Estate di lotta contro la sepsi. Il nuotatore Oriana si riprende

Un paio di settimane fa, l’ospedale di Lecco ospitava l’atleta paralimpica e medica oncologa Federica Maspero in un convegno dedicato alla sepsi, una malattia determinata da una spropositata risposta del sistema immunitario a un’infezione e che, se non curata tempestivamente, può avere esiti letali.
Proprio in quei giorni, in un letto dello stesso ospedale Manzoni, a lottare contro la sepsi c’era e ancora c’è il nuotatore lecchese Andrea Oriana, 52 anni, con un palmares d’eccezione: le Olimpiadi di Atlanta nel 1996, 15 titoli assoluti, record mondiali e poi, dopo una breve pausa, un’attività altrettanto straordinaria nelle acque libere con la traversata della Manica, quella dalle Eolie, il record italiano delle 24 consecutive, i 50 chilometri delle Cinque terre, mentre l’ultima sfida era  programmata per il giugno scorso con il Giro del lago di Como, annullato all’ultimo momento per un infortunio occorsogli in piscina scontrandosi con un altro sportivo e riportando un paio di fratture.
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Nel mese di luglio, poi, il ricovero all’ospedale di Lecco accompagnato, come anticipato, da una diagnosi di sepsi.
«Francamente – racconta – non si sa spiegare con esattezza come sia partita. Quello che so è che ero andato al mare, a San Lorenzo in provincia di Imperia, e mentre nuotavo mi sono sentito pungere in un paio di punto. Cosa fosse non so, non sono riuscito a vedere. Poi, forse, ha contribuito anche l’incidente di giugno che aveva contribuito ad abbassare il sistema immunitario. Tornato a casa, due giorni dopo ho visto la gamba gonfiarsi. Sono stato ricoverato in Rianimazione, intubato, perché la sepsi progrediva e dopo la gamba aveva già interessato una parte della spalla e una parte di polmoni».
Sono quindi cominciare le cure, con la “Vac therapy” e cioè l’utilizzo di una apparecchiatura che aspira dal corpo i fluidi in eccesso. «Piano piano tutto è rientrato, sono stato dimesso da Rianimazione e mi hanno portato in reparto. Certo, la ferita sulla gamba è estesa, quand’ero in Rianimazione faceva impressione vedere tutto quel gonfiore e quel pus. Me la sono proprio vista brutta. Ero sorpreso dal vedere come corresse….».
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Adesso, dopo due mesi e mezzo “infernali”, il peggio dovrebbe essere passato. E in previsione vi è un periodo di riabilitazione. In quanto al futuro da nuotatore, Oriana dice che bisognerà attendere il decorso di questo mese e mezzo. E comunque «sono un tipo che non molla». Significa che «riprenderò certo a nuotare, anche se probabilmente non mi dedicherò più a imprese estreme. Peccato per il Giro del Lario. Ma nel nuoto in acque libere ci sono ancora cose gratificanti da fare senza doversi per forza stressare. Ciò, tra l’altro, mi permetterà anche di dedicare più tempo alla mia attività professionale di “mental coach”.»
Padre di una figlia «che non ha scelto la strada del nuoto, ma quella della ginnastica ritmica», per Andrea Oriana si apre ora un nuovo capitolo.
D.C.
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