UP - seconda stagione/28: come ci si veste per le escursioni?
Nelle precedenti puntate della nostra rubrica UP – Un Percorso, abbiamo visto quali sono le informazioni basilari da acquisire prima di cominciare un’escursione in montagna e cosa è necessario avere con sé nello zaino. In questo nuovo numero, invece, vedremo come sarebbe opportuno vestirsi e quale attrezzatura serve.

Innanzitutto, bisogna specificare che dipende da che tipo di escursione si affronta, in che stagione e su che tipologia di sentiero.
In ogni caso, la regola generale per quanto riguarda l’abbigliamento è sempre quella di vestirsi a strati, così da poter togliere o aggiungere indumenti con facilità al variare delle condizioni. Questo è importante perché bisogna sempre trovarsi in una situazione di comfort: avere la schiena bagnata fradicia di sudore, o se si battono i denti per il freddo, chiaramente non ci troviamo in una situazione confortevole e questo può portare a conseguenze spiacevoli tanto nell’immediato (difficoltà o impossibilità nel proseguire l’escursione) o successivamente (malanni). Ed è proprio per questo motivo che è importante avere un abbigliamento “a cipolla”.
Rimanendo sempre sulle accortezze generali, il consiglio è di prediligere capi in lana o in tessuto sintetico; meglio evitare invece il cotone. Quest’ultimo materiale, infatti, pur essendo comodo e leggero, ha la caratteristica di non essere traspirante. Quindi con il sudore si inzuppa e inoltre ha un’asciugatura lenta.
Pur avendo anch’essi un’asciugatura lenta, i capi in lana invece si prestano molto bene: la lana è un termoregolatore natura, che ci aiuta a regolare la temperatura corporea. Può sembrare paradossale, ma anche d’estate la lana è super indicata.
I tessuti tecnici sintetici, poi, hanno la caratteristica di essere traspiranti (fanno sudare di meno rispetto al cotone) e al contempo consento un’asciugatura molto veloce. In molte situazioni, questo tipo di vestiti si asciugano dal sudore nel giro di pochi minuti, senza nemmeno doversi cambiare.
Come dicevamo poco sopra, chiaramente ogni stagione ha le sue caratteristiche e il suo abbigliamento: è evidente che d’estate non ci si veste come ci si vestirebbe d’inverno.
Possiamo dire che d’estate sarebbe opportuno indossare una t-shirt in tessuto sintetico, pantaloni preferibilmente lunghi (per evitare tagli e abrasioni e per proteggersi dalle zecche) e calze anch’esse in tessuto sintetico. Una felpa o maglia a maniche lunghe per quando si è fermi, una maglietta di ricambio e un cappellino per proteggersi dal sole.
D’inverno invece conviene avere intimo termico, che aiuta a trattenere il calore corporeo. Poi, sopra, maglia a maniche corte o lunghe sintetica, pantaloni lunghi e calze pesanti (magari di lana) e, per quando si è fermi, un pile. A seconda della temperatura e del vento, come ultimo strato possiamo indossare una giacca a vento, un piumino o un softshell. Completano il quadro guanti e berretta.
Queste sono indicazioni generali, che vanno declinate a seconda del periodo e delle condizioni particolari: capitano spesso giornate invernali con temperature estive, o escursioni d’estate con temperature più simili all’inverno. E poi bisogna tenere a mente che muovendosi si suda; per questo è necessario avere, come dicevamo, i vestiti a strati così da regolarsi facilmente in base al momento.
Spendiamo ora due parole sulle calze. Si incolpano sempre gli scarponi quando vengono le vesciche ai piedi, ma il più delle volte in realtà queste sono causate dalle calze. Assolutamente da evitare calze in nylon e anche di cotone: le prime non proteggono dagli sfregamenti, le seconde si bagnano con il sudore (o con l’acqua) e, non asciugandosi rapidamente, tengono il piede bagnato per tutto il tempo. Ci sono anche in questi casi delle apposite calze da trekking, realizzate in materiali sintetici traspiranti e con appositi rinforzi sulle dita e sul tallone.
Veniamo ora al capitolo scarpe, con l’annosa domanda: meglio le scarpe alte o le scarpe basse? La risposta in realtà è facile: dipende! Le scarpe alte (scarponcini) conferiscono maggiore stabilità e protezione alla caviglia, ma sono più pesanti. Le scarpe basse sono più leggere e agili, ma la caviglia è più esposta alle sollecitazioni meccaniche. Non c'è un giusto o sbagliato, ma dipende dalle attività che si fanno e dalla tipologia di terreno su cui si cammina. Su un sentiero comodo e ben battuto le scarpe basse possono essere preferibili; su un terreno molto scosceso e accidentato potrebbero essere meglio le scarpe alte.
In ogni caso ci sono due caratteristiche che ogni buona scarpa da montagna deve avere: una è l’impermeabilità, la seconda è la cosiddetta suola a “carrarmato”. La membrana impermeabile è molto utile sia d’inverno che d’estate, per proteggere i piedi da pioggia, neve e acqua in generale (ad esempio dal guado di un torrente); la suola invece deve garantire un buon grip per diminuire il rischio di scivolare. Gore-Tex e Vibram sono due parole che sicuramente si sono già incontrate a tal proposito. Sono due le due marche leader di settore per quanto riguarda rispettivamente impermeabilità e suola, ma non sono le uniche.
A questo proposito c’è da dire che la marca delle scarpe conta fino a un certo punto. Ci sono prodotti di brand blasonati che in realtà valgono molto meno del loro prezzo di vendita; così come ci sono prodotti di primo prezzo che valgono molto di più di quello che si potrebbe pensare. Sicuramente bisogna valutare la comodità della calzata e la resistenza dei materiali, senza pregiudizi e preconcetti per quanto riguarda il marchio.
Nella precedente puntata abbiamo visto cosa mettere nello zaino, ma quali sono le caratteristiche che deve avere un buono zaino da trekking? Sono tre: schienale rigido, spallacci regolabili e fascia di allacciamento in vita. Poi ci sono diverse dimensioni di zaino e la scelta della capienza dipende, come sempre, dall’uso che si deve fare. Per brevi escursioni giornaliere estive, ad esempio, basterà uno zaino da 20 litri; mentre trekking lunghi di più giorni richiederanno grandi zaini da 40, 60 o più litri. Un buon compromesso è lo zaino da 30/35 litri, che è adeguato a tutte le stagioni ed è abbastanza capiente anche per escursioni con una o due notti fuori.
L’ultimo argomento che affrontiamo oggi riguarda i bastoncini da trekking. Anche qui c’è l’annosa questione: bisogna usarli o no? Anche in questo caso la risposta è… dipende. Non c’è un giusto o sbagliato, ma ci sono diverse esigenze. La loro utilità è che consentono di scaricare il peso (si stima 6/7 chili ad ogni passo), proteggendo maggiormente le articolazioni inferiori. Ma se non si è in grado di usarli correttamente è più l’intralcio che creano. In escursioni lunghe e con zaino pesante, comunque, è preferibile usarli. Su escursioni brevi e con poco dislivello si può anche farne a meno.
Tuttavia, se decidiamo di usarli, vanno regolati correttamente. L’altezza corretta è quella che contente al gomito di formare un angolo retto. Poi sulle salite molto ripide si tende ad accorciarli (o a impugnarli più in basso), mentre in discesa si possono allungare un pochino.
Concludiamo questa puntata di UP come abbiamo concluso la precedente: quanto scritto qui sopra non rappresenta una verità assoluta, ma un insieme di consigli e buone pratiche utili a vivere al meglio le nostre esperienze in montagna. Sta poi all’esperienza e alla sensibilità personale declinare questi suggerimenti per trovare la soluzione più adeguata alle proprie necessità.

Innanzitutto, bisogna specificare che dipende da che tipo di escursione si affronta, in che stagione e su che tipologia di sentiero.
In ogni caso, la regola generale per quanto riguarda l’abbigliamento è sempre quella di vestirsi a strati, così da poter togliere o aggiungere indumenti con facilità al variare delle condizioni. Questo è importante perché bisogna sempre trovarsi in una situazione di comfort: avere la schiena bagnata fradicia di sudore, o se si battono i denti per il freddo, chiaramente non ci troviamo in una situazione confortevole e questo può portare a conseguenze spiacevoli tanto nell’immediato (difficoltà o impossibilità nel proseguire l’escursione) o successivamente (malanni). Ed è proprio per questo motivo che è importante avere un abbigliamento “a cipolla”.
Rimanendo sempre sulle accortezze generali, il consiglio è di prediligere capi in lana o in tessuto sintetico; meglio evitare invece il cotone. Quest’ultimo materiale, infatti, pur essendo comodo e leggero, ha la caratteristica di non essere traspirante. Quindi con il sudore si inzuppa e inoltre ha un’asciugatura lenta.
Pur avendo anch’essi un’asciugatura lenta, i capi in lana invece si prestano molto bene: la lana è un termoregolatore natura, che ci aiuta a regolare la temperatura corporea. Può sembrare paradossale, ma anche d’estate la lana è super indicata.
I tessuti tecnici sintetici, poi, hanno la caratteristica di essere traspiranti (fanno sudare di meno rispetto al cotone) e al contempo consento un’asciugatura molto veloce. In molte situazioni, questo tipo di vestiti si asciugano dal sudore nel giro di pochi minuti, senza nemmeno doversi cambiare.
Come dicevamo poco sopra, chiaramente ogni stagione ha le sue caratteristiche e il suo abbigliamento: è evidente che d’estate non ci si veste come ci si vestirebbe d’inverno.
Possiamo dire che d’estate sarebbe opportuno indossare una t-shirt in tessuto sintetico, pantaloni preferibilmente lunghi (per evitare tagli e abrasioni e per proteggersi dalle zecche) e calze anch’esse in tessuto sintetico. Una felpa o maglia a maniche lunghe per quando si è fermi, una maglietta di ricambio e un cappellino per proteggersi dal sole.
D’inverno invece conviene avere intimo termico, che aiuta a trattenere il calore corporeo. Poi, sopra, maglia a maniche corte o lunghe sintetica, pantaloni lunghi e calze pesanti (magari di lana) e, per quando si è fermi, un pile. A seconda della temperatura e del vento, come ultimo strato possiamo indossare una giacca a vento, un piumino o un softshell. Completano il quadro guanti e berretta.
Queste sono indicazioni generali, che vanno declinate a seconda del periodo e delle condizioni particolari: capitano spesso giornate invernali con temperature estive, o escursioni d’estate con temperature più simili all’inverno. E poi bisogna tenere a mente che muovendosi si suda; per questo è necessario avere, come dicevamo, i vestiti a strati così da regolarsi facilmente in base al momento.
Spendiamo ora due parole sulle calze. Si incolpano sempre gli scarponi quando vengono le vesciche ai piedi, ma il più delle volte in realtà queste sono causate dalle calze. Assolutamente da evitare calze in nylon e anche di cotone: le prime non proteggono dagli sfregamenti, le seconde si bagnano con il sudore (o con l’acqua) e, non asciugandosi rapidamente, tengono il piede bagnato per tutto il tempo. Ci sono anche in questi casi delle apposite calze da trekking, realizzate in materiali sintetici traspiranti e con appositi rinforzi sulle dita e sul tallone.
Veniamo ora al capitolo scarpe, con l’annosa domanda: meglio le scarpe alte o le scarpe basse? La risposta in realtà è facile: dipende! Le scarpe alte (scarponcini) conferiscono maggiore stabilità e protezione alla caviglia, ma sono più pesanti. Le scarpe basse sono più leggere e agili, ma la caviglia è più esposta alle sollecitazioni meccaniche. Non c'è un giusto o sbagliato, ma dipende dalle attività che si fanno e dalla tipologia di terreno su cui si cammina. Su un sentiero comodo e ben battuto le scarpe basse possono essere preferibili; su un terreno molto scosceso e accidentato potrebbero essere meglio le scarpe alte.
In ogni caso ci sono due caratteristiche che ogni buona scarpa da montagna deve avere: una è l’impermeabilità, la seconda è la cosiddetta suola a “carrarmato”. La membrana impermeabile è molto utile sia d’inverno che d’estate, per proteggere i piedi da pioggia, neve e acqua in generale (ad esempio dal guado di un torrente); la suola invece deve garantire un buon grip per diminuire il rischio di scivolare. Gore-Tex e Vibram sono due parole che sicuramente si sono già incontrate a tal proposito. Sono due le due marche leader di settore per quanto riguarda rispettivamente impermeabilità e suola, ma non sono le uniche.
A questo proposito c’è da dire che la marca delle scarpe conta fino a un certo punto. Ci sono prodotti di brand blasonati che in realtà valgono molto meno del loro prezzo di vendita; così come ci sono prodotti di primo prezzo che valgono molto di più di quello che si potrebbe pensare. Sicuramente bisogna valutare la comodità della calzata e la resistenza dei materiali, senza pregiudizi e preconcetti per quanto riguarda il marchio.
Nella precedente puntata abbiamo visto cosa mettere nello zaino, ma quali sono le caratteristiche che deve avere un buono zaino da trekking? Sono tre: schienale rigido, spallacci regolabili e fascia di allacciamento in vita. Poi ci sono diverse dimensioni di zaino e la scelta della capienza dipende, come sempre, dall’uso che si deve fare. Per brevi escursioni giornaliere estive, ad esempio, basterà uno zaino da 20 litri; mentre trekking lunghi di più giorni richiederanno grandi zaini da 40, 60 o più litri. Un buon compromesso è lo zaino da 30/35 litri, che è adeguato a tutte le stagioni ed è abbastanza capiente anche per escursioni con una o due notti fuori.
L’ultimo argomento che affrontiamo oggi riguarda i bastoncini da trekking. Anche qui c’è l’annosa questione: bisogna usarli o no? Anche in questo caso la risposta è… dipende. Non c’è un giusto o sbagliato, ma ci sono diverse esigenze. La loro utilità è che consentono di scaricare il peso (si stima 6/7 chili ad ogni passo), proteggendo maggiormente le articolazioni inferiori. Ma se non si è in grado di usarli correttamente è più l’intralcio che creano. In escursioni lunghe e con zaino pesante, comunque, è preferibile usarli. Su escursioni brevi e con poco dislivello si può anche farne a meno.
Tuttavia, se decidiamo di usarli, vanno regolati correttamente. L’altezza corretta è quella che contente al gomito di formare un angolo retto. Poi sulle salite molto ripide si tende ad accorciarli (o a impugnarli più in basso), mentre in discesa si possono allungare un pochino.
Concludiamo questa puntata di UP come abbiamo concluso la precedente: quanto scritto qui sopra non rappresenta una verità assoluta, ma un insieme di consigli e buone pratiche utili a vivere al meglio le nostre esperienze in montagna. Sta poi all’esperienza e alla sensibilità personale declinare questi suggerimenti per trovare la soluzione più adeguata alle proprie necessità.
Michele Castelnovo – Guida Ambientale Escursionistica – www.trekkinglecco.com














