Un luogo impregnato di spirito alpino come il Pian delle Betulle torna a riempirsi di penne nere: 'siamo qui per guardare avanti, ma con occhi più attenti'

Le penne nere quest'oggi hanno inondato il Pian delle Betulle. Una pacifica invasione che si ripete puntualmente ad ogni prima domenica di settembre. Da 66 anni a questa parte. Dalla consacrazione di quella "tenda dell'anima" che è la loro Chiesetta votiva.
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La Chiesetta votiva del Battaglione Morbegno, attorno alla quale ci si raduna ogni fine estate per ricordare chi durante la seconda guerra mondiale ha combattuto (e in molti casi perso la vita) al fronte ed in particolare in Grecia-Albania e in Russia.  

"Perché siamo qui oggi?" ha domandato dando una spiegazione a tale simbolica adunata, in apertura della cerimonia, dopo la sfilata che ha introdotto i vessilli sezionali e i gagliardetti di una miriade di gruppi oltre che a una rappresentanza di militari in armi - il "numero uno" delle nostre penne nere.
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Il Presidente della sezione ANA di Lecco Emiliano Invernizzi
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"Perché è tradizioni? Anche. Per senso del dovere? Si. Il dovere a cui si sono attenuti i morbegnini sul fronte greco albanese e in Russia. Due guerre stupide, come tutte le guerre lo sono. Due guerre inutili, come tutte le guerre lo sono. Di loro celebriamo il senso dello stare insieme, nello sterco, nel fango, nel freddo e nella fame. Hanno espresso un voto di fede. E qui lo hanno sciolto, costruendo questa tenda dell'anima. L'anno scorso, proprio qui, l'Arcivescovo ci disse che il voto non è sciolto, va perpetuato. Andando in altro santuario mariano. Così andremo a Roma, nell'anno del Giubileo, alla basilica Santa Maria Maggiore per ricordare la nostra Madonna del Morbegno, i nostri veci, i nostri padri e nonni, chi non è tornato e chi è tornato e ha poi ricostruito l'Italia". Passando dall'allora all'oggi, con richiamo ai tempi incerti che stiamo vivendo, il Presidente sezionale Emiliano Invernizzi, ha voluto poi sottolineare come "la prima pace dobbiamo farla noi stessi. Siamo qui - la risposta alla domanda iniziale - per guardare avanti, ma con occhi più attenti". 
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"Dobbiamo fare memoria, memoria che ci porta indietro nel passato. Sulla memoria dobbiamo costruite riflessioni per capire gli errori e non ripeterli" ha rimarcato, da parte sua, il consigliere nazionale Renato Spreafico, invitando altresì tutti i presenti "a essere ottimisti, per un futuro migliore".
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Don Marco Galli
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Come costruirlo, lo ha suggerito nell'omelia don Marco Galli, parroco di Viganò, richiamando, dinnanzi a tutto quello che sta succedendo, alla responsabilità: "partendo dai più giovani si abbia passione di buttarsi nelle cose insieme a chi ha più esperienza", ha detto, rivolgendosi in particolare ai "troppi cristiani dormienti" a cui, a fine funzione, ha esortato, quantomeno, la partecipazione alla messa domenicale, quale punto di partenza.
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Emiliano Invernizzi, il sindaco di Margno Manuele Cattaneo, la Presidente della Provincia Alessandra Hofmann e il Sottosegretario in Regione Mauro Piazza
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"In prima fila" dinnanzi all'altare - allestito all'esterno della Chiesetta per permettere a tutti gli alpini e simpatizzanti disseminati nel grande spazio verde delle Betulle di ascoltare - una nutrita schiera di sindaci in fascia tricolore, a cominciare da quello di Margno, paese ospitante, con il Sottosegretario Mauro Piazza (che dopo l'intervento di Invernizzi ha parlato di parole non vuote invitando a ricordare perché vengono ripetute) e la presidente della Provincia Alessandra Hofmann che nel ringraziare la sezione ANA di Lecco, ha poi toccato tre capisaldi di una giornata da vivere come momento di riflessione: il ricordo dei morbegnini, attraverso l'apposizione di nuove marmette votive (oggi piastre), "che non sono semplici pietre, sono nomi di uomini "pronti alla morte" come recita il nostro Inno"; l'apertura ai giovani, con la presenza di un gruppetto di iscritti al campo scuola estivo: "ragazzi - ha detto loro - non siete il nostro futuro, ma il presente"; la riconoscenza verso gli alpini in armi, "uomini e donne che hanno scelto di mettere a disposizione la loro vita per noi". 
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Il colonnello Riccardo Venturini
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"Nonostante in questo momento il mio reggimento sia occupato in operazioni internazionali - ha detto il Colonnello Riccardo Venturini, comandante del Quinto Alpini, citando le truppe schierate in Ungheria ma anche in Iraq e Libia, nonché quelle occupate a Milano per Strade Sicure - ho voluto essere qui: ci fate sentire parte di una comunità viva e riconoscente" ha sostenuto, parlando del Pian delle Betulle come di un "luogo impregnato di spirito alpino" per poi ringraziare la sezione di Lecco che "con costanza e lavoro silenzioso rende possibile tutto questo".
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Il Comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri Colonnello Nicola Melidonis
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I ragazzi del campo scuola

Una grande attestazione di amicizia, insomma, la sua, palesata anche in uno scambio di doni con Invernizzi che ha voluto poi consegnare un ricordo anche al Comandate provinciale dell'Arma dei Carabinieri, Colonnello Nicola Melidonis, già ufficiale alpino.
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L'assegno per la scuola materna di Introbio
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Il regalo più grande lo ha ricevuto però, poi, la scuola dell'infanzia di Introbio, quale “grazie” dell'ANA al paese capitano dalla sindaca Silvana Piazza per l'ospitalità ricevuta a giugno quando il campo scuola delle sezioni di Lecco e Milano è approdato per la prima volta in Valle. Gli iscritti “hanno potuto vivere un'esperienza di vita vera” ha detto la prima cittadina, nel ringraziare a sua volta le penne nere, dopo l'esibizione dell'assegno da ben 2.500 euro. “Grazie per quello che fate e per quello che siete: fedeltà, coraggio e umanità”.
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Ed a proposito di sostegno economico, il presidente Invernizzi non ha mancato di ricordare come sia ancora possibile alimentare il fondo istituito presso la Fondazione Comunataria del Lecchese per finanziare i lavori di ristrutturazione della Chiesina. “Con questo 2025 chiudiamo il cantiere straordinario. Siamo quasi alla fine, ma c'è ancora qualcosa da fare”. 
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Le vetrate le “novità” dell'anno in corso. Le hanno potute apprezzare i parenti dei 12 alpini per i quali si è poi proceduto all'apposizione della piastra votiva, chiamati a prendere posto tra le panche del piccolo edificio progettato da Mario Cereghini. Il Coro Grigna – che ha allietato anche la messa – ha guidato nel raccoglimento, per poi passare alla benedizione delle targhe da parte di don Marco prima della consegna ai famigliari.
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A loro l'onore, tra l'emozione, del posizionamento, laddove il ricordo dei loro cari da oggi è si è fatto tangibile. Le Betulle dal 7 settembre 2025 conservano dunque anche la memoria di Francesco  Baio (QUI la sua storia), Rosa Angelo e Giuseppe Mandelli (QUI la loro storia), Giordano Bartoccini, Pietro Furlini, Guido Mazzoni, Ugo Mazzoni, Carlo Poncia, Giuseppe Piscen, Aquilino Ravelli, Andrea Romegioli e Felice Tentori (QUI le loro storie). 

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Nell'attesa di tornare a riempirsi di penne nere tra 12 mesi. Un appuntamento fisso. A dir poco sentito.
Alice Mandelli
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