Provincia, fantapolitica: scenari tra alleanze innaturali e chi può 'far da sè'

Ha già detto di avere tre uomini di bandiera – i due vicepresidenti, Matteo Rosa di Sirtori e Matteo Manzoni di Crandola, oltre al sindaco di Bosisio Parini Paolo Gilardi – pronti alla carica. Ma c'è chi giura e spergiura che Giacomo Zamperini abbia offerto, giusto una manciata di giorni fa, a margine di un evento in città, il ruolo di presidente della Provincia di Lecco ad... un civico. Per replicare, si dice, anche a Villa Locatelli lo schema già usato in altri contesti, da Linee Lecco al Parco del Monte Barro: catenaccio con il PD per posizionare pedine, escludendo il Mauro nemico. Piazza è, non Gattinoni, con quest'ultimo che, del resto, si è già dimostrato più collaborativo di quell'altro, contribuendo – per esempio - con le quote lecchesi all'elezione, al Barro, del meloniano Gianluca Bezzi, in danno a Piergiorgio Locatelli, esponente di Italia Viva, espressione della sua maggioranza.
E tutto questo fa il pari con il comunicato stampa dei Civici stessi, che sostanzialmente parla di un nuovo candidato condiviso e apre al dialogo con tutti.
Stai a vedere che finirà con un presidente scelto da Antonio Rusconi (solo perché lui stesso non lo può fare), sostenuto da una ampia coalizione che va dal PD di Fragomeli ai meloniani di Zamperini, e con fuori la Lega e i sostenitori della Hofmann, che in ogni caso, non sembrano pochi, visti i riscontri ottenuti l'anno scorso al momento del rinnovo del consiglio.
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Numeri, quelli, alla mano, con una spaccatura nel centrodestra secondo la rotta impressa da Alessandro Negri, il PD con circa 35mila millesimi potrebbe tranquillamente fare da solo, eleggendo il presidente della Provincia tanto agognato controllando così tutti i livelli istituzionali lecchesi qualora riuscissero a rieleggere Gattinoni a Palazzo Bovara o comunque a rimanere con almeno una figura apicale sul territorio con la quale contrastare le destre in caso di (improbabile) ribaltone in Comune.
Oppure potrebbero convergere, anche i dem, su un candidato civico, anche se non sarebbe facile giustificare una convivenza con Fratelli d’Italia a pochi mesi dal voto per le comunali e in prospettiva delle nazionali. Ma come si sa, la politica ci abitua alle più fantasiose alchimie. Anche innaturali.
L’unica cosa certa è che Alessandra Hofmann, con il suo piglio teutonico, tira dritto. Sì è stancata dei bisticci e delle beghe, a breve fisserà la data delle elezioni (verso fine gennaio) e si appresta a rivolgersi a tutti gli amministratori forte del lavoro svolto in un clima di dialogo, a suo avviso, trasversale. Chi mi ama mi segua, sembra voler dire. E saranno solo le scadenze tecniche a dirci quanti saranno e soprattutto chi saranno.
Le ripercussioni di un eventuale abbandono da parte degli "alleati" saranno poi altrettanto scontate. Con un bel sorriso di Mauro Gattinoni a Lecco. E anche di Riccardo Mariani a Mandello.
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