Maggianico, tentato omicidio al distributore: la coltellata poteva essere fatale

Quella coltellata avrebbe potuto essere letale. Lo ha confermato, in apertura d'udienza, il medico in servizio al Pronto Soccorso dell'Ospedale Manzoni di Lecco nel primo pomeriggio del 20 settembre dello scorso anno. E' entrato quest'oggi nel vivo il procedimento penale a carico di un 19enne magrebino accusato del tentato omicidio dell'altrettanto giovane addetto alla stazione di rifornimento di Corso Bergamo a Maggianico.
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A raccontare l'accaduto è stata propria la vittima, un pakistano, classe 2003, in Italia da un paio d'anni. Ha ricordato come, il giorno dell'aggressione, fosse impegnato nel chiudere la pompa di benzina in vista della pausa pranzo quando, senza una ragione, sarebbe stato dapprima insultato e poi accoltellato dall'imputato, arrivato al distributore insieme ad un connazionale che lo avrebbe poi colpito sulla testa con una scopa.
Per quest'ultimo proprio ieri l'avvocato difensore Laura Bosisio, in udienza preliminare al cospetto del giudice Gianluca Piantadosi, ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Verrà dunque giudicato, di fatto, sulle carte, ottenendo, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena. Comparirà in Aula, da uomo libero, non essendo mai stata applicata a suo carico alcuna misura, il prossimo 14 gennaio, rispondendo del reato di concorso in tentato omicidio.
Prima di quella data sarà già stata celebrata, invece, un'altra udienza del procedimento in capo al suo originale co-imputato, quest'oggi presente al cospetto del collegio giudicante del Tribunale di Lecco - presidente Bianca Maria Bianchi, a latere Martina Beggio e Giulia Barazzetta - al fianco del suo legale, l'avvocato Marilena Guglielmana, pronta a sottolineare come la persona offesa (costituita parte civile per il tramite dell'avvocato Stefano Plenzik) abbia fornito versioni divergenti di quanto accaduto quel 20 settembre. Avrà modo di "contestare" le sue dichiarazioni alla seduta del prossimo 25 settembre quando il 22enne tornerà ad accomodarsi la banco dei testimoni: questa mattina, infatti, la sua audizione - guidata dal sostituto procuratore Chiara Stoppioni - è stata interrotta ravvisando i giudici la necessità di proseguire con l'assistenza di un interprete in considerazione delle difficoltà del ragazzo nell'esprimersi in italiano, per permettere dunque una più facile comprensione delle sue dichiarazioni.
Già sentiti, invece, parte degli operanti che si sono occupati della vicenda, a cominciare dal dottor Pierluigi Danza, al tempo alla testa delle Volanti ed oggi Dirigente della divisione Anticrimine della Questura cittadina. Il poliziotto ha ricordato come il primo riconoscimento da parte della vittima del suo accoltellatore sia avvenuto in Pronto Soccorso dove entrambi erano finiti per le conseguenze dell'alterco che gli ha visti protagonisti. Più gravi, le condizioni del pakistano con una ferita alla gamba, sembrerebbe provocata da un coltellino con una lama di 5 cm, come da capo d'imputazione che include dunque anche la contestazione a carico del marocchino, che per qualche giornata aveva lavorato "in prova" allo stesso distributore, del porto ingiustificato dell'arma.
A.M.
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