanzare proposte, osservazioni e contributi che, se coerenti con le normative vigenti, saranno discusse e votate nel consiglio comunale in cui verrà approvato definitivamente il documento.
M.V.