Lecco, incontro sul 4°ponte: per il sindaco ''opera inutile per la viabilità''. La replica di Piazza
Tensione palpabile ieri sera all'urban center La Piccola di piazzale Riccardo Cassin, dove il Comune di Lecco ha organizzato un incontro pubblico sul progetto del cosiddetto quarto ponte. Una serata che doveva essere di informazione e confronto si è trasformata, in chiusura, in uno scontro istituzionale tra il sindaco Mauro Gattinoni e il sottosegretario di Regione Lombardia Mauro Piazza, il quale ha preso parola fuori programma.

Al centro dell'attenzione la terza corsia del Ponte Manzoni, finanziata con oltre 35 milioni di euro, che dovrebbe essere pronta per le Olimpiadi 2026.
Ma, come sottolineano da palazzo Bovara, sarà solo un "mezzo ponte", con una corsia in entrata da Pescate a Lecco e una ciclo-pedonale, senza la cruciale corsia in uscita. Gattinoni non ha usato mezzi termini: "Oggi ci troviamo con un ponte a metà che non porterà benefici per la città di Lecco".

Il sindaco ha illustrato come l'amministrazione comunale avesse proposto fin dal 2021 una soluzione alternativa - chiamato "scenario B" durante la presentazione - ritenuta migliore in termini economici, di tempo ed ecologici. Una proposta che avrebbe previsto la riqualificazione del tratto tra la rotatoria con via Roma e le rampe dello svincolo di Pescate, con la chiusura dell'immissione verso la SS36 direzione nord.

Ma Regione Lombardia ha scelto diversamente, optando per mantenere le connessioni esistenti. Una scelta che comporta conseguenze pesanti per il territorio: la chiusura del parcheggio del Bione, lo spostamento dell'ingresso al Centro Sportivo, del centro di raccolta rifiuti (con un costo di 2 milioni), dell'accesso all'elisoccorso e delle sedi del CNSAS e della Protezione Civile.

“La criticità principale riguardava il raccordo lato Pescate per il quale la soluzione economica sarebbe stata la chiusura dell'attuale rampa d'accesso alla SS36 - ha sottolineato il primo cittadino lecchese - Questo punto ha generato un lungo stallo tecnico-politico, superato solo nel 2023, quando si è raggiunta un'unanime condivisione istituzionale sull'utilità della corsia in uscita e sul mantenimento dell'accesso alla SS36. A dicembre 2023 la Provincia di Lecco ha chiesto formalmente ad Anas di definire la migliore soluzione tecnica ma, alla fine, nell’ottobre 2024 è andata a concretizzarsi la proposta di ANAS e Regione Lombardia del mezzo ponte. Nell’aprile 2025 la Provincia di Lecco ha inviato una lettera ad ANAS e Regione per una serie di altre opere da realizzare insieme al nuovo ponte ma, ad oggi, ci troviamo con nulla” ha concluso.

Ha preso poi parola l'assessore alla mobilità Renata Zuffi, la quale ha invece spostato l'attenzione sugli aspetti ambientali, parlando del progetto di rinaturalizzazione della foce del Bione. "ANAS ha fatto un intervento pesante e non ci potrà restituire la costa per quella che era", ha spiegato, illustrando un ambizioso piano in tre fasi che include rinaturalizzazione, riqualificazione e transizione ecologica attraverso il progetto Lecco Eco Platform.

“Il progetto lo stiamo adattando al divenire del ponte. Quello delle aree verdi è un progetto dallo stesso peso ed importanza di un’infrastruttura” ha sottolineato Zuffi, la quale ha concluso affermando che “garantire la presenza di aree verdi nella quotidianità cittadina non sono solo un diritto della cittadinanza, ma un dovere da parte di un’Amministrazione degna di questo nome”, ricevendo diversi applausi da parte del pubblico.

La replica del sottosegretario Mauro Piazza è arrivata tra una domanda e l’altra del pubblico in sala e con toni visibilmente indispettiti. "Dire che i cittadini non avranno benefici è una forzatura", ha tuonato, difendendo la scelta regionale. “La terza corsia del Manzoni è stato frutto di decisioni mandate avanti da diverse amministrazioni pubbliche e attraverso una scelta ragionata, pensando di costruire una corsia agganciata all’attuale ponte per discriminare il traffico. Se non facciamo queste precisazione sembra che il progetto sia solo un vizio” ha continuato Piazza, sottolineando poi come non esistano soluzioni a costo zero.

Secondo Piazza, lo "scenario B" proposto dal Comune avrebbe comunque creato problemi di traffico in direzione nord. Dopo aver affermato che ''per completezza panoramica sarebbe stato opportuno avere qui anche gli altri enti che hanno fatto la valutazione'' ha annunciato che il prossimo aggiornamento sul progetto è previsto per gennaio 2026 e si è seduto fra il pubblico.

All'incontro era presente anche Alessandro Crippa, dirigente dell'area Territorio e sviluppo del Comune, per rispondere insieme agli amministratori alle domande dei cittadini presenti, fra aperture del Ponte Vecchio e perplessità sul nuovissimo, poste a fine interventi. In sala c’erano anche il consigliere regionale Gian Mario Fragomeli (PD), il vicepresidente della Provincia Mattia Micheli (Lega), il candidato sindaco Carlo Piazza (Lega) e diversi consiglieri comunali fra cui Corrado Valsecchi (Appello per Lecco). Infine l’ex sindaco Lorenzo Bodega.

Una contrapposizione netta che lascia i cittadini lecchesi in attesa di capire quale futuro attende la loro città, stretta tra le esigenze di una viabilità che gestisce flussi paragonabili a quelli della Milano Est e la necessità di preservare il territorio e l’ambiente.
Da sinistra il sindaco Mauro Gattinoni, l'assessore Renata Zuffi e il dirigente Alessandro Crippa
Al centro dell'attenzione la terza corsia del Ponte Manzoni, finanziata con oltre 35 milioni di euro, che dovrebbe essere pronta per le Olimpiadi 2026.
Ma, come sottolineano da palazzo Bovara, sarà solo un "mezzo ponte", con una corsia in entrata da Pescate a Lecco e una ciclo-pedonale, senza la cruciale corsia in uscita. Gattinoni non ha usato mezzi termini: "Oggi ci troviamo con un ponte a metà che non porterà benefici per la città di Lecco".

Il sindaco ha illustrato come l'amministrazione comunale avesse proposto fin dal 2021 una soluzione alternativa - chiamato "scenario B" durante la presentazione - ritenuta migliore in termini economici, di tempo ed ecologici. Una proposta che avrebbe previsto la riqualificazione del tratto tra la rotatoria con via Roma e le rampe dello svincolo di Pescate, con la chiusura dell'immissione verso la SS36 direzione nord.

Ma Regione Lombardia ha scelto diversamente, optando per mantenere le connessioni esistenti. Una scelta che comporta conseguenze pesanti per il territorio: la chiusura del parcheggio del Bione, lo spostamento dell'ingresso al Centro Sportivo, del centro di raccolta rifiuti (con un costo di 2 milioni), dell'accesso all'elisoccorso e delle sedi del CNSAS e della Protezione Civile.
“La criticità principale riguardava il raccordo lato Pescate per il quale la soluzione economica sarebbe stata la chiusura dell'attuale rampa d'accesso alla SS36 - ha sottolineato il primo cittadino lecchese - Questo punto ha generato un lungo stallo tecnico-politico, superato solo nel 2023, quando si è raggiunta un'unanime condivisione istituzionale sull'utilità della corsia in uscita e sul mantenimento dell'accesso alla SS36. A dicembre 2023 la Provincia di Lecco ha chiesto formalmente ad Anas di definire la migliore soluzione tecnica ma, alla fine, nell’ottobre 2024 è andata a concretizzarsi la proposta di ANAS e Regione Lombardia del mezzo ponte. Nell’aprile 2025 la Provincia di Lecco ha inviato una lettera ad ANAS e Regione per una serie di altre opere da realizzare insieme al nuovo ponte ma, ad oggi, ci troviamo con nulla” ha concluso.

Ha preso poi parola l'assessore alla mobilità Renata Zuffi, la quale ha invece spostato l'attenzione sugli aspetti ambientali, parlando del progetto di rinaturalizzazione della foce del Bione. "ANAS ha fatto un intervento pesante e non ci potrà restituire la costa per quella che era", ha spiegato, illustrando un ambizioso piano in tre fasi che include rinaturalizzazione, riqualificazione e transizione ecologica attraverso il progetto Lecco Eco Platform.
“Il progetto lo stiamo adattando al divenire del ponte. Quello delle aree verdi è un progetto dallo stesso peso ed importanza di un’infrastruttura” ha sottolineato Zuffi, la quale ha concluso affermando che “garantire la presenza di aree verdi nella quotidianità cittadina non sono solo un diritto della cittadinanza, ma un dovere da parte di un’Amministrazione degna di questo nome”, ricevendo diversi applausi da parte del pubblico.

La replica del sottosegretario Mauro Piazza è arrivata tra una domanda e l’altra del pubblico in sala e con toni visibilmente indispettiti. "Dire che i cittadini non avranno benefici è una forzatura", ha tuonato, difendendo la scelta regionale. “La terza corsia del Manzoni è stato frutto di decisioni mandate avanti da diverse amministrazioni pubbliche e attraverso una scelta ragionata, pensando di costruire una corsia agganciata all’attuale ponte per discriminare il traffico. Se non facciamo queste precisazione sembra che il progetto sia solo un vizio” ha continuato Piazza, sottolineando poi come non esistano soluzioni a costo zero.
A sinistra il sottosegretario di Regione Lombardia Mauro Piazza
Secondo Piazza, lo "scenario B" proposto dal Comune avrebbe comunque creato problemi di traffico in direzione nord. Dopo aver affermato che ''per completezza panoramica sarebbe stato opportuno avere qui anche gli altri enti che hanno fatto la valutazione'' ha annunciato che il prossimo aggiornamento sul progetto è previsto per gennaio 2026 e si è seduto fra il pubblico.

All'incontro era presente anche Alessandro Crippa, dirigente dell'area Territorio e sviluppo del Comune, per rispondere insieme agli amministratori alle domande dei cittadini presenti, fra aperture del Ponte Vecchio e perplessità sul nuovissimo, poste a fine interventi. In sala c’erano anche il consigliere regionale Gian Mario Fragomeli (PD), il vicepresidente della Provincia Mattia Micheli (Lega), il candidato sindaco Carlo Piazza (Lega) e diversi consiglieri comunali fra cui Corrado Valsecchi (Appello per Lecco). Infine l’ex sindaco Lorenzo Bodega.
Una contrapposizione netta che lascia i cittadini lecchesi in attesa di capire quale futuro attende la loro città, stretta tra le esigenze di una viabilità che gestisce flussi paragonabili a quelli della Milano Est e la necessità di preservare il territorio e l’ambiente.
M.E.














