Vendrogno: il saluto di don Angelo dopo 14 anni in Muggiasca
Si sono conclusi ieri, 5 agosto, i festeggiamenti per la ricorrenza della Madonna della Neve in quel di Vendrogno. La messa, con il saluto a don Angelo Olgiati, ha coronato le iniziative iniziate già nella giornata di lunedì, con la processione e i fuochi artificiali che hanno illuminato l'abitato della frazione bellanese. Residente nel piccolo borgo della Muggiasca dal 2011 con le funzioni di aiuto parroco, il celebrante, affiancato all'altare da don Emilio Sorte, si appresta a trasferirsi a Introbio.

“Il ringraziamento di oggi per il voto dei nostri padri, è occasione di ringraziare in modo ufficiale don Angelo per tutti gli anni che è rimasto in mezzo a noi” ha detto il parroco stesso, prendendo la parola dinnanzi ai parrocchiani e alle autorità civile intervenute per la sentita funzione religiosa.


Nella sua omelia don Angelo ha ripercorso gli anni “della giovinezza”, ricordando come la “festa della Madonnina sia sempre stata bella” e dando addirittura un titolo a questa sua “conversazione” di saluto: “fiat voluntas tua”, come la scelta più bella fatta nella sua vita ovvero entrare in seminario, incamminandosi verso l'ordinazione sacerdotale.


Premana la sua prima destinazione da giovane sacerdote: era il 1967. Con lui c'era la zia Giuditta, rimasta al suo fianco nel borgo delle lame, per cinque anni. La donna, ha ricordato don Angelo, gli ripeteva due frasi che lui ha poi portato con sé come insegnamento: "quel che Dio da bisogna ciapà" e "quel che Dio vuole non è mai troppo".
Dopo l’esperienza in alta Valvarrone, il Cardinal Giovanni Colombo vedendo in don Olgiati una “vocazione missionaria”, decise di inviarlo in Kenya, dove è rimasto ben 22 anni fino al ritorno in Italia dove gli venne affidata la parrocchia di Ello, “donando due giorni al mese per le visite agli ammalati”.


Nel 2011, poi, l’allora vicario episcopale, Mons. Bruno Molinari, lo assegnò a Vendrogno, in aiuto all’anziano parroco don Eugenio Vergottini. “Ora che don Eugenio è in paradiso ed io sono vecchio e ammalato, non mi sento più in forza per stare qui da solo nella mia casa di Vendrogno e ho deciso di andare ad Introbio dove abita mia sorella con i miei nipoti”, ha spiegato ai presenti, sottolineando come il paese della Muggiasca rimarrà sempre il suo paese, dove ha trascorso la giovinezza e dove possiede un'abitazione di proprietà.
Non è mancato, nel corso dell'omelia, un pensiero anche alla ricorrenza della Madonna della Neve, guardando la statua lignea conservata sopra l'altare, ricordando come da bambino anche lui stesso l'abbia prelevata dalla nicchia - “essendo di legno abbastanza leggero” - per portarla in processione durante i festeggiamenti di inizio agosto, esattamente come ripetuto nella giornata di lunedì.
Sempre rivolgendosi alla Vergine ha chiesto la Sua protezione, mettendosi sotto il manto di Maria e augurando “tanto bene a tutti. Vi amo con tutto il cuore”, ha chiosato, con le sue parole rotte da una leggera emozione e accolte con un crescendo di applausi da tutti partecipanti.
Prima della benedizione finale don Angelo ha chiesto “al Signore di mandare ancora un sacerdote a risiedere qui in questa parrocchia”.


Alla Messa ha fatto seguito il pranzo comunitario ha visto la presenza dei parrocchiani e dei parenti di don Angelo che ha tagliato la torta commemorativa voluta come ringraziamento per gli anni passati a Vendrogno.


“Il ringraziamento di oggi per il voto dei nostri padri, è occasione di ringraziare in modo ufficiale don Angelo per tutti gli anni che è rimasto in mezzo a noi” ha detto il parroco stesso, prendendo la parola dinnanzi ai parrocchiani e alle autorità civile intervenute per la sentita funzione religiosa.


Nella sua omelia don Angelo ha ripercorso gli anni “della giovinezza”, ricordando come la “festa della Madonnina sia sempre stata bella” e dando addirittura un titolo a questa sua “conversazione” di saluto: “fiat voluntas tua”, come la scelta più bella fatta nella sua vita ovvero entrare in seminario, incamminandosi verso l'ordinazione sacerdotale.


Premana la sua prima destinazione da giovane sacerdote: era il 1967. Con lui c'era la zia Giuditta, rimasta al suo fianco nel borgo delle lame, per cinque anni. La donna, ha ricordato don Angelo, gli ripeteva due frasi che lui ha poi portato con sé come insegnamento: "quel che Dio da bisogna ciapà" e "quel che Dio vuole non è mai troppo".
Dopo l’esperienza in alta Valvarrone, il Cardinal Giovanni Colombo vedendo in don Olgiati una “vocazione missionaria”, decise di inviarlo in Kenya, dove è rimasto ben 22 anni fino al ritorno in Italia dove gli venne affidata la parrocchia di Ello, “donando due giorni al mese per le visite agli ammalati”.


Nel 2011, poi, l’allora vicario episcopale, Mons. Bruno Molinari, lo assegnò a Vendrogno, in aiuto all’anziano parroco don Eugenio Vergottini. “Ora che don Eugenio è in paradiso ed io sono vecchio e ammalato, non mi sento più in forza per stare qui da solo nella mia casa di Vendrogno e ho deciso di andare ad Introbio dove abita mia sorella con i miei nipoti”, ha spiegato ai presenti, sottolineando come il paese della Muggiasca rimarrà sempre il suo paese, dove ha trascorso la giovinezza e dove possiede un'abitazione di proprietà.


Sempre rivolgendosi alla Vergine ha chiesto la Sua protezione, mettendosi sotto il manto di Maria e augurando “tanto bene a tutti. Vi amo con tutto il cuore”, ha chiosato, con le sue parole rotte da una leggera emozione e accolte con un crescendo di applausi da tutti partecipanti.
Prima della benedizione finale don Angelo ha chiesto “al Signore di mandare ancora un sacerdote a risiedere qui in questa parrocchia”.


Alla Messa ha fatto seguito il pranzo comunitario ha visto la presenza dei parrocchiani e dei parenti di don Angelo che ha tagliato la torta commemorativa voluta come ringraziamento per gli anni passati a Vendrogno.
M.A.