Galbiate: festa per gli 80 anni del Circolo Libertà, presentata una pubblicazione

La scorsa domenica il Circolo Libertà di Galbiate ha organizzato un'intensa e bellissima giornata per festeggiare il proprio 80° anniversario, cominciata con la Messa celebrata dal parroco neo-insediato don Alessandro Maggioni e proseguita con il pranzo sociale presso l'Oratorio con circa 130 partecipanti. Tra questi il sindaco Piergiovanni Montanelli con la sua vice Maria Butti, i rappresentanti di varie associazioni (Vibes, Avis, Protezione Civile e Gemellaggi, solo per citarne alcune), Manuel Gilardi della Gilardi Costruzioni che ha curato i lavori del Circolo, il Comandante Leonardo Casella della Stazione Carabinieri di Olginate, il presidente del Parco Monte Barro Davide Facondini e, appunto, il parroco. 
Il pomeriggio è stato accompagnato dalla musica del Coro Alpino Lecchese. Durante la pausa dei cantori si sono tenuti i discorsi istituzionali e la consegna dei riconoscimenti ai presidenti (o ai loro eredi) che si sono succeduti alla guida del Circolo. Nel frattempo Davide Ronzoni, presidente dell'ARCI Lecco Sondrio, ha illustrato la pubblicazione da lui curata dopo aver esaminato i documenti relativi a questi 80 anni di storia (e in particolare i verbali dei vari Consigli), messi a disposizione dal Direttivo del Circolo stesso. 
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Una storia "lunga, tragica e gioiosa, sicuramente intensa esperienza di aggregazione e socialità", che affonda le sue radici anche prima del 1945, come spiega Ronzoni nell'introduzione del suo lavoro: "Gli strascichi nefasti della prima guerra mondiale si fanno sentire anche a Galbiate: la violenza fascista causa tensione e scontro fra gli avventori del Circolino (che rispondeva a esigenze più popolari, ndr) e quelli del Circolone (dove facevano capo i fascisti nostrani). Il Circolone diviene sempre più nero e agli inizi degli anni Trenta assume la denominazione di “Circolo dopolavoristico” facente parte della organizzazione istituita dal Regime per il tempo libero (E.N.A.L.). Nella parlata popolare era conosciuto con l’abbreviazione “Il Dopu”. Il Circolino invece fu chiuso con l’instaurazione del regime fascista che vietò l’esistenza di organizzazioni di sinistra". 
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Don Alessandro Maggioni, Danilo Nava e il sindaco Piergiovanni Montanelli

"Dopo il 25 Aprile 1945 - prosegue Ronzoni - alla fine della guerra l’ex Circolone si libera anch’esso e si rifonda con il nome “Circolo Libertà e Lavoro”, noto come “Circolo Libertà”. Principalmente frequentato da socialisti e comunisti, fu da subito attivo nel sostenere le istanze di ricostruzione post bellica: le case, l’acquedotto, l’asilo... Il Circolo di inizio '900 fu frutto delle famiglie contadine delle curt e nel secondo dopoguerra di partigiani, delle organizzazioni sindacali e dei partiti operai. La densità della fase storica emerge pagina per pagina dai verbali e documenti delle riunioni dei Consigli Direttivi e delle Assemblee dei Soci. Un Circolo che ha la forza di rinascere ad ogni elezione di un nuovo Direttivo, per decine di volte! Alla fine della lettura ci manca il respiro per gli echi che sentiamo: un esperimento assembleare di discussione e partecipazione, curiosità e coraggio che, seppure nelle sue contraddizioni, fatiche e polemiche, fa riflettere se paragonato alla solitudine e al disimpegno che spesso viviamo in questi giorni".
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Una storia lunga e intensa, che nel suo discorso ai presenti il sindaco Piergiovanni Montanelli ha definito "di passione ed esempio per tutta la comunità". "Nel 1945 c'era una Nazione intera da costruire. Ora lo spirito è rimasto lo stesso: costruire relazioni, costruire emblemi di dedizione, di gratuità e senso di appartenenza come quello dei tanti soci e volontari che in questi decenni hanno contribuito a sostenere il Circolo Libertà" ha affermato il primo cittadino. "A tutti loro un sentito ringraziamento, con un pensiero particolare all'attuale Direttivo e al presidente Danilo Nava. Il Circolo ha dimostrato in questi anni di avere le potenzialità per divenire un polo di aggregazione e di sostegno al già vivace tessuto sociale che caratterizza Galbiate e i suoi abitanti: disponibilità, accoglienza, inclusione, partecipazione ai tanti eventi del nostro paese, solidarietà, lavoro e qualche sacrificio non sono solo parole ma realtà che si concretizzano con gesti quotidiani".
"Tra queste mura, tra questi tavoli si chiacchiera, si gioca, si discute, a volte anche animatamente, ma il sapore della vita è proprio questo, il bello della nostra comunità è  questo: sapere come ci chiamiamo, dove abitiamo, come stiamo…" ha proseguito il primo cittadino, annunciando poi la consegna di alcuni omaggi: "Vi regalo quindi questa bella pianta di rosmarino, simbolo di questo sapore ma anche "aggiunta" dei prossimi piatti conviviali che sicuramente non mancheranno. E per accompagnarli ci vuole anche un buon bicchiere, quindi cominciamo a mettere in fresco un paio di bottiglie per l'occasione. Gli altri ingredienti di successo che sono l'amicizia, il buon vivere e la libertà li conoscete già molto bene. Grazie a tutti, buon anniversario".
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Al concerto ha assistito anche don Erasmo Rebecchi, che domenica è tornato a Galbiate per salutare la comunità: a lui sono stati dedicati un paio di brani, oltre a un momento che i soci del Circolo (in cui era solito recarsi per un caffè) gli hanno riservato per i ringraziamenti per la collaborazione instaurata nel periodo del suo servizio in paese.
"Un compleanno è sempre un’occasione per voltarsi indietro e rendersi conto della strada fatta, ma anche un’occasione per guardare avanti con entusiasmo", sono state invece le parole del presidente Danilo Nava, riportate anche nell'introduzione della pubblicazione. "Proprio per questo, voglio innanzitutto ringraziare tutti coloro che hanno reso il nostro Circolo una casa libera, ospitale e accogliente nel corso degli anni, un luogo che ha riunito e continua a riunire ogni giorno molte persone, un vero e proprio punto di riferimento per l’intera comunità. Con impegno e dedizione, continueremo a crescere, migliorare e farvi sentire sempre a casa, ma soprattutto continueremo a coltivare gli ideali di socialità, convivialità e comunità, come è stato fatto fino ad ora".
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