I tre Mauro e qualche altra carta da poter mettere sul tavolo
Con goliardia, sono stati i primi a lanciare la sfida elettorale a Mauro Gattinoni. Prima ancora del giro di boa del suo mandato. Il Mauro giusto, scrissero gli amici di Piazza, salvo poi assistere al passo indietro del Sottosegretario, autodefinitosi troppo divisivo. Ed adesso che, con Fumagalli i “Mauro” in corsa per la poltrona sono tornati ad essere due, non resta che attendere che il centrodestra lecchese trovi (finalmente) la quadra, indicando il proprio candidato sindaco per poi iniziare a correre unito. Uno per tutti, tutti per uno, insomma, indipendentemente dal nome scelto. Impresa ardua, calcolando che i due riferimenti di Fratelli d'Italia e Lega sul territorio - il consigliere regionale Giacomo Zamperini da una parte e lo stesso Mauro Piazza dall'altra (non ce ne vogliano i rispettivi coordinatori provinciali) - si tagliano a vicenda perfino sulle foto social.
Filippo Boscagli, l'uomo del primo. “La forza tranquilla” come da sloga coniato dalla “guest star” del partito, quel Beppe Mambretti che, testa bassa, ha dato prova di saperci fare come butta dentro. Una definizione, però, che è apparsa ai più come un modo per mascherare le critiche di chi ritiene il nipote di Giulio mai entrato in partita.

Non passa giorno, invece, senza una presa di posizione dell'alfiere leghista Carlo Piazza che, con scioltezza passa dal ruolo di capo segreteria (ultra esposto) di Mauro Piazza a “candidato sindaco della Lega” che esprime opinioni poi “rincarate” (tipo QUI) dal “suo” Sottosegretario. Che, evidentemente, nel considerarlo più aggregante di se stesso, sopra tutti (il “povero” Emilio Minuzzo non si è ancora dato all'ippica, ma al fischietto sì) e nonostante tutto, ha preso una cantonata, visto che dopo mesi dall'annuncio della scesa in campo, lo stallo persiste.
Lo risolveranno - al regionale - si continua a ripetere, procrastinando il quando. E adesso che, chiarita la situazione dei “civici”, il tempo pare iniziare a stringere e, almeno sulla carta, il centrodestra sembrerebbe avere le carte per tentare il ribaltone, i più cinici già immaginano le scenario in cui dall'alto (della stazza di Zampe o più su ancora) arrivi l'ok al portabandiera leghista “purché non sia Piazza”. Carlo ovviamente. Ma nemmeno l'altro, pur restando, per tanti, fuori dai recinti delle segreterie, quello con più chance di farcela. Se si vuole escludere a priori la sfida dei tre Mauro, usando il metro del “Boscagli merita perché è sui banchi del consiglio dal 19 anni”, verrebbe facile rispolverare, in casa Lega, Cinzia Bettega. L'esperienza è dalla sua. Come la tenacia. E in un contesto in cui fino ad ora sono girati soli nomi maschili, l'essere donna diventa un plus. Poi bhe, se lavorare in Regione fa CV, lei è stata segretario particolare del Ministro della Giustizia.
Si è già detto “felicemente di Abbadia”- pilatescamente? - Mattia Micheli. Punta a fare l'eterno vicepresidente della Provincia? Tutti prima o poi lasciano Villa Locatelli (ma non il radon visto il protrarsi dello sgombero della “Bomboniera”). Del resto non era di Lecco nemmeno Piero Poli, inizialmente proposto come il nuovo Peppino Ciresa del 2026, noto ma "laico".
E, a questo punto, a Stefano Simonetti non ha pensato nessuno? Con Fiocchi jr come vice, a Palazzo Bovara si sistemerebbero anche caccia e pesca, scongiurando uscite come quella di Mazzali in Regione, “per tornare a occuparmi del mondo venatorio”....
Filippo Boscagli, l'uomo del primo. “La forza tranquilla” come da sloga coniato dalla “guest star” del partito, quel Beppe Mambretti che, testa bassa, ha dato prova di saperci fare come butta dentro. Una definizione, però, che è apparsa ai più come un modo per mascherare le critiche di chi ritiene il nipote di Giulio mai entrato in partita.

Non passa giorno, invece, senza una presa di posizione dell'alfiere leghista Carlo Piazza che, con scioltezza passa dal ruolo di capo segreteria (ultra esposto) di Mauro Piazza a “candidato sindaco della Lega” che esprime opinioni poi “rincarate” (tipo QUI) dal “suo” Sottosegretario. Che, evidentemente, nel considerarlo più aggregante di se stesso, sopra tutti (il “povero” Emilio Minuzzo non si è ancora dato all'ippica, ma al fischietto sì) e nonostante tutto, ha preso una cantonata, visto che dopo mesi dall'annuncio della scesa in campo, lo stallo persiste.
Lo risolveranno - al regionale - si continua a ripetere, procrastinando il quando. E adesso che, chiarita la situazione dei “civici”, il tempo pare iniziare a stringere e, almeno sulla carta, il centrodestra sembrerebbe avere le carte per tentare il ribaltone, i più cinici già immaginano le scenario in cui dall'alto (della stazza di Zampe o più su ancora) arrivi l'ok al portabandiera leghista “purché non sia Piazza”. Carlo ovviamente. Ma nemmeno l'altro, pur restando, per tanti, fuori dai recinti delle segreterie, quello con più chance di farcela. Se si vuole escludere a priori la sfida dei tre Mauro, usando il metro del “Boscagli merita perché è sui banchi del consiglio dal 19 anni”, verrebbe facile rispolverare, in casa Lega, Cinzia Bettega. L'esperienza è dalla sua. Come la tenacia. E in un contesto in cui fino ad ora sono girati soli nomi maschili, l'essere donna diventa un plus. Poi bhe, se lavorare in Regione fa CV, lei è stata segretario particolare del Ministro della Giustizia.
Si è già detto “felicemente di Abbadia”- pilatescamente? - Mattia Micheli. Punta a fare l'eterno vicepresidente della Provincia? Tutti prima o poi lasciano Villa Locatelli (ma non il radon visto il protrarsi dello sgombero della “Bomboniera”). Del resto non era di Lecco nemmeno Piero Poli, inizialmente proposto come il nuovo Peppino Ciresa del 2026, noto ma "laico".
E, a questo punto, a Stefano Simonetti non ha pensato nessuno? Con Fiocchi jr come vice, a Palazzo Bovara si sistemerebbero anche caccia e pesca, scongiurando uscite come quella di Mazzali in Regione, “per tornare a occuparmi del mondo venatorio”....














