Riforma Sanitaria Lombarda/1: ecco il modello organizzativo ATS Brianza con tre Asst. Interim a Maroni al socio-sanitario

Il presidente Maroni
"Siamo pronti, partiremo già a settembre senza perdere tempo. Ci sono tante cose da fare, andrò in giro ad ascoltare chiunque abbia buone proposte da fare, perché fino a fine ottobre siamo ancora in tempo ad apportare alcuni aggiustamenti. Ma non c'è nulla che mi preoccupi". E' quanto ha dichiarato in questi giorni il presidente Roberto Maroni in riferimento alla riforma del sistema sociosanitario lombardo, aggiungendo anche - precisando trattasi di una battuta -  "ho sempre detto di volere che il nuovo assessore unico al sociosanitario, sia una persona che crede a questa riforma più di me. E fino ad ora non l'ho trovato".
Ecco dunque, in pochissime parole "flash" del governatore, il punto della situazione. L'iter della riforma si è concluso infatti all'inizio del mese e, entro l'inizio del 2016, sono previste - salvo ulteriori intoppi - le nomine dei direttori delle nuove Agenzie e delle nuove Aziende. L'approvazione dell'agognato documento - cardine nel mandato di Maroni in Regione - è stata indubbiamente facilitata dall'inserimento della norma transitoria che permetterà alla Giunta alcune "correzioni" all'allegato che delinea numero e composizione delle future Agenzie di tutela della salute (ATS) e Aziende sociosanitarie territoriali (ASST) oltre alla trasformazione in Aziende Ospedaliere di alcuni grossi presidi con la loro conseguente "fuoriuscita" della ASST stesse di riferimento. Tali modifiche, nello specifico, dovrebbero riguardare in particolare i grossi ospedali dell'area metropolitana milanese nonché le realtà di Bergamo, Brescia e Monza.
Ma prima di addentrarci in un "riassunto" alla luce degli effettivi contenuti del testo di legge - che presenta anche nel testo definitivo le conseguenze degli aggiustamenti, non propriamente esclusivamente stilistici, subiti - ci permettiamo, traducendo in soldoni la battuta di Maroni, di parlare di un incarico ad interim assunto dal governatore stesso che si appresta così a prendere in mano personalmente - a tempo ovviamente determinato - le funzioni di quello che sarà poi il "mega assessore" al Welfare, la figura su cui si accentreranno le attuali deleghe a Sanità, Famiglia e Servizi Sociali di cui saranno esautorati Mario Mantovani e Maria Cristina Cantù (alla quale sarebbe già stato garantita la direzione di una delle nuove Agenzie). Ciò - è stato comunicato quest'oggi, 31 agosto - avverrà già da domani.
Tutto questo, sostiene il presidente stesso, per garantire il rispetto della tempistica dei provvedimenti che la legge prevede nel mese di settembre-ottobre. La nomina del nuovo assessore unico è prevista infatti al termine di queste prime operazioni che necessitano di una grossa determinazione politica: del polso, insomma, di qualcuno... che creda alla riforma almeno come Maroni stesso.

In rosso i confini della nuova ATS della Brianza dalla forma decisamente "originale"

Detto ciò, proviamo ora a costruire il quadro della riforma, calandone i dettami direttamente sul nostro territorio. 
Innanzitutto la legge istituisce l'ATS (Agenzia di tutela della salute) della Brianza che comprende il territorio delle ex province di Monza e di Lecco. Quest'organismo - al pari delle altre sette tracciate in Lombardia - avrà quali funzioni principali:
- la negoziazione e acquisto delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie delle strutture accreditate (sostituendo di fatto in ciò le attuali Asl). Su richiesta dei comuni e ai fini di una migliore integrazione con le prestazioni socio sanitarie le Ats potranno estendere tali attività anche alle prestazioni sociali;
- il governo del percorso di presa in carico della persona in tutta la rete dei servizi, anche attraverso la valutazione multidimensionale e personalizzata del bisogno e secondo il principio di appropriatezza e garanzia della continuità assistenziale;
- il governo dell'assistenza primaria e del convenzionamento delle cure primarie.

L'ASST di Lecco con i tre distretti esistenti che dovrebbero mantenere i loro confini.
Il Distretto di Lecco è composto dai seguenti comuni: Annone di Brianza, Bosisio Parini, Bulciago, Calolziocorte, Carenno, Castello di Brianza, Cesana Brianza, Civate, Colle Brianza, Costa Masnaga, Dolzago, Ello, Erve, Galbiate, Garbagnate Monastero, Garlate, Lecco, Malgrate, Molteno, Monte Marenzo, Nibionno, Oggiono, Olginate, Oliveto Lario, Pescate, Rogeno, Sirone, Suello, Torre de' Busi, Valgreghentino, Valmadrera, Vercurago
Il Distretto di Bellano è composto dai seguenti comuni: Abbadia Lariana, Ballabio, Barzio, Bellano, Casargo, Cassina Valsassina, Colico, Cortenova, Crandola Valsassina, Cremeno, Dervio, Dorio, Esino Lario, Introbio, Introzzo, Lierna, Mandello del Lario, Margno, Moggio, Morterone, Pagnona, Parlasco, Pasturo, Perledo, Premana, Primaluna, Sueglio, Taceno, Tremenico, Varenna, Vendrogno, Vestreno
Il Distretto di Merate è composto dai seguenti comuni: Airuno, Barzago, Barzanò, Brivio, Calco, Casatenovo, Cassago Brianza, Cernusco Lombardone, Cremella, Imbersago, La Valletta Brianza, Lomagna, Merate, Missaglia, Montevecchia, Monticello Brianza, Olgiate Molgora, Osnago, Paderno d'Adda, Robbiate, Santa Maria Hoè, Sirtori, Verderio, Viganò


Come noto, all'interno di ogni Agenzia di tutela della salute sono tale disegnate le Aziende sociosanitarie territoriali (ASST) che si articolano in due settori: polo ospedaliero e rete territoriale. Il primo a sua volta si articola in presidi, con diversa intensità di cura in coerenza con il regolamento sugli standard ospedalieri. Tale settore risulta così prevalentemente dedicato al trattamento del paziente in fase acuta ed è sede di offerta sanitaria specialistica. L'altro, invece, la rete territoriale, ha quale sfera d'ambito le prestazioni distrettuali. Vi afferiscono i presidi ospedalieri territoriali (POT) e i presidi sociosanitari territoriali (PreSST). 
"Le Asst - si legge infatti nel testo - a livello di area distrettuale favoriscono l'integrazione delle funzioni sanitarie e sociosanitarie con le funzioni sociali di competenza della autonomie locali".
Nell'ATS della Brianza troviamo dunque:
- ASST di Lecco comprendente gli ex distretti Asl di Lecco, Merate e Bellano con gli ospedali Manzoni, Mandic e l'Umberto I.
- ASST di Vimercate comprendente gli ex distretti Asl di Vimercate, Carate e Seregno con gli ospedali di Vimercate, Carate e le strutture di Seregno-Giussano.
- ASST di Monza comprendente gli ex distretti Asl di Monza e Desio con gli ospedali San Gerardo di Monza e quello di Desio. Per il primo dei due si profila, come anticipato, entro il mese di ottobre, la riclassificazione in Azienda Ospedaliera quindi con gestione separata rispetto all'ASST in base alla già citata norma transitoria che affida alla Giunta regionale, sentita la Commissione Sanità, la possibilità di operare modifiche entro il 31 ottobre al quadro approvato ad agosto.
Con questa operazione il San Gerardo acquisirà la funzione di "ospedale hub" della vasta area brianzola.

Le ASST di Monza (con i confini in rosso) e quella di Vimercate.
In colori differenti i distretti attuali che dovrebbero essere mantenuti

Alla Giunta regionale è affidato poi il compito di riclassificare i presidi ospedalieri secondo quanto previsto dal regolamento nazionale scaturito dall'Accordo Stato-Regioni che prevede tre livelli: ospedale di secondo livello, ospedale di primo livello e ospedale di base. Lo stesso regolamento indica che le future Aziende Ospedaliere dovranno essere ospedali di secondo livello con bacini di utenza per alcune specialità rare di almeno 1.500.000 di abitanti.
Premesso tutto ciò, tornando al locale, possiamo sostenere - oltre all'accreditata ipotesi del San Gerardo quale "hub" - che gli ospedali di Vimercate, Desio e Merate contano le specialità e i bacini territoriali per essere classificati ospedali di primo livello; il presidio di Carate va oltre le caratteristiche previste per l'ospedale di base ma non raggiunge i requisiti per il primo livello; Seregno e Giussano da tempo hanno perso la classificazione di presidi ospedalieri per acuti così come Bellano etichettato ormai come presidio riabilitativo. In questo quadro, un discorso a parte dovrà essere riservato al Manzoni di Lecco che vanta specialità riservate al nuovo regolamento al secondo livello senza il parametro del bacino di utenza minimo. In questo senso dunque, problematico potrà essere il riconoscimento di due ospedali di "livello avanzato" in una vasta area che conta solo poco più di un 1.300.000 abitanti di cui 340.000 nell'ex provincia di Lecco e 810.000 in quella di Monza.
Quanto agli ambiti distrettuali, infine, avendo la legge regionale fatto riferimento alla normativa nazionale che indica in 80.000 abitanti per le realtà urbane e 20.000 abitanti minimo per le realtà montale le loro dimensione, si può prevedere nelle tre ASST tracciate una conferma dell'attuale articolazione, con quattro distretti esistenti nell'ex Asl di Monza (Carate con 146.000 abitanti, Desio con 193.000,  Seregno con 154.000, Monza con 168.000 e Vimercate con 149.000) e te nell'ex Asl di Lecco (Bellano con 57.000, Lecco con 166.000 e Merate con 120.000).

1/Continua
Alice Mandelli
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