Galbiate: la comunità dà il benvenuto al nuovo parroco don Alessandro Maggioni
Nel pomeriggio di domenica 23 novembre Galbiate ha accolto ufficialmente il suo nuovo parroco, don Alessandro Maggioni, subentrato a don Erasmo Rebecchi, rimasto alla guida della comunità per nove anni. Sebbene don Alessandro sia già presente in paese dal mese di settembre, l’ingresso solenne si è tenuto solo ora, con grande partecipazione della cittadinanza e delle realtà associative locali.

Don Alessandro, originario di Carugate, è stato ordinato sacerdote nel 2000. Prima di approdare a Galbiate stava svolgendo il ruolo di vicario a Muggiò. Si tratta per lui del primo incarico da parroco e guiderà per i prossimi nove anni la comunità pastorale Santa Maria di Monte Barro, che comprende le parrocchie di San Giovanni Evangelista, Santa Maria Beata Vergine Assunta in Sala al Barro, Santi Pietro e Paolo in Villa Vergano e Santi Macario e Genesio in Bartesate.

La cerimonia è iniziata nella piazza del municipio, gremita di cittadini, autorità e numerosi sodalizi. Presente anche la famiglia di don Alessandro e diversi fedeli provenienti dalla sua precedente comunità.
Ad aprire la cerimonia di benvenuto le giovani atlete del Gruppo Majorette, accompagnate dalle note del Premiato Corpo Musicale di Galbiate, che hanno salutato festosamente il nuovo parroco.
È quindi intervenuto il sindaco Piergiovanni Montanelli, che con tono cordiale e affettuoso ha accolto don Alessandro, ricordando la sua immediatezza e la capacità di instaurare fin dai primi incontri un rapporto semplice, diretto e sereno con la comunità. Un discorso caldo, intervallato anche da un tocco ironico legato alla “fede” calcistica del parroco nella giornata del derby Milan–Inter. Montanelli ha poi sottolineato la disponibilità dell’amministrazione comunale e ha rivolto un pensiero a chi ha guidato la parrocchia negli anni precedenti: don Erasmo Rebecchi, don Enrico Panzeri e don Enrico Rossi. In dono, il sindaco ha consegnato al nuovo parroco due volumi dedicati al territorio di Galbiate.
Terminato il saluto istituzionale, il corteo si è diretto alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista, dove si è tenuta la celebrazione solenne concelebrata da numerosi sacerdoti alla presenza anche di don Alberto Torriani, arcivescovo di Crotone-Santa Severina e compagno di seminario del nuovo parroco.
All’inizio della celebrazione don Alessandro ha pronunciato il giuramento e le promesse, diventando ufficialmente parroco della comunità. È poi stata data lettura del decreto firmato lo scorso settembre dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che ne sancisce la nomina.

Durante l’omelia, don Alessandro ha ringraziato le autorità, i presenti e tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione della giornata, manifestando una particolare vicinanza al vicario episcopale monsignor Gianni Cesena, assente per motivi di salute. Ha poi condiviso le riflessioni che lo hanno accompagnato nei giorni precedenti alla celebrazione. Dalla Parola ascoltata, ha tratto tre orientamenti che desidera custodire nel suo nuovo ministero e che, con semplicità, ha affidato anche alla preghiera della comunità.

Il primo è il desiderio che la sua presenza e il suo servizio possano favorire l’incontro con Dio. Ha spiegato che talvolta chi guida può diventare, senza volerlo, un ostacolo, e per questo ha chiesto di pregare affinché la sua vita e la sua azione rendano il cammino dei fedeli più agevole. Il secondo orientamento riguarda la capacità di vivere l’attesa. Don Alessandro ha raccontato di non voler “programmare tutto”, ma di lasciare spazio alla sorpresa di Dio, ricordando che la storia della comunità non è nelle mani del parroco, ma di chi guida realmente il cammino della Chiesa.

Infine, ha parlato di un’attesa che non deve essere passiva, ma fatta di gesti concreti, di vita e di umanità vissuta insieme. Il cristiano – ha sottolineato – non resta fermo aspettando che qualcosa accada, ma si mette in gioco. In questo senso, l’invito della Scrittura a “recuperare l’umanità” e ad “accogliersi gli uni gli altri” diventa un programma semplice ma esigente, capace di trasformare il quotidiano.

Don Alessandro ha poi aggiunto che quanto ha chiesto nella preghiera per se stesso è anche ciò che augura alla comunità: favorire l’incontro con Dio, coltivare la speranza nell’attesa e vivere un cammino concreto e condiviso. Prima della comunione al parroco sono stati donati un calice e una patena, simbolo del suo nuovo ministero parrocchiale. La celebrazione si è conclusa con i ringraziamenti finali e, come nelle migliori tradizioni comunitarie, con un rinfresco in oratorio, momento semplice e conviviale che ha permesso ai presenti di incontrarsi, salutarsi e dare personalmente il benvenuto al sacerdote.

Don Alessandro, originario di Carugate, è stato ordinato sacerdote nel 2000. Prima di approdare a Galbiate stava svolgendo il ruolo di vicario a Muggiò. Si tratta per lui del primo incarico da parroco e guiderà per i prossimi nove anni la comunità pastorale Santa Maria di Monte Barro, che comprende le parrocchie di San Giovanni Evangelista, Santa Maria Beata Vergine Assunta in Sala al Barro, Santi Pietro e Paolo in Villa Vergano e Santi Macario e Genesio in Bartesate.

La cerimonia è iniziata nella piazza del municipio, gremita di cittadini, autorità e numerosi sodalizi. Presente anche la famiglia di don Alessandro e diversi fedeli provenienti dalla sua precedente comunità.
Ad aprire la cerimonia di benvenuto le giovani atlete del Gruppo Majorette, accompagnate dalle note del Premiato Corpo Musicale di Galbiate, che hanno salutato festosamente il nuovo parroco.
È quindi intervenuto il sindaco Piergiovanni Montanelli, che con tono cordiale e affettuoso ha accolto don Alessandro, ricordando la sua immediatezza e la capacità di instaurare fin dai primi incontri un rapporto semplice, diretto e sereno con la comunità. Un discorso caldo, intervallato anche da un tocco ironico legato alla “fede” calcistica del parroco nella giornata del derby Milan–Inter. Montanelli ha poi sottolineato la disponibilità dell’amministrazione comunale e ha rivolto un pensiero a chi ha guidato la parrocchia negli anni precedenti: don Erasmo Rebecchi, don Enrico Panzeri e don Enrico Rossi. In dono, il sindaco ha consegnato al nuovo parroco due volumi dedicati al territorio di Galbiate.
All’inizio della celebrazione don Alessandro ha pronunciato il giuramento e le promesse, diventando ufficialmente parroco della comunità. È poi stata data lettura del decreto firmato lo scorso settembre dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che ne sancisce la nomina.

Durante l’omelia, don Alessandro ha ringraziato le autorità, i presenti e tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione della giornata, manifestando una particolare vicinanza al vicario episcopale monsignor Gianni Cesena, assente per motivi di salute. Ha poi condiviso le riflessioni che lo hanno accompagnato nei giorni precedenti alla celebrazione. Dalla Parola ascoltata, ha tratto tre orientamenti che desidera custodire nel suo nuovo ministero e che, con semplicità, ha affidato anche alla preghiera della comunità.

Il primo è il desiderio che la sua presenza e il suo servizio possano favorire l’incontro con Dio. Ha spiegato che talvolta chi guida può diventare, senza volerlo, un ostacolo, e per questo ha chiesto di pregare affinché la sua vita e la sua azione rendano il cammino dei fedeli più agevole. Il secondo orientamento riguarda la capacità di vivere l’attesa. Don Alessandro ha raccontato di non voler “programmare tutto”, ma di lasciare spazio alla sorpresa di Dio, ricordando che la storia della comunità non è nelle mani del parroco, ma di chi guida realmente il cammino della Chiesa.

Infine, ha parlato di un’attesa che non deve essere passiva, ma fatta di gesti concreti, di vita e di umanità vissuta insieme. Il cristiano – ha sottolineato – non resta fermo aspettando che qualcosa accada, ma si mette in gioco. In questo senso, l’invito della Scrittura a “recuperare l’umanità” e ad “accogliersi gli uni gli altri” diventa un programma semplice ma esigente, capace di trasformare il quotidiano.

Don Alessandro ha poi aggiunto che quanto ha chiesto nella preghiera per se stesso è anche ciò che augura alla comunità: favorire l’incontro con Dio, coltivare la speranza nell’attesa e vivere un cammino concreto e condiviso. Prima della comunione al parroco sono stati donati un calice e una patena, simbolo del suo nuovo ministero parrocchiale. La celebrazione si è conclusa con i ringraziamenti finali e, come nelle migliori tradizioni comunitarie, con un rinfresco in oratorio, momento semplice e conviviale che ha permesso ai presenti di incontrarsi, salutarsi e dare personalmente il benvenuto al sacerdote.
E.Ma.














