Lecco: trent'anni fa l'eccidio dei volontari di Mondo Giusto
Sono passati 30 anni dal 6 agosto 1995, una domenica di sangue. Sei lustri nel corso dei quali il legame con l'Africa non si è spezzato, anzi. Si è celebrato, già nel 2021, il primo mezzo secolo di "Mondo Giusto" , pur salutando poi, nel volgere di qualche mese dalla "prima" del documentario dedicato all'importante traguardo tagliato dall'associazione, il dottor Domenico Colombo, fondatore del sodalizio e sua colonna, con i tanti volontari che, superato lo sgomento per la tragedia del 6 agosto 1995, hanno continuato a lavorare, per l’ex Congo belga come pure per altri Paesi del continente nero come dell'America Latina, con il bilancio 2024 che parla dunque, ancora, di progetti in RDC ma anche in Rwanda, Tanzania, Costa d'Avorio, Mali e Perù.
Lo firma il presidente Flavio Riva, quel Flavio Riva che trent'anni fa come oggi si è miracolosamente salvato, mentre sotto una raffica di colpi, morivano in quello che è ricordato come l'eccido del parco di Virunga, lo stesso in cui ha trovato la morte anche l'ambasciatore Luca Attanasio, il lecchese Michelangiolo Lamberti e il calolziese Tarcisio Cattaneo, con Luigi Cazzaniga di Sovico e Adelio Castiglioni di Locate Varesino. Uccisi senza pietà da coloro i quali iniziarono a sparare all'impazzata contro la Jeep sulla quale viaggiava il gruppo, forse per mettere a segno una rapina, anche i due bambini di quest'ultimo, Samuele e Roberta, di appena 5 e 11 anni; si salvò la loro mamma Noella Bagorha, rimasta però paraplegica.
"A un certo punto – racconta Riva, allora tecnico dell'impresa Carsana come Lamberti e Cattaneo, uscito incolume ma chiaramente provato, nel film prodotto per il 50esimo di Mondo Giusto – ho smesso di domandarmi perché sono sopravvissuto, altrimenti sarei diventato pazzo".
"Sono grato di poter commemorare questi sei amici, persone buone che credo sia possibile definire "martiri", perché hanno dato la loro vita per amore, per un mondo più giusto" aveva detto, in occasione del 25° anniversario della tragedia, l'allora Prevosto di Lecco Monsignor Davide Milani durante l'omelia della Santa Messa commemorativa, celebrata nella giornata liturgica dedicata alla Trasfigurazione. "La loro è una storia tragica, che ha segnato la nostra città costituendo però, allo stesso tempo, un "filo" legato ad altri episodi di eroismo: le corde più robuste e resistenti, quelle che rendono forte la nostra comunità, sono fatte proprio di tanti "fili" di bene, tra i quali sono inclusi quelli di Michelangiolo, Tarcisio, Luigi, Adelio, Samuele e Roberta. Per quanto inaspettato, il dono della loro vita è stato per certi aspetti volontario, perché ogni volta che si sceglie di impegnare la propria esistenza a favore degli altri si perde qualcosa di sé. E si è disposti a farlo, fino al sacrificio più grande".
"Abbiamo sempre continuato a lavorare, anche dopo quel tragico evento che ha distrutto tutti noi" aveva sottolineato in quella stessa occasione Alessandra Carsana, anche a nome del marito Domenico Colombo, presente personalmente alla funzione come pure Noella Bagorha. "Ricordo ancora il giorno in cui ho accompagnato i ragazzi in aeroporto: mi sentivo responsabile per loro, ma erano convinti di voler trascorrere le loro ferie in Congo, al servizio degli altri. Tarcisio, soprattutto, continuava a ripeterlo. Poi mi ha detto: "Se non dovessimo tornare, sarà perché così era scritto". Evidentemente era proprio così".
Quest'oggi toccherà a monsignor Bortolo Uberti trovare le parole per ricordare i sei "martiri" lecchesi. Una messa di suffragio è prevista infatti alle 18.30 in Basilica. Per non dimenticare.

Flavio Riva alla presentazione del documentario prodotto nel 50° di Mondo Giusto
Lo firma il presidente Flavio Riva, quel Flavio Riva che trent'anni fa come oggi si è miracolosamente salvato, mentre sotto una raffica di colpi, morivano in quello che è ricordato come l'eccido del parco di Virunga, lo stesso in cui ha trovato la morte anche l'ambasciatore Luca Attanasio, il lecchese Michelangiolo Lamberti e il calolziese Tarcisio Cattaneo, con Luigi Cazzaniga di Sovico e Adelio Castiglioni di Locate Varesino. Uccisi senza pietà da coloro i quali iniziarono a sparare all'impazzata contro la Jeep sulla quale viaggiava il gruppo, forse per mettere a segno una rapina, anche i due bambini di quest'ultimo, Samuele e Roberta, di appena 5 e 11 anni; si salvò la loro mamma Noella Bagorha, rimasta però paraplegica.
"A un certo punto – racconta Riva, allora tecnico dell'impresa Carsana come Lamberti e Cattaneo, uscito incolume ma chiaramente provato, nel film prodotto per il 50esimo di Mondo Giusto – ho smesso di domandarmi perché sono sopravvissuto, altrimenti sarei diventato pazzo".
"Sono grato di poter commemorare questi sei amici, persone buone che credo sia possibile definire "martiri", perché hanno dato la loro vita per amore, per un mondo più giusto" aveva detto, in occasione del 25° anniversario della tragedia, l'allora Prevosto di Lecco Monsignor Davide Milani durante l'omelia della Santa Messa commemorativa, celebrata nella giornata liturgica dedicata alla Trasfigurazione. "La loro è una storia tragica, che ha segnato la nostra città costituendo però, allo stesso tempo, un "filo" legato ad altri episodi di eroismo: le corde più robuste e resistenti, quelle che rendono forte la nostra comunità, sono fatte proprio di tanti "fili" di bene, tra i quali sono inclusi quelli di Michelangiolo, Tarcisio, Luigi, Adelio, Samuele e Roberta. Per quanto inaspettato, il dono della loro vita è stato per certi aspetti volontario, perché ogni volta che si sceglie di impegnare la propria esistenza a favore degli altri si perde qualcosa di sé. E si è disposti a farlo, fino al sacrificio più grande".

Alessandra Carsana e Domenico Colombo durante le riprese del documentario
"Abbiamo sempre continuato a lavorare, anche dopo quel tragico evento che ha distrutto tutti noi" aveva sottolineato in quella stessa occasione Alessandra Carsana, anche a nome del marito Domenico Colombo, presente personalmente alla funzione come pure Noella Bagorha. "Ricordo ancora il giorno in cui ho accompagnato i ragazzi in aeroporto: mi sentivo responsabile per loro, ma erano convinti di voler trascorrere le loro ferie in Congo, al servizio degli altri. Tarcisio, soprattutto, continuava a ripeterlo. Poi mi ha detto: "Se non dovessimo tornare, sarà perché così era scritto". Evidentemente era proprio così".
Quest'oggi toccherà a monsignor Bortolo Uberti trovare le parole per ricordare i sei "martiri" lecchesi. Una messa di suffragio è prevista infatti alle 18.30 in Basilica. Per non dimenticare.
