Qualche considerazione sul teleriscaldamento

Articolo: Teleriscaldamento: basta allarmismi, avanti con la transizione ecologica

Messaggio: La questione della centrale al Caleotto non è un semplice dibattito politico, ma un caso emblematico che solleva tre ordini di problemi critici: uno procedurale-legale, uno politico-strategico e uno democratico. Il punto nevralgico, e potenzialmente distruttivo per l'intero progetto, in primis, è il possibile vizio di legittimità sollevato da un consigliere dell'opposizione. L'analisi non può prescindere da questo.
Il PGT (Piano di Governo del Territorio) di Lecco, come strumento urbanistico, ha forza di legge. Il divieto di installare "nuove attività insalubri di prima classe" non è un'opinione, ma una prescrizione normativa. Una centrale di cogenerazione, per sua natura, rientra in questa categoria. Va notata l'Inversione della Logica: è vero che l'Amministrazione ha invertito l'iter corretto? Se così,come sembra, è, oltre ad essere grave, è assurdo. La verificabilità urbanistica non è un dettaglio da sistemare in seguito, ma una precondizione (un "pre-requisito") per poter anche solo discutere e votare il merito del progetto. Senza questa verifica positiva, l'intera discussione è sterile e la delibera conseguente è radicalmente nulla. In Consiglio comunale L'Elusione è diventato Atto Politico... Qui si va oltre la semplice dimenticanza.
L'aver ignorato la domanda sulla pericolosa criticità, ( e anche dopo aver fatto notare che era stata ignorata), costituisce una precisa strategia politica. Si sceglie di non rispondere per non far emergere un ostacolo insormontabile che farebbe crollare l'intero castello.
Questo comportamento, se confermato, mina la credibilità delle istituzioni, trasformando il Consiglio comunale da luogo di verifica e dibattito a mero teatro di ratifica di decisioni già prese altrove. In sintesi, la problematica non è se le ciminiere siano belle o brutte, ma se si possano legalmente autorizzare in quel luogo. L'Amministrazione sembra aver proceduto ignorando un divieto potenzialmente esplicito.

Il secondo livello dell'analisi riguarda la qualità della scelta politica, al di là degli aspetti legali. Che scelta scellerata è? ... di comodo, priva di visione e coraggio. L'Amministrazione si trincera dietro il rispetto dei limiti di legge sulle emissioni.
Ma questo è un argomento debole. Rispettare la legge è il punto di partenza, non il traguardo, specialmente per un'infrastruttura che avrà un impatto vincolante per 30 anni sul cuore della città.
Perché non si è preteso di più,applicando il principio di precauzione e puntando alle migliori tecnologie disponibili (BAT - Best Available Techniques)? A che pro il Sacrificio della Collettività?
Certo, solo l'azienda proponente ha vantaggi: ottimizza i propri costi e la logistica. Il prezzo viene "pagato" dalla collettività in termini di impatto visivo, acustico e di potenziale rischio per la salute in una zona densamente popolata e ricca di scuole. È la classica logica in cui i benefici sono privati e i costi (ambientali e sociali) vengono esternalizzati sulla comunità.
E' mancata una Pianificazione Strategica: perchè non è stato creato un piano energetico d'area integrato, con una localizzazione più intelligente dell'impianto?
La scelta di una singola centrale a metano al Caleotto appare come una scorciatoia che preclude soluzioni future più sostenibili e innovative. In sintesi, perchè ci tocca subire una logica industriale di breve termine invece di governare lo sviluppo del territorio con una visione di lungo periodo che metta al centro la qualità della vita dei cittadini? L'evidenza di un Deficit Democratico è inquietante visto che la Decisione è assunta in Assenza dei Cittadini. Questo punto è fondamentale.
L'intero processo è avvenuto in un vuoto di informazione e partecipazione pubblica. Nessun Dibattito è possibile Senza Conoscenza: non si può parlare di "dibattito cittadino" se i cittadini non sono messi nelle condizioni di conoscere il progetto, le sue implicazioni e le alternative possibili. L'informazione è il presupposto della partecipazione.
In sostanza il processo non è stato solo carente, ma profondamente ANTIDEMOCRATICO.
Il Consiglio come Cerchio magico, con una maggioranza che sembra aver respinto ogni tentativo di aprire una crepa nel muro della decisione già presa. Questo trasforma un organo di rappresentanza in un'entità impermeabile alle istanze esterne, incluse quelle dei consiglieri di minoranza.
La questione non riguarda una semplice differenza di opinioni, ma denuncia un metodo di governo che sembra basarsi su tre pilastri: aggirare le norme urbanistiche, scegliere la via di minor resistenza strategica e operare in assenza di trasparenza e confronto pubblico.
Alessandra Gaetani
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