UP - seconda stagione/27: cosa si mette nello zaino per un’escursione in montagna?
Nella scorsa puntata di UP – Un Percorso, abbiamo visto le informazioni basilari per capire come prepararsi al meglio per un’escursione in montagna. Continuiamo con questo filone e in questo numero invece vediamo un altro aspetto fondamentale: come si prepara lo zaino?
La prima e più banale constatazione è che per preparare al meglio lo zaino… bisogna avere uno zaino. Uno zaino che sia abbastanza capiente (l’ideale è 30 litri) e che possibilmente abbia queste caratteristiche: schienale rigido, spallacci regolabili, allacciamento in vita.
Al di là dell’abbigliamento (a cui sarà dedicata la puntata di settimana prossima), ci sono alcune cose che sarebbe meglio avere sempre nello zaino, qualsiasi sia la stagione e qualsiasi sia l’escursione che si affronta.

Primo: borraccia d’acqua, preferibilmente di almeno 1 litro. Poi scorte di cibo: possono essere barrette energetiche, frutta secca, crackers… In generale, alimenti che forniscono energia pronta all’uso senza appesantire. Questo vale per tutte le escursioni, anche quelle in cui è previsto il pranzo in rifugio. Perché comunque in rifugio bisogna arrivarci e per arrivarci serve energia.
Poi un’altra cosa che sarebbe meglio avere sempre è la coperta isotermica, per gli amici metallina. Capita spesso di vederla nei telegiornali, è un telo con un lato argentato e un lato dorato. Pesa pochi grammi, costa pochi euro ma è una cosa che – letteralmente – può salvare la vita.
In caso di infortunio o di ipotermia, si tiene il lato argentato contro il corpo (e quello dorato verso l’esterno) in modo da non dissipare il calore corporeo; in caso invece di “surriscaldamento” (ad esempio un colpo di calore estivo) si tiene la parte dorata contro al corpo e la parte argentata all’esterno, così da facilitare la dispersione del calore e al contempo proteggere dall’irraggiamento solare.
Indispensabile è avere anche una lampada frontale o una torcia, a maggior ragione nella stagione invernale quando le giornate sono più corte. In caso di imprevisto si rischia seriamente di rimanere al buio e avere una piccola fonte di illuminazione può aiutare a muoversi o, negli scenari peggiori, facilita il ritrovamento da parte dei soccorritori.
Poi è sempre bene avere con sé indumenti di ricambio e capi più pesanti. Anche d’estate, quando si è in montagna, l’aria è fresca e spesso basta una nuvola passeggera che copre il sole per far scendere la temperatura di molti gradi. Una maglia a maniche lunghe o una giacca servono sempre. D’inverno, ovviamente, a maggior ragione.
E c’è un’altra cosa che è fondamentale avere sempre con sé durante i mesi più freddi dell’anno: i ramponcini antiscivolo. A differenza dei ramponi che vengono usati per la progressione alpinistica, i ramponcini si calzano sugli scarponi andando ad aggiungere dei “dentini” metallici sotto la suola, in modo da aumentare la presa su terreno innevato e ghiacciato (con pendenze moderate) e diminuire il rischio di scivolare. Conviene averli con sé sempre d’inverno, anche quando non c’è neve, perché comunque è facile trovare lastre di ghiaccio – e sono la cosa più pericolosa e tra le principali cause d’infortunio in montagna.
Se quello che abbiamo visto fin qui sono i “must have” per le escursioni, vediamo ora quali sono le cose “nice to have”, ovvero quelle che non indispensabili ma potrebbero comunque rivelarsi molto utili.
Cominciamo da una power bank, in modo da prevenire il rischio di ritrovarsi con il telefono scarico. Telefono che può servire tanto per orientarsi (mappe e app di navigazione), quanto per contattare parenti o soccorritori in caso di necessità. Poi sarebbe utile avere anche un kit base di pronto soccorso (cerotti, disinfettante, garze, bende…) per intervenire in caso di piccoli incidenti (sbucciature, tagli e via dicendo). Si trovano già fatti e finiti con tutti gli accessori base, oppure ci si può costruire il proprio.
Oltre al kit di pronto soccorso sanitario, c’è un altro kit di pronto soccorso “tecnico” che può rivelarsi davvero utile. Infatti nello zaino potremmo portare con noi stringhe di scorta, nastro americano e fascette da elettricista (fondamentali in caso si stacchi la suola degli scarponi, per esempio), spille da balia, accendino e l’immancabile coltellino multiuso. Anche mappa cartacea e bussola potrebbero essere utili da portare, ma in questo caso, chiaramente, bisognerebbe anche sapere come utilizzare questi strumenti. E per una maggiore sicurezza, sarebbe bene avere anche un dispositivo GPS in grado di inviare (e non solo ricevere) il segnale satellitare, così da trasmettere regolarmente la propria posizione, soprattutto quando si va da soli in zone con scarsa copertura telefonica.
Qui sopra abbiamo visto un elenco delle cose fondamentali da portare con sé. A questa lista si potrebbero aggiungere anche altre cose, ma comunque le cose indicate sono l’attrezzatura base per vivere un’escursione in montagna in sicurezza.
Ma una volta che abbiamo tutte queste cose, come le mettiamo nello zaino? Anche la distribuzione del peso nello zaino è molto importante, soprattutto se si affrontano escursioni faticose o di più giorni.
Solitamente si suggerisce di tenere nella “calotta” superiore dello zaino gli oggetti cosiddetti leggerissimi, come ad esempio chiavi, cellulare, portafoglio, crema solare e via dicendo. Sul fondo della sacca invece mettiamo gli oggetti leggeri, come ad esempio il sacco a pelo o il piumino (ovviamente dipende dal tipo di escursione che si affronta). Al centro della sacca, nella parte contro lo schienale, invece mettiamo le cose più pesanti (borraccia e cibo, ad esempio) e, verso l’esterno, gli oggetti di peso medio, come i vestiti di ricambio.
Bene, lo zaino e pronto e non resta che caricarlo in spalla: sì, ma come?
Il peso dello zaino dovrebbe gravare maggiormente sulle gambe, più forti, che non sulla schiena (idealmente il 70% del peso dovrebbe scaricare sulle gambe e solo il 30% su spalle e schiena). Per regolarlo correttamente, possiamo seguire questa procedura: lo carichiamo sulle spalle, tiriamo gli spallacci al massimo, stringiamo a questo punto la fascia in vita in modo che stringa sui fianchi (senza esagerare, non deve togliere il fiato!) e a questo punto allentiamo leggermente gli spallacci. In questo modo il peso va principalmente sulle articolazioni inferiori e molto meno sulle spalle.
In conclusione, specifichiamo che il “cosa mettere nello zaino” non è una scienza esatta. Ci sono sicuramente cose che bisogna sempre avere, poi con l’esperienza ognuno trova il proprio bilanciamento personale. In generale, comunque, è meglio avere con sé una cosa in più che una cosa in meno!
La prima e più banale constatazione è che per preparare al meglio lo zaino… bisogna avere uno zaino. Uno zaino che sia abbastanza capiente (l’ideale è 30 litri) e che possibilmente abbia queste caratteristiche: schienale rigido, spallacci regolabili, allacciamento in vita.
Al di là dell’abbigliamento (a cui sarà dedicata la puntata di settimana prossima), ci sono alcune cose che sarebbe meglio avere sempre nello zaino, qualsiasi sia la stagione e qualsiasi sia l’escursione che si affronta.

Primo: borraccia d’acqua, preferibilmente di almeno 1 litro. Poi scorte di cibo: possono essere barrette energetiche, frutta secca, crackers… In generale, alimenti che forniscono energia pronta all’uso senza appesantire. Questo vale per tutte le escursioni, anche quelle in cui è previsto il pranzo in rifugio. Perché comunque in rifugio bisogna arrivarci e per arrivarci serve energia.
Poi un’altra cosa che sarebbe meglio avere sempre è la coperta isotermica, per gli amici metallina. Capita spesso di vederla nei telegiornali, è un telo con un lato argentato e un lato dorato. Pesa pochi grammi, costa pochi euro ma è una cosa che – letteralmente – può salvare la vita.
In caso di infortunio o di ipotermia, si tiene il lato argentato contro il corpo (e quello dorato verso l’esterno) in modo da non dissipare il calore corporeo; in caso invece di “surriscaldamento” (ad esempio un colpo di calore estivo) si tiene la parte dorata contro al corpo e la parte argentata all’esterno, così da facilitare la dispersione del calore e al contempo proteggere dall’irraggiamento solare.
Indispensabile è avere anche una lampada frontale o una torcia, a maggior ragione nella stagione invernale quando le giornate sono più corte. In caso di imprevisto si rischia seriamente di rimanere al buio e avere una piccola fonte di illuminazione può aiutare a muoversi o, negli scenari peggiori, facilita il ritrovamento da parte dei soccorritori.
Poi è sempre bene avere con sé indumenti di ricambio e capi più pesanti. Anche d’estate, quando si è in montagna, l’aria è fresca e spesso basta una nuvola passeggera che copre il sole per far scendere la temperatura di molti gradi. Una maglia a maniche lunghe o una giacca servono sempre. D’inverno, ovviamente, a maggior ragione.
E c’è un’altra cosa che è fondamentale avere sempre con sé durante i mesi più freddi dell’anno: i ramponcini antiscivolo. A differenza dei ramponi che vengono usati per la progressione alpinistica, i ramponcini si calzano sugli scarponi andando ad aggiungere dei “dentini” metallici sotto la suola, in modo da aumentare la presa su terreno innevato e ghiacciato (con pendenze moderate) e diminuire il rischio di scivolare. Conviene averli con sé sempre d’inverno, anche quando non c’è neve, perché comunque è facile trovare lastre di ghiaccio – e sono la cosa più pericolosa e tra le principali cause d’infortunio in montagna.
Se quello che abbiamo visto fin qui sono i “must have” per le escursioni, vediamo ora quali sono le cose “nice to have”, ovvero quelle che non indispensabili ma potrebbero comunque rivelarsi molto utili.
Cominciamo da una power bank, in modo da prevenire il rischio di ritrovarsi con il telefono scarico. Telefono che può servire tanto per orientarsi (mappe e app di navigazione), quanto per contattare parenti o soccorritori in caso di necessità. Poi sarebbe utile avere anche un kit base di pronto soccorso (cerotti, disinfettante, garze, bende…) per intervenire in caso di piccoli incidenti (sbucciature, tagli e via dicendo). Si trovano già fatti e finiti con tutti gli accessori base, oppure ci si può costruire il proprio.
Oltre al kit di pronto soccorso sanitario, c’è un altro kit di pronto soccorso “tecnico” che può rivelarsi davvero utile. Infatti nello zaino potremmo portare con noi stringhe di scorta, nastro americano e fascette da elettricista (fondamentali in caso si stacchi la suola degli scarponi, per esempio), spille da balia, accendino e l’immancabile coltellino multiuso. Anche mappa cartacea e bussola potrebbero essere utili da portare, ma in questo caso, chiaramente, bisognerebbe anche sapere come utilizzare questi strumenti. E per una maggiore sicurezza, sarebbe bene avere anche un dispositivo GPS in grado di inviare (e non solo ricevere) il segnale satellitare, così da trasmettere regolarmente la propria posizione, soprattutto quando si va da soli in zone con scarsa copertura telefonica.
Qui sopra abbiamo visto un elenco delle cose fondamentali da portare con sé. A questa lista si potrebbero aggiungere anche altre cose, ma comunque le cose indicate sono l’attrezzatura base per vivere un’escursione in montagna in sicurezza.
Ma una volta che abbiamo tutte queste cose, come le mettiamo nello zaino? Anche la distribuzione del peso nello zaino è molto importante, soprattutto se si affrontano escursioni faticose o di più giorni.
Solitamente si suggerisce di tenere nella “calotta” superiore dello zaino gli oggetti cosiddetti leggerissimi, come ad esempio chiavi, cellulare, portafoglio, crema solare e via dicendo. Sul fondo della sacca invece mettiamo gli oggetti leggeri, come ad esempio il sacco a pelo o il piumino (ovviamente dipende dal tipo di escursione che si affronta). Al centro della sacca, nella parte contro lo schienale, invece mettiamo le cose più pesanti (borraccia e cibo, ad esempio) e, verso l’esterno, gli oggetti di peso medio, come i vestiti di ricambio.
Bene, lo zaino e pronto e non resta che caricarlo in spalla: sì, ma come?
Il peso dello zaino dovrebbe gravare maggiormente sulle gambe, più forti, che non sulla schiena (idealmente il 70% del peso dovrebbe scaricare sulle gambe e solo il 30% su spalle e schiena). Per regolarlo correttamente, possiamo seguire questa procedura: lo carichiamo sulle spalle, tiriamo gli spallacci al massimo, stringiamo a questo punto la fascia in vita in modo che stringa sui fianchi (senza esagerare, non deve togliere il fiato!) e a questo punto allentiamo leggermente gli spallacci. In questo modo il peso va principalmente sulle articolazioni inferiori e molto meno sulle spalle.
In conclusione, specifichiamo che il “cosa mettere nello zaino” non è una scienza esatta. Ci sono sicuramente cose che bisogna sempre avere, poi con l’esperienza ognuno trova il proprio bilanciamento personale. In generale, comunque, è meglio avere con sé una cosa in più che una cosa in meno!
Michele Castelnovo – Guida Ambientale Escursionistica – www.trekkinglecco.com














