UP - seconda stagione/19: in vetta al Pizzo Tre Signori con una escursione impegnativa dai Piani di Bobbio
Correva l’anno 2021 quando, nella prima stagione della rubrica UP – Un Percorso, presentavamo la salita al Pizzo Tre Signori da Introbio (leggi QUI e QUI), dividendola in due giorni con il pernottamento al Rifugio Grassi. Quattro anni dopo torniamo nuovamente su una delle vette più suggestive delle Orobie lecchesi con una lunga e impegnativa escursione che parte dai Piani di Bobbio. Anche in questo caso, consiglieremo di dividere il percorso in due parti, ma chi ha più gamba può farlo in giornata.
Il Pizzo Tre Signori (2.554m slm) deve il suo nome all’essere montagna di confine: in passato tra lo Stato di Milano, la Repubblica di Venezia e la svizzera Repubblica delle Tre Leghe (di cui faceva parte la Valtellina); oggi tra le province di Lecco, Bergamo e Sondrio. L’escursione che proponiamo per buona parte segue il tracciato della Dorsale Orobica Lecchese (DOL), spartiacque tra Valsassina (LC) e Val Brembana (BG), ha una lunghezza di 11,5 chilometri con un dislivello positivo di 1.200 metri.
Dai Piani di Bobbio alla vetta del Pizzo Tre Signori ci vogliono circa 5 ore di cammino (al netto di eventuali pause) e in particolare l’ultimo tratto è per escursionisti esperti, a causa delle pendenze molto ripide e di alcuni tratti esposti (attrezzati con corde e catene).
Partenza: Piani di Bobbio (1.630m slm)
Arrivo: Pizzo Tre Signori (2.554 m slm)
Lunghezza totale: 11,5 km
Dislivello: 1.210 metri
Durata totale: 5 ore
Difficoltà: Molto Impegnativo
Adatto ai bambini: no
Come dicevamo, l’escursione inizia ai Piani di Bobbio, che possiamo raggiungere con la funivia (12€ solo andata). Usciti dalla funivia, superiamo il bar e procediamo sulla strada sterrata verso il “cuore” dei piani. All’altezza del Rifugio Centro Fondo svoltiamo a sinistra, seguendo una comoda traccia che costeggia in posizione sopraelevata questo settore dell’altopiano. Con un andamento moderatamente in salita raggiungiamo l’arrivo della seggiovia Chiavello, dove possiamo ammirare una bella vista sulle Grigne e sulla Valsassina. A questo punto seguiamo la traccia che, dopo qualche minuto, inizia a scendere e al Passo del Cedrino si ricongiunge con il tracciato largo basso che dai Piani di Bobbio porta al Rifugio Buzzoni.
Svoltiamo a sinistra e proseguiamo con un sentiero a saliscendi nel bosco fino ad arrivare al Passo del Gandazzo (50 minuti dalla partenza). Qui è una confluenza di molti sentieri, tra cui quelli per il Rifugio Buzzoni e Introbio (a sinistra) e quelli per Valtorta, a destra. Noi invece proseguiamo dritti e affrontiamo ora l’impegnativa salita che ci porterà al Passo del Toro. Il sentiero è uno solo, quindi è impossibile sbagliarsi. L’unica cosa a cui prestare attenzione qui è la fatica: la salita è molto ripida e fisicamente sfidante. In 40 minuti percorriamo all’incirca 1 chilometro, guadagnando 350 metri di quota e arrivando infine al Passo del Toro. Qui troviamo un bel punto panoramico sul Pizzo Tre Signori (un'ora 30 minuti dalla partenza).
Inizia ora un breve tratto molto esposto, dove troviamo alcune catene di sicurezza. Dopo un primo tratto in discesa, superiamo uno spettacolare tratto di sentiero esposto sui due lati. Usciti da questa parte (molto panoramica), il peggio è passato. Affrontiamo un ultimo breve tratto di salita ripida, poi il sentiero spiana.
Proseguiamo ora tra ampi prati e un panorama apertissimo con un andamento prevalentemente pianeggiante, finché non arriviamo al Rifugio Grassi (circa due ore 30/45 minuti dalla partenza). Qui ci possiamo concedere una pausa e, perché no, un gustoso pranzo prima di riprendere con la parte più tosta dell’escursione.
Lasciamo il rifugio e ci dirigiamo verso la ben evidente sagoma della vetta del Pizzo Tre Signori. Il sentiero procede con blanda salita. Superiamo la bocchetta Vaghi di Sasso e il tracciato inizia a farsi più ripido. Troviamo un tratto abbastanza esposto attrezzato con catene (sul fianco della Cima di Camisolo) e, in circa mezz’ora dal rifugio, arriviamo alla località Pian delle Parole. A sinistra si stacca il Sentiero del Cardinale che porta alla Bocchetta di Piazzocco e al Rifugio FALC. Noi invece proseguiamo dritti, superiamo l’antico ceppo di confine tra lo Stato di Milano e la Repubblica di Venezia e dopo 30 minuti giungiamo a un bivio in località Bocchetta Alta (un'ora dal Rifugio Grassi, tre ore e mezza totali).

Noi svoltiamo a sinistra e affrontiamo l’impegnativa “Via del Caminetto” che conduce in vetta al Pizzo Tre Signori. Questo tratto è molto ripido e sale a zig zag su un versante scosceso, quindi bisogna prestare molta attenzione. Alcuni tratti più esposti sono attrezzati con corde fisse per maggiore sicurezza. In certi tratti è necessario aiutarsi con le mani per superare alcune roccette. La salita può avere durata molto diversa a seconda del passo e dell’allenamento.
Dopo circa un'ora a passo medio, raggiungiamo la sommità della cresta di vetta del Pizzo Tre Signori. Affrontiamo adesso il caminetto, cioè uno stretto passaggio verticale tra due strette pareti rocciose (anche qui attrezzato con catene), all’uscita del quale ci ritroviamo nuovamente in cresta con un passaggio molto esposto con catene. Siamo arrivati all’anticima e davanti a noi, a breve distanza, vediamo la cima con la grande croce di vetta. Proseguiamo per pochi metri e infine eccoci arrivati (5 ore dalla partenza).
Il panorama dalla vetta del Pizzo Tre Signori è straordinario! Nelle giornate limpide la vista spazia dal Monte Rosa alla pianura, dal Disgrazie e Bernina alle Grigne, oltre a tutte le Orobie bergamasche e pure un pezzettino di lago, nel ramo comasco. Insomma, ripaga decisamente la fatica per arrivare in vetta!
Per tornare è possibile ripercorrere lo stesso tragitto dell’andata (eventualmente pernottando al Rifugio Grassi). In alternativa, dalla vetta in circa 1 ora e 15 minuti di discesa si raggiunge il Rifugio FALC. Da lì poi si può scendere in Val Gerola, in Val Varrone (Premana) o, passando dal Rifugio Santa Rita, in Val Biandino (Introbio).
Il Pizzo Tre Signori (2.554m slm) deve il suo nome all’essere montagna di confine: in passato tra lo Stato di Milano, la Repubblica di Venezia e la svizzera Repubblica delle Tre Leghe (di cui faceva parte la Valtellina); oggi tra le province di Lecco, Bergamo e Sondrio. L’escursione che proponiamo per buona parte segue il tracciato della Dorsale Orobica Lecchese (DOL), spartiacque tra Valsassina (LC) e Val Brembana (BG), ha una lunghezza di 11,5 chilometri con un dislivello positivo di 1.200 metri.
Dai Piani di Bobbio alla vetta del Pizzo Tre Signori ci vogliono circa 5 ore di cammino (al netto di eventuali pause) e in particolare l’ultimo tratto è per escursionisti esperti, a causa delle pendenze molto ripide e di alcuni tratti esposti (attrezzati con corde e catene).
Partenza: Piani di Bobbio (1.630m slm)
Arrivo: Pizzo Tre Signori (2.554 m slm)
Lunghezza totale: 11,5 km
Dislivello: 1.210 metri
Durata totale: 5 ore
Difficoltà: Molto Impegnativo
Adatto ai bambini: no


Inizia ora un breve tratto molto esposto, dove troviamo alcune catene di sicurezza. Dopo un primo tratto in discesa, superiamo uno spettacolare tratto di sentiero esposto sui due lati. Usciti da questa parte (molto panoramica), il peggio è passato. Affrontiamo un ultimo breve tratto di salita ripida, poi il sentiero spiana.
Proseguiamo ora tra ampi prati e un panorama apertissimo con un andamento prevalentemente pianeggiante, finché non arriviamo al Rifugio Grassi (circa due ore 30/45 minuti dalla partenza). Qui ci possiamo concedere una pausa e, perché no, un gustoso pranzo prima di riprendere con la parte più tosta dell’escursione.

Noi svoltiamo a sinistra e affrontiamo l’impegnativa “Via del Caminetto” che conduce in vetta al Pizzo Tre Signori. Questo tratto è molto ripido e sale a zig zag su un versante scosceso, quindi bisogna prestare molta attenzione. Alcuni tratti più esposti sono attrezzati con corde fisse per maggiore sicurezza. In certi tratti è necessario aiutarsi con le mani per superare alcune roccette. La salita può avere durata molto diversa a seconda del passo e dell’allenamento.


Per tornare è possibile ripercorrere lo stesso tragitto dell’andata (eventualmente pernottando al Rifugio Grassi). In alternativa, dalla vetta in circa 1 ora e 15 minuti di discesa si raggiunge il Rifugio FALC. Da lì poi si può scendere in Val Gerola, in Val Varrone (Premana) o, passando dal Rifugio Santa Rita, in Val Biandino (Introbio).
Michele Castelnovo – Guida ambientale escursionistica – www.trekkinglecco.com